Molti definiscono il rally di Natale come l’ultima corsa al rialzo mercato azionario prima del Natale. Ma è proprio così?
Il famigerato “rally di Natale” è la corsa che i mercati azionari fanno al rialzo prima di chiudere l’anno, da molti attribuita al rialzo che si manifesta proprio nelle settimane/giorni antecedenti le festività natalizie.
In questo articolo vedremo l’origine di questo termine e vedremo effettivamente se il mese di dicembre è quello giusto per vedere dei rialzi delle quotazioni. Un po’ come il “Sell in May and go Away”, diventata oramai una credenza approssimativa in cui si pensa che nel mese di maggio si debba liquidare parte del proprio portafoglio di rischio. Il “rally di Natale” prevede, invece, che il mercato azionario debba salire e sia in modalità risk-on nelle settimane/giorni antecedenti la fine dell’anno.
Vediamo l’origine storica di questa credenza e facciamo una disamina per quanto riguarda l’andamento del mercato azionario prendendo come riferimento il mese di dicembre dell’indice italiano Ftse Mib.
Il rally di Natale, credenza o fatto reale? Analisi sul Ftse Mib
Vediamo come il famoso “rally di Natale” si è realizzato su un indice azionario e prendiamo come riferimento il Ftse Mib, l’indice italiano che risulta essere di interesse maggiore per il pubblico italiano, sia di investitori che di traders.
La diceria “rally di Natale” fa riferimento alle settimane di negoziazione precedenti alla fine dell’anno, pertanto prenderemo come riferimento le performance del mese di dicembre di ogni anno a partire dal 2012, quindi ben dieci anni di negoziazione. Attenzione, in questi anni la congiuntura macroeconomica è stata molto favorevole ai rialzi degli indici azionari grazie ai tassi bassi sul mercato monetario e alle politiche di ripresa dei flussi di rischio sui mercati azionari, pertanto dovremmo aspettarci di vedere un numero di mesi in positivo in netta superiorità.
Il grafico a timeframe mensile prende come riferimento iniziale il 2012 e all’interno di esso possiamo vedere delle frecce verdi (rialziste) e rosse (ribassiste) che indicano i mesi di dicembre in cui il mercato è salito, ossia ha chiuso il mese al di sopra del prezzo di apertura, ed è sceso, ossia dove il mercato ha chiuso al di sotto del prezzo di apertura.
In questo contesto possiamo notare come dal 2012 “solamente” sei volte su dieci abbiamo visto il mese di dicembre in positivo. Il “rally di Natale” non è poi stato così entusiasmante nel corso degli ultimi anni, visto che la sua risonanza come evento quasi imperdibile potrebbe prevedere almeno una percentuale oltre il 66% di realizzazione, cosa non avvenuta negli ultimi dieci anni sul Ftse Mib.
La credenza è quindi tale, e in effettiva il “rally di Natale” fa riferimento a un altro arco temporale.
“Rally di Natale”, cosa è e da dove ha origine
Il primo a parlare di “rally di Natale” è stato S.B Wachtel nel 1942 che pubblicò uno studio sul giornale dell’Università di Chicago dove dimostrava che il mercato azionario, nello specifico l’indice Dow Jones, dal 1927 al 1942 (quindici anni) vedeva un aumento delle quotazioni proprio tra dicembre e gennaio. La versione più recente e più accreditata si rifà, però, allo studio di Yale Hirsch, pubblicato nel 1973 sullo Stock Trader’s Almanac, in cui dimostrava che il mercato azionario tende a salire negli ultimi cinque giorni del mese di dicembre e nei primi due giorni del mese di gennaio.
Quindi è palese come il riferimento temporale preso in considerazione per il calcolo delle performance, ossia settimane/giorni antecedenti al Natale, è praticamente errato. Inoltre, i giorni presi come riferimento per la salita dei mercati azionari prevedono un mercato praticamente “vuoto” rispetto agli altri giorni dell’anno, in quanto coincide esattamente con il pieno delle festività natalizie e pertanto si presume una diminuzione di liquidità e di volumi di scambio.
In pratica, il “rally di Natale” come lo immaginiamo, non è quel movimento che avviene prima delle festività natalizie, tutt’altro, avviene dopo e in corrispondenza di bassi volumi di scambio che si riscontrano proprio a cavallo tra il Natale e l’inizio dell’anno successivo. Parlare di “rally di Natale” risulta quindi effettivamente approssimativo e in alcuni casi anche fuorviante per le scelte di investimento/trading di alcuni operatori.
Il rally di Natale in conclusione
Prima di prendere decisioni in merito ad alcune dicerie, come ad esempio il “Sell in May and go Away” o per l’appunto il “rally di Natale”, dovremmo vedere effettivamente l’origine di queste esternazioni, così da avere un quadro più chiaro e affrontare la materia di investimento con un giusto approccio prudente e analitico.
Abbiamo visto come c’è una vera e propria distorsione circa la considerazione di questi termini. Non aspettiamoci quindi che nell’ultimo mese dell’anno ci sia un rialzo dei mercati azionari. Anzi, a questo punto dovremmo considerare il mese di dicembre come uguale agli altri e concentrarci effettivamente su quella che è la dinamica di mercato in quel momento.
Queste credenze possono essere un male per chi fa investimenti/trading, in quanto abbassano la guardia circa le convinzioni su alcuni movimenti di mercato che si possono presentare in un preciso arco temporale, soprattutto se consideriamo le scelte di investimento come un lavoro che richiede un attento processo di analisi e una corretta gestione del rischio.
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