Il mercato immobiliare è in crisi per colpa dell’aumento dei tassi d’interesse. Il crollo di Country Garden può creare un’onda d’urto anche in Europa?
Il mercato immobiliare può crollare? Di segnali preoccupanti ce ne sono, in particolar modo dalla Cina. Dopo il crollo delle azioni di Country Garden holdings (un colosso immobiliare cinese che perso il 17,4% alla borsa di Hong Kong, pesando sull’indice Hang Seng) la scossa al mercato immobiliare cinese rischia di avere delle conseguenze anche altrove.
La notizia del crollo delle azioni, segue quella della sospensione degli scambi su una decina delle sue obbligazioni onshore dal valore complessivo di 16 miliardi di yuan (2,2 miliardi di dollari). Il crollo di Country Garden è un segnale della salute dell’economia cinese, perché il settore immobiliare è uno dei principali pilastri dell’economia del Paese (un terzo del Pil della Cina).
Come può il crollo di Country Garden generare preoccupazioni al mercato immobiliare globale?
Colosso immobiliare cinese crolla: il rischio globale
Country Garden ha provato, senza successo, a rassicurare investitori e obbligazionisti, scrive la Repubblica, facendo sapere che sta valutando diverse misure di gestione del debito per salvaguardare il suo sviluppo di lungo termine. L’azienda intende inoltre impegnarsi «nelle vendite» di alcuni asset, a iniziare da quelli non performanti come gli hotel e gli edifici adibiti a uffici e a «rafforzare il controllo interno» per «ridurre le spese amministrative e di gestione» e migliorare «l’efficienza operativa, si legge in merito.
Il crollo di Country Garden porta il rischio di crollo del mercato immobiliare anche in Europa. Gli indizi sono diversi e sono anche legati ai tassi di interesse più elevati che hanno aumentato il costo dei prestiti.
La crisi del settore immobiliare è qui?
Secondo gli analisti ci sono incertezze nel settore immobiliare commerciale europeo. Particolarmente preoccupante è, per esempio, la concentrazione dei finanziamenti da prestatori non bancari - o le cosiddette banche ombra - che hanno colmato il rallentamento sulla scia di una regolamentazione più rigorosa sulle banche tradizionali, ha affermato Matthew Pointon, economista immobiliare senior presso Capital Economics.
Alcuni mesi fa scrivevamo che prima della crisi finanziaria globale le banche tradizionali europee offrivano prestiti pari all′80% del valore di un edificio. Ora raramente superano il 60%. Oggi le previsioni non sono migliorate e questo mantiene ben salda l’incertezza.
Di precedenti, prima di Country Garden, ce ne sono stati. Tra questi Evergrande, alle prese con un indebitamento di 300 miliardi di dollari. Di fronte a questi crolli colossali si teme l’effetto contagio su acquirenti di case e banche nazionali, come si legge su Ansa, con un ulteriore colpo alle prospettive di ripresa del settore e della Cina alla prese con la deflazione.
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