Chi ha optato per il riscatto della laurea nel 2023 può ottenere una detrazione o una deduzione fiscale nel modello 730/2024. Ecco le differenze e quando si può ottenere l’una o l’altra agevolazione.
Quali sono le agevolazioni fiscali previste per i contributi versati per il riscatto della laurea? Come si possono indicare i contributi pagati per il riscatto della laurea nel modello 730/2024?
Per aumentare gli anni di contributi previdenziali versati, i laureati possono riscattare gli anni di studi universitari, versando all’Inps un importo destinato ai contributi previdenziali per il periodo di studio.
In questo modo tali anni di impegno saranno contati come anni lavorativi ai fini del calcolo dell’assegno pensionistico, con la possibilità di anticiparla.
Possono essere riscattati solo gli anni previsti nel corso legale di studio, non possono quindi essere riscattati gli anni fuori corso. Inoltre il contribuente può scegliere anche di riscattare solo alcuni degli anni del corso di studio, ad esempio nel caso in cui per accedere alla pensione manchino solo pochi anni.
Nel momento in cui si vanno a versare questi contributi vi è la possibilità di indicarli nella dichiarazione dei redditi del modello 730/2024 ottenendo la deduzione o detrazione delle relative spese.
Le agevolazioni fiscali che si possono ottenere cambiano in base al soggetto che dichiara la spesa sostenuta, cioè se trattasi del laureato oppure di una persona diversa a cui sia fiscalmente a carico, ad esempio un genitore, oppure l’azienda che intende favorire l’esodo del lavoratore.
Ecco come dichiarare nel modello 730/2024 i contributi versati per il riscatto della laurea nei vari casi.
Come funziona il riscatto della laurea?
Il riscatto della laurea permette a coloro che hanno conseguito un titolo di studio universitario di pagare i contributi Inps per gli anni di studio a fini pensionistici.
Per poter accedere a questa possibilità è necessario che si verifichino determinate condizioni, prima fra tutte quella di aver effettivamente conseguito il titolo di studio.
Possono essere riscattati gli anni dei corsi di:
- diploma universitario di durata di 3 anni;
- diploma di laurea;
- laurea triennale;
- laurea specialistica;
- laurea magistrale;
- diploma di specializzazione post-laurea di durata superiore ai 2 anni;
- dottorato di ricerca.
Rimane un’opzione possibile anche per lauree conseguite all’estero, purché siano riconosciute dall’ordinamento italiano.
Non possono essere riscattati i master universitari. Possono fare la richiesta di riscatto della laurea in modalità differenti, sia i lavoratori occupati, sia gli inoccupati.
Il calcolo delle somme da versare varia a seconda degli anni in cui si sono svolti gli studi, poiché è necessario tenere conto delle diverse riforme previdenziali che si sono succedute nel tempo. Il calcolo viene svolto dall’Inps, o dalla Cassa di riferimento, e aumenta con il passare degli anni, ma si può anche scegliere di riscattare solo alcuni degli anni di studio.
In linea generale, quindi, prima viene fatta la richiesta più sarà conveniente, anche se spesso può risultare una soluzione estremamente onerosa, anche utilizzando opzioni come quella del riscatto agevolato.
Deve essere ricordato che i contributi per il riscatto della laurea possono essere versati anche a rate, questo implica che per ciascun periodo di imposta potranno essere portati in deduzione o detrazione solo gli importi effettivamente versati per quel periodo di imposta.
Dove indicare i contributi per il riscatto della laurea nel modello 730
L’Agenzia delle Entrate ha precisato le regole riguardanti le indicazione dei contributi per il riscatto della laurea nel momento in cui ci si trova a compilare il modello 730/2024.
Ai sensi dell’articolo 10 del Tuir, si tratta di contributi deducibili dal reddito complessivo. Per poterli inserire all’interno del modello 730 di quest’anno è quindi necessario:
- accedere alla propria sezione personale del portale dell’Agenzia delle Entrate;
- selezionare il modello precompilato del 730/2024 e scegliere di modificarlo;
- andare a selezionare il quadro E.
Questo tipo di contributi devono, infatti, essere inseriti all’interno del quadro E, nel rigo E21, denominato “Contributi previdenziali e assistenziali”, e sono deducibili fino a concorrenza del reddito complessivo.
La procedura sopra descritta è valida quando chi ha riscattato gli anni di laurea è anche il laureato in questione, ovvero nel caso in cui sia il contribuente stesso ad aver versato le somme, mentre nel caso in cui il riscatto fosse stato fatto a favore di terzi, allora la compilazione dovrà essere differente.
Ricordiamo che la deduzione va a ridurre la base imponibile e può avere effetti sull’aliquota fiscale da applicare.
Riscatto della laurea da parte di terzi o dall’azienda: come fare
Se gli anni di laurea sono stati riscattati a favore di terzi e in particolare per un soggetto inoccupato e fiscalmente a carico, le somme versate saranno da considerarsi un onere detraibile per il contribuente che le ha versate.
Sono considerati inoccupati coloro che, al momento della domanda, non risultano essere stati mai iscritti ad alcuna forma obbligatoria di previdenza, inclusa la Gestione Separata Inps.
In questo caso infatti al soggetto che ha sostenuto la spesa spetta la possibilità di usufruire di una detrazione d’imposta pari al 19% del totale versato per l’anno di imposta. Gli importi quindi non sono più deducibili, ma spetta la detrazione.
Per poter accedere a questa opzione bisogna comunque andare a compilare il quadro E, seguendo queste istruzioni:
- all’interno del quadro E bisogna andare a indicare le informazioni richieste;
- queste informazioni relative al riscatto degli anni di laurea per terzi si possono inserire nei righi dall’E8 all’E10;
- il codice da applicare è 32, riservato appunto alle “spese relative ai contributi versati per il riscatto degli anni di laurea dei familiari a carico".
Tale procedura dovrà essere applicata da un genitore che è andato a versare per il riscatto della laurea del figlio fiscalmente a carico, dopo che questo ha conseguito la laurea.
Nel caso in cui, però, il laureato sia già iscritto a forme previdenziali obbligatorie, allora la deduzione sarà senza limiti in favore di chi ha effettuato il versamento.
Se, invece di un familiare o del contribuente stesso, ad aver versato i contributi per gli anni di studio è stata l’azienda per incentivare l’esodo di un lavoratore, la situazione cambia. Gli oneri sono deducibili ai fini Ires.
In questo caso, infatti, il riscatto della laurea resta escluso dalla deduzione a fini Irpef, poiché è soggetto a tassazione separata (risposta a Interpello 490 del 21 ottobre 2020).
Come funziona per le lauree conseguite all’estero
Per quel che riguarda le lauree conseguite all’estero, la situazione rimane invariata, a patto che queste siano riconosciute anche in Italia. Questa regola è quella seguita anche per il riscatto, che può essere fatto solo per titoli validi in Italia.
Simulatore calcolo contributi riscatto laurea
Il costo del riscatto della laurea dipende da numerosi fattori, tra cui il periodo in cui la laurea è statta riscatata, oppure la situazione di inoccupato.
Per facilitare le valutazioni da parte dei contribuenti l’Inps sul proprio sito ha messo a disposizione un pratico strumento: un simulatore.
Si accede al simulatore identificandosi con la propria identità digitale;
Spid;
Cie;
Cns.
Per chi non dispone di tali credenziali è disponibile, sempre sul sito Inps, un simulatore senza accesso, ma il calcoolo è meno preciso e devono essere fornite indicazioni precise sui contributi previdenziali effettivamente versati.
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