5 temi chiave stanno per impattare sulle Bore mondiali: dalla rivalità Usa-Cina alla forza del dollaro, fino alle sorti economiche delle maggiori potenze globali, cosa sta per accadere?
La prossima settimana (dal 13 al 17 maggio) si preannuncia interessante per i mercati, con 5 temi chiave in primo piano.
Le banche centrali rimangono protagoniste indiscusse della finanza globale, con l’avvio verso il taglio dei tassi in Europa e l’attesa per un simile passo da parte della Fed, costretta finora a frenare l’approccio accomodante a causa di un’economia e un settore lavoro più solido del previsto. Con alcuni segnali di indebolimento che iniziano a palesarsi negli Usa, ogni nuovi indizio macroeconomico della potenza mondiale potrebbe scuotere le Borse che prezzano tagli ai tassi da settembre in poi.
Massima attenzione, inoltre, sarà prestata alla performance di Cina e Giappone, al mercato valutario con il dollaro forte che si ripercuote sulle altre valute e alle tensioni geopolitiche alimentate dalla guerra e dalla accesa rivalità tra Pechino e Washington.
In 5 punti, ecco perché i mercati sono in allerta la prossima settimana.
1. Inflazione Usa
Per mesi, l’equilibrio negli Usa tra crescita resiliente e rallentamento dell’inflazione, che alcuni investitori chiamano lo “scenario Riccioli d’oro”, ha contribuito a sostenere i mercati, fino a quando non è stato sconvolto da una serie di dati che mostravano che l’economia era più robusta del previsto.
Un certo sollievo è arrivato all’inizio di questo mese, quando la Fed ha assicurato ai mercati che stava ancora cercando di tagliare i tassi e un rapporto sull’occupazione statunitense ha mostrato segnali di raffreddamento nel mercato del lavoro.
I dati sull’inflazione del 15 maggio potrebbero mantenere viva l’atmosfera positiva se mostrassero che i prezzi al consumo sono aumentati a un ritmo più lento. Tuttavia, ulteriori prove di un’inflazione persistente potrebbero rinnovare le preoccupazioni sui tassi di interesse e riaccendere la volatilità del mercato. Gli economisti intervistati da Reuters prevedono che l’indice dei prezzi al consumo abbia guadagnato lo 0,3% ad aprile su base mensile.
2. Dollaro osservato speciale
Il mercato valutario è alle prese con l’impatto della politica monetaria delle principali banche centrali.
Qualcosa infatti sta cambiando e Bce, Fed, BoE non operano più all’unisono, come accaduto tra il 2022 e il 2023 con il rialzo dei tassi da record. Nel nuovo scenario in cui la Fed dovrebbe essere costretta dai forti dati economici Usa a lasciare i tassi più alti più a lungo, il dollaro domina indisturbato il Forex.
Gli speculatori ora tengono la più grande scommessa rialzista sul biglietto verde rispetto a qualsiasi altra valuta principale degli ultimi cinque anni.
Le valute con tassi bassi sono colpite duramente da questo contesto, con lo yen giapponese e il franco svizzero per esempio in ribasso di circa l’8% ciascuno quest’anno.
La posizione lunga netta nel dollaro rispetto alle altre valute del G10 vale circa 33 miliardi di dollari. A gennaio, quando i mercati prevedevano almeno cinque tagli dei tassi statunitensi nel 2024, gli investitori hanno scommesso contro il dollaro per circa 7,23 miliardi di dollari.
Man mano che le aspettative sulle prospettive dei tassi sono cambiate, anche le posizioni ribassiste hanno visto un freno. Una maggiore, non minore, forza del dollaro è stimata per il futuro.
3. La Cina verso la ripresa?
Il sentimento negativo nei confronti della Cina è cambiato negli ultimi giorni, anche se gli investitori tengono d’occhio il futuro del mercato immobiliare del Paese.
Proprio per questo, i dati sui prezzi delle case di aprile del 17 maggio saranno il prossimo barometro della salute per il settore che è stato travolto da una crisi del debito ormai da circa tre anni, lasciando i promotori immobiliari sull’orlo del collasso.
Il rilascio arriva insieme ai dati sulle vendite al dettaglio e sul tasso di disoccupazione urbana della Cina, previsti per lo stesso giorno, e sulla scia dei deludenti dati sulla spesa del Primo Maggio.
I commenti dei politici alla riunione del Politburo di aprile hanno preparato gli investitori a un’ondata di misure di stimolo da parte di Pechino, mantenendo per ora l’umore del mercato vivace. Le azioni cinesi si sono allontanate dai minimi di febbraio, mentre lo yuan sembra aver trovato un fondo.
4. Tensioni Usa-Cina alle stelle
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden annuncerà nuove tariffe su beni cinesi la prossima settimana. Secondo le indiscrezioni, il proclama completo ci sarà martedì e manterrà le tariffe esistenti su molti beni cinesi stabilite dall’ex presidente Donald Trump.
In più, aggiungerà anche nuovi dazi su beni chiave per la transizione energetica, come i semiconduttori e le apparecchiature solari, oltre ad aumentare le tariffe per i veicoli elettrici. Anche le forniture mediche di fabbricazione cinese, come siringhe e dispositivi di protezione individuale, saranno soggette a tariffe aggiuntive, hanno detto fonti a Reuters.
Nel rivedere le cosiddette “tariffe della Sezione 301”, l’amministrazione Biden si è concentrata sui settori che ritiene appartengano ad aree strategiche di competitività e sicurezza nazionale.
Il tanto atteso aggiornamento tariffario arriva dopo che diversi legislatori hanno chiesto massicci aumenti dei dazi sui veicoli cinesi. Le tariffe sui veicoli elettrici cinesi quadruplicheranno all’incirca con il nuovo piano Biden, ha riferito il Wall Street Journal.
5. Recessione Giappone?
Il Giappone potrebbe aver evitato per un pelo una recessione tecnica nel quarto trimestre, ma la narrativa sulle prospettive di crescita a lungo termine resta poco ottimista.
L’invecchiamento della popolazione e la debolezza della domanda interna continuano ad affliggere la nazione asiatica, insieme all’indebolimento dello yen che fatica a guadagnare terreno.
I dati sulla crescita del primo trimestre pubblicati giovedì riveleranno se l’economia giapponese ha iniziato il 2024 su basi solide, soprattutto da quando la Banca del Giappone (BOJ) a marzo ha compiuto una storica uscita dai tassi di interesse negativi, dando il via a un provvisorio ciclo virtuoso di aumento di salari e prezzi.
Come osservato da alcuni analisti, la preferenza della BoJdi mantenere la politica monetaria accomodante per ora difficilmente riuscirà a ridurre la pressione sullo yen, dato che i tassi di interesse altrove rimangono ai massimi pluridecennali, schiacciando ulteriormente le famiglie con l’aumento dei costi di importazione.{{}}
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