L’obbligazione in euro di banca BNP Paribas paga il 6% fisso il primo anno e poi tassi variabili

Stefano Vozza

7 Novembre 2024 - 07:11

Il recente bond di BNP Paribas è strutturato scommettendo sul futuro taglio dei tassi ufficiali della BCE. Vediamo come funziona di preciso.

L’obbligazione in euro di banca BNP Paribas paga il 6% fisso il primo anno e poi tassi variabili

A settembre la banca francese BNP Paribas ha emesso due nuovi bond ideati dall’investment bank Intermonte. Essi sono accomunati dall’emittente, dalla stessa struttura cedolare e dall’identico target retail, ossia famiglie e privati. Inoltre avrebbero la stessa data di rimborso finale, ma essendo del tipo callable ogni bond potrebbe avere una vita a sé.

Di contro divergono nella valuta di denominazione, essendo uno in euro e l’altro in $ USA. Poi differiscono nei tassi prescelti per il primo anno di vita del bond e in quello che fungerà da tasso di riferimento dal 2° anno fino al rimborso.

Per semplicità di esposizione vediamo il solo titolo espresso nella valuta comunitaria. Anticipiamo che l’obbligazione in euro di banca BNP Paribas paga il 6% fisso il primo anno e poi tassi variabili.

I punti chiave dell’obbligazione denominata in euro di banca BNP Paribas

Il bond ha codice ISIN XS2840454917 ed ha come date di emissione e di scadenza quelle, nell’ordine, del 18/09/2024 e del 20/09/2039, tra 15 anni. Tuttavia, dal 2° anno in poi (cioè dal 18 settembre 2026) la banca potrebbe decidere di esercitare la call e quindi di rimborsare il prestito. L’opzione verrebbe comunicata al mercato con un preavviso di almeno 10 giorni lavorativi. Tanto a scadenza, quanto in una delle eventuali date di call del prestito, BNP Paribas renderebbe il 100% del nominale sottoscritto più la cedola netta di periodo.

Il taglio minimo di sottoscrizione è di 100 €, ma al momento servirebbero 100,63 € (attuale prezzo di mercato) per acquistarne 100 € di nominale. Tuttavia, l’esiguo importo d’ingresso non deve distogliere l’investitore dal considerare l’impatto delle spese bancarie (commissioni e dossier titoli verso la banca dove si detengono i titoli) sul controvalore investito. In pratica, di solito le spese fisse bancarie si spalmano meglio, e quindi incidono meno, al crescere del capitale investito. Su importi molto modesti, invece, il loro peso può anche essere sufficiente a comprimere l’intero rendimenti.

Il bond è regolarmente scambiato sull’EuroTLX di Borsa Italiana (l’importo emesso è di 150 milioni di €) durante gli orari di negoziazione e alle condizioni di mercato vigenti al tempo della compravendita.

La struttura cedolare del bond a 15 anni della banca francese

La struttura cedolare prescelta dall’emittente per il bond è del tipo Fixed to Inverse Floater Callable. La periodicità della cedola è trimestrale, ed è pagata in data 20/03, 20/06, 20/09 e 20/12 fino a naturale scadenza o rimborso anticipato. Quanto ai tassi, invece, vale quanto segue:

  • 6% fisso il 1° anno, pari 4,44% al netto della ritenuta fiscale del 26%. In sostanza il flusso cedolare sarebbe di circa l’1,11% netto ogni 3 mesi calcolato sul nominale sottoscritto;
  • dal 2° a 15° anno le cedole sono variabili. Esse cono calcolate a un tasso di interesse annuo dato dalla sottrazione tra il 7% e il valore del sottostante tasso Euribor a 6 mesi. Per quest’ultimo la rilevazione è prevista 3 giorni lavorativi antecedenti al giorno in cui è fissato il termine del periodo cedolare di riferimento. Inoltre per i 14 anni di tassi variabili BNP Paribas ha previsto un floor e un cap entro cui esso può oscillare. Per la precisione, il tasso variabile non può andare sotto lo 0,00% (tasso minimo) né eccedere quello del 5,00% (tasso massimo).

L’obbligazione in euro di banca BNP Paribas paga il 6% fisso il primo anno e poi tassi variabili

Il bond offre quindi una certezza di rendimento solo il primo anno, mentre per quelli a venire esso è variabile e ingabbiato entro un range prestabilito. La parte variabile, in particolare, avrà un andamento inverso al futuro trend che dell’Euribor a 6 mesi. In altri termini, più salirà l’Euribor e più bassa sarà la cedola incassata e viceversa.

All’investitore, quindi, converrà che esso scenda quanto prima e in maniera stabile e duratura. A titolo di esempio, attualmente esso è intorno al 2,91%. Questo scenario produrrebbe verosimilmente due effetti. Uno, certo, è che la cedola variabile di periodo sia relativamente robusta in un contesto di tassi in discesa. L’altro è che la banca emittente potrebbe seriamente pensare di ritirare il prestito prima del termine e di sostituirlo con uno nuovo a tassi a lei più convenienti.

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