Non pagare i debiti scappando all’estero, è possibile?

Ilena D’Errico

23 Luglio 2023 - 10:14

Non pagare i debiti scappando all’estero è possibile? Ecco cosa stabilisce la legge, quali sono i rischi e le conseguenze, oltre alle possibilità per il creditore.

Non pagare i debiti scappando all’estero, è possibile?

Scappare all’estero per non pagare i debiti è un po’ un mito cinematografico, ma in molti si sono fatti solleticare da questa tentazione presi dallo sconforto. Posto che quello di ripagare i debiti è un obbligo di legge e che dunque qualsiasi metodo per non pagare i creditori è illegale, cerchiamo di capire se effettivamente sia possibile liberarsi dai debiti in questo modo e quali sono le conseguenze.

Di norma, chi pensa di scappare all’estero per non pagare i debiti fa affidamento sulla difficoltà di essere rintracciato dai creditori e dall’assenza delle conseguenze che invece si patirebbero sul territorio italiano. Il meccanismo, però, non è così semplice e anzi il debitore potrebbe perfino peggiorare la sua situazione.

È possibile scappare all’estero per non pagare i debiti?

Non si può dare una risposta univoca a chi si chiede se scappando all’estero può non pagare i debiti. Per quanto concerne la legge, infatti, non si può non pagare i debiti – a prescindere dal mezzo – a meno che si presentino delle eccezioni, come la prescrizione del credito.

Riguardo a questa possibilità, però, c’è anche da considerare la possibilità di viaggiare. La legge italiana prevede infatti che non possa ottenere il passaporto chi ha debiti dovuti a condanne penali, dunque multe o ammende. Chi ha questo tipo di debiti nei confronti dello Stato non può quindi viaggiare all’estero, o meglio non può uscire dai confini comunitari. In tutti gli altri casi, invece, è possibile andare all’estero pur avendo dei debiti. Resta però da vedere se questo si possa rivelare un modo efficace per non pagarli.

Non pagare i debiti scappando all’estero

Come si può immaginare, i debiti non svaniscono semplicemente perché il debitore cambia Paese, altrimenti sarebbe inattuabile qualsiasi tipo di contrattazione internazionale o fra persone con diverse cittadinanze. Finché esiste il debito, il creditore può agire in sede legale per ottenere l’adempimento della prestazione, a prescindere dal luogo in cui si trova il debitore.

Al culmine dell’azione di recupero crediti c’è il pignoramento dei beni che, contrariamente a ciò che pensano in molti, non è automaticamente impossibile in uno Stato diverso. All’interno dell’Unione europea, ad esempio, è molto semplice ottenere il pignoramento dei beni del debitore che si trova in un altro Paese.

Se il debitore esce dai confini comunitari, invece, la procedura per pignorare i beni che si trovano all’estero può risultare più complessa ma non è comunque impossibile. Molti paesi, come ad esempio il Regno Unito, hanno peraltro stipulato apposite convenzioni internazionali che facilitano notevolmente le azioni di credito.

È comunque vero che con il complicarsi e l’allungarsi della procedura il creditore potrebbe desistere, rinunciando al credito o lasciando decorrere il tempo della prescrizione senza più interromperla. Sul punto è però fondamentale ricordare due aspetti fondamentali:

  • La residenza come luogo di notifica;
  • l’entità del debito.

In primo luogo, se il debitore ha lasciato la sua residenza in Italia e il creditore invia delle richieste di pagamento in quel luogo, queste si considerano comunque efficaci, anche se nessuno dovesse ritirarle e rimanessero in stato di giacenza.

In secondo luogo, è improbabile che un debitore organizzi un viaggio molto lontano dai confini nazionali per debiti di entità trascurabile. Così come è molto probabile che l’impegno dei creditori a ottenere il pagamento sia direttamente proporzionale al suo valore, ecco perché scappare si rivela spesso una soluzione fallimentare.

Gli interessi, peraltro, continuano a crescere e anche nella – remotissima – ipotesi in cui il debitore dovesse davvero risultare irreperibile, non potrebbe tornare in Italia, intestarsi beni o mandare soldi ai propri familiari rimasti in Italia, insomma ai limiti della latitanza.

Non pagare le tasse scappando all’estero

Quanto detto sui debiti che permangono anche se il debitore va all’estero vale anche per le tasse dovute allo Stato italiano. Sul punto, però, bisogna anche precisare che se il debitore non sposta la residenza e la dimora abituale (quest’ultima per almeno 183 giorni all’anno o 184 nell’anno bisestile) nel Paese di destinazione, continua a dover pagare le tasse all’Italia.

Scappare all’estero per non pagare i debiti, cosa si rischia

Scappare all’estero per non pagare i debiti è poco funzionale, perché come visto le azioni di recupero crediti restano attuabili anche nel Paese di destinazione, con tanto di pignoramento dei beni. Non ci sono però vere e proprie conseguenze legali, dato che non si configura un reato per il semplice fatto di trasferirsi all’estero.

Oltretutto, se il debitore è nullatenente non ha beni pignorabili non subisce nemmeno il pignoramento, perlomeno nella maggior parte dei casi. Ci sono però due particolari circostanze in cui chi scappa all’estero per fuggire dai debiti commette un reato. Quella principale riguarda l’insolvenza fraudolenta, che si configura quando un soggetto contrae un debito pur sapendo di non volerlo o poterlo pagare.

Infine, se il debitore non porta con sé la famiglia, rischia l’accusa di violazione degli obblighi di assistenza familiare, in particolar modo se ha figli minorenni.

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