Il luogo più caldo d’Europa è in Italia. Rischia di restare senza acqua, ma pochi ne parlano

Ilena D’Errico

16 Luglio 2024 - 19:30

Il luogo più caldo d’Europa è in Italia, dove si rischia presto di restare senza acqua e abbattere la stagione turistica e l’agricoltura. Un rischio solo anticipato rispetto al resto del continente.

Il luogo più caldo d’Europa è in Italia. Rischia di restare senza acqua, ma pochi ne parlano

Arriva la conferma anche dall’estero, per questa estate 2024 il luogo più caldo d’Europa è in Italia e si tratta della Sicilia, che di questo passo rischia di rimanere senza acqua. Pochi ne parlano, forse anche perché la crisi idrica dell’isola non è certo cosa nuova e nei mesi passati è stata dedicata molta attenzione alla terribile siccità.

Con le temperature di luglio, tuttavia, il problema sta assumendo dimensioni ulteriormente preoccupanti. Sebbe tutta l’isola sia messa a dura prova dal caldo record, alcune zone sono più compromesse di altre. Il picco si ha a Siracusa, pericolosamente vicino alla temperatura record di 48,8 gradi Celsius registratosi ad agosto 2021. Per il momento sono stati registrati 42,5 gradi Celsius, di preciso il 13 luglio, e secondo gli esperti questo massimo non verrà superato a breve.

Nonostante ciò, la temperatura non è comunque delle più ospitali. Oltre alla crisi idrica, bisogna stare sempre all’erta per i possibili incendi, che nell’anno scorso hanno devastato l’isola. Non soltanto un momento difficile per i residenti, esposti anche a conseguenze negative sulla salute, ma un duro colpo all’economia, con le strutture alberghiere e gli impianti turistici che stentano a offrire i propri servizi e gli agricoltori disperati.

Il luogo più caldo d’Europa è in Italia

La Sicilia si conferma nuovamente il luogo più caldo d’Europa. La rete regionale di rilevazione (Sias) ha rilevato un picco di 42,5 gradi Celsius nella giornata di sabato 13 luglio, con un innalzamento termico inaspettato che ha superato modelli meteorologici. Secondo gli esperti, la causa è da ricercare nei venti di Libeccio, riusciti a compensare abbondantemente l’effetto delle brezze che soffiano sull’isola.

La situazione, per quanto drammatica, non è comunque nelle condizioni peggiori affrontate dalla Sicilia. Nel 2021 e nel 2022, per esempio, la massima di 42 gradi era stata superata nei primissimi giorni estivi, mentre il 2024 si appresta a essere analogo al 2023. Anche se non ci dobbiamo aspettare un peggioramento significativo, le città siciliane sono messe alla dura prova da queste temperature eccessive, che di certo non aiuteranno a combattere la crisi idrica.

La Sicilia rischia di restare senza acqua

La crisi idrica dell’isola siciliana si è fatta più preoccupante già all’inizio dell’anno, all’incirca a partire dal mese di febbraio, infatti, sono state proclamate le prime allerte. Con l’innalzarsi delle temperature dovuto alla bella stagione e nessun aiuto dalle precipitazioni atmosferiche (non ci si aspetta piogge nemmeno nelle settimane a venire) la Regione ha dovuto estendere la riduzione delle forniture idriche a buona parte del territorio. Comuni e Province stanno facendo il possibile per fronteggiare l’emergenza, non soltanto prevedendo il razionamento dell’acqua, ma attivandosi nuovamente per cercare risorse più efficienti.

Riduzione fornitura idrica
Fonte: Regione Sicilia

Tra pochi giorni, ad esempio, si svolgerà il sopralluogo per l’utilizzo dei pozzi di Fiumefreddo, così da poter aumentare l’acqua idro-potabile per Messina, Catania, Mascali, Calatabiano e Fiumefreddo. Nel frattempo, prosegue la ricerca di nuovi pozzi, con tutta l’attenzione rivolta alla stagione turistica e all’agricoltura, fonti di sostentamento prioritarie per gli abitanti e pilastri dell’economia siciliana.

Pochi ne parlano? Un problema che riguarda tutti

Si è sentito tanto parlare della crisi idrica siciliana, forse un po’ meno proprio in quest’ultimo periodo, che è anche quello più drastico. Non è stato però reso ben chiaro l’allarme dietro a questa situazione, che non dipende soltanto dalla necessità di ottimizzare le risorse, ma richiede interventi condivisi e collettivi.

È altrettanto fondamentale ricordare che, sebbene sia la Sicilia a detenere il record, il cambiamento climatico sta danneggiando l’intera Europa, forse l’area del mondo che sta subendo più rapidamente gli effetti della situazione ambientale. Su questo, almeno, non ci sono responsabilità.

Il fatto che l’Europa sia in prima linea contro il riscaldamento globale deriva soprattutto dalla sua posizione territoriale e in particolare dalla sua vicinanza all’Artico. Certo è che questo dovrebbe spingere gli Stati europei a impegnarsi ancora più degli altri per limitare l’impatto del riscaldamento climatico, prevedendo strategie a lungo termine ma anche soluzioni per limitare i danni alla salute e all’economia provocati dagli eventi estremi.

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