La Legge di Bilancio 2025 finanzia la Nuova Sabatini con 400 milioni di euro nel 2025. Ecco la sintesi degli incentivi Nuova Sabatini per il 2025 per le imprese che fanno innovazione.
La legge di Bilancio 2025 riserva importanti aiuti alle imprese con finanziamenti alla Nuova Sabatini che mette a disposizione incentivi per beni strumentali e innovazione.
La Nuova Sabatini è un’agevolazione messa a disposizione dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (prima Ministero dello Sviluppo Economico) con l’obiettivo di facilitare l’accesso al credito alle PMI in modo che possano accrescere la loro competitività attraverso beni strumentali che adottano tecnologie innovative al fine di migliorare il processo produttivo e/o la qualità dei prodotti/servizi. Si tratta di una misura strutturale nel nostro sistema.
Le agevolazioni sono previste sia a fronte dell’acquisto di nuovi beni strumentali, sia a fronte di contratti di leasing che consentano quindi di utilizzare tali beni strumentali pur non diventandone proprietari.
Ma ecco tutte le novità previste per il 2025 e le peculiarità della Nuova Sabatini.
Nuova Sabatini: cosa cambia nel 2025
Con l’articolo 75 presente nel Disegno di Legge di Bilancio 2025 sono stati stanziati ulteriori 400 milioni di euro per il 2025, 100 milioni di euro per il 2026 e 400 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2027 al 2029 in favore del Fondo Nuova Sabatini. Ciò consentirà l’accesso agli aiuti previsti per un maggior numero di imprese.
Ricordiamo che la Nuova Sabatini è una misura strutturale e le imprese possono presentre istanza di accesso ai fondi in qualunque momento.
Inoltre, è stato ampliato rispetto al passato l’accesso agli incentivi, attualmente possono richiedere le agevolazioni le imprese di tutti i settori produttivi, inclusi agricoltura e pesca, ad eccezione del settore inerente alle attività finanziarie e assicurative.
Tra le novità introdotte di recente vi è inoltre la “Nuova Sabatini Capitalizzazione” il cui obiettivo è incentivare i processi di capitalizzazione delle PMI che intendono realizzare un programma di investimento in macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo e hardware, nonché software e tecnologie digitali.
A quanto ammonta il contributo della Nuova Sabatini 2025
La prima cosa da fare è definire il perimetro della legge Nuova Sabatini, la stessa è rivolta a micro, piccole e medie imprese (identificate secondo i criteri indicati nella Raccomandazione 2003/361/CE). Deve trattarsi di imprese regolarmente iscritte nel Registro delle imprese o nel Registro delle imprese di pesca, inoltre:
- non devono trovarsi in stato di liquidazione o essere sottoposte a procedure concorsuali;
- non sono nelle condizioni di essere considerate “imprese in difficoltà”;
- non rientrano tra i soggetti che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti considerati illegali o incompatibili dalla Commissione Europea;
- abbiano sede legale o una unità locale in Italia; per le imprese non residenti nel territorio italiano il possesso di una unità locale in Italia deve essere dimostrato in sede di presentazione della richiesta di erogazione del contributo.
Sono ammesse al finanziamento le imprese operanti in tutti i settori, tra cui anche agricoltura e pesca, restano esclusi solamente i settori finanziario e assicurativo e “attività connesse all’esportazione e per gli interventi subordinati all’impiego preferenziale di prodotti interni rispetto ai prodotti di importazione”.
Pagamento Nuova Sabatini in unica rata, ecco quando
L’articolo 1 comma 48 della legge di Bilancio 2022 modifica l’articolo 2 del decreto legge 21 giugno 2013 n° 69, convertito con modificazioni e integrazioni nella legge 98 del 2013. In seguito a tali modifiche è previsto il pagamento degli importi riconosciuti per la Nuova Sabatini in ratei annui, tranne nel caso in cui l’importo sia non superiore a 200.000 euro, in questo caso il pagamento avviene in unica quota. In seguito a tale modifica, il Ministero dello Sviluppo Economico ha provveduto ad emanare la circolare 696 del 17 marzo 2022 che va a chiarire i vari punti della nuova disciplina.
Ricordiamo a questo proposito che per le domande presentate dal 1° maggio 2019 al 16 luglio 2020 è previsto il pagamento in un’unica rata per gli importi non superiori a 100.000 euro, mentre dal 17 luglio 2020 al 31 dicembre 2020 il pagamento in unica soluzione è previsto per importi non superiori a 200.000 euro. Dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2021 si procede solo al pagamento in unica soluzione. Infine, viene ripristinato il rateo unico dal 1° gennaio 2022 solo per importi non superiori a 200.000 euro.
Per quanto riguarda gli importi che si possono ricevere, la normativa prevede dei tetti all’investimento, la misura minima è 20.000 euro, mentre la misura massima è di 4 milioni di euro. Tali somme costituiscono i range agevolabili.
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Come fare domanda per gli incentivi della Nuova Sabatini
La prima cosa da dire è che la Nuova Sabatini coinvolge 3 soggetti, cioè l’impresa, la banca o il finanziatore e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy che eroga i fondi.
Di conseguenza la gestione della domanda per ottenere le agevolazioni richiede l’interlocuzione tra questi tre soggetti. La normativa prevede che l’impresa interessata proponga a una banca la richiesta di finanziamento di importo minimo di 20.000 euro e massimo di 4 milioni di euro.
Contestualmente alla presentazione della richiesta di finanziamento deve presentare, sempre alla banca, la domanda di accesso all’agevolazione. Il finanziamento non deve avere una durata superiore a 5 anni. L’investimento deve, invece, essere ultimato entro un anno.
In questa fase l’impresa deve dichiarare di essere in possesso dei requisiti previsti per poter accedere alle agevolazioni della Nuova Sabatini. Tali requisiti devono essere anche attestati. Se la domanda viene ritenuta corretta dalla banca, o altro intermediario, viene trasmessa telematicamente al Ministero delle Imprese e del Made in Italy al fine di prenotare i fondi.
A questo punto la banca dovrà attendere la comunicazione del Ministero circa la disponibilità dei fondi e solo dopo tale conferma, si otterrà l’erogazione da parte della banca dei finanziamenti in modo che si possa procedere all’investimento.
Il Ministero nel confermare la disponibilità dei fondi trasmette il provvedimento di concessione che comprende anche il piano temporale di erogazione che termina in ogni caso entro il sesto anno dalla data di ultimazione dell’investimento.
Una volta effettuato l’investimento, la banca/intermediario o finanziatore procederà a richiedere l’erogazione dei fondi che potranno essere versati in unica soluzione se non superiori a 200.000 euro o in quote annuali per un periodo massimo di 5 anni se superiori a tale somma.
A quanto ammonta il contributo della Nuova Sabatini?
Il contributo erogato dallo Stato con la Nuova Sabatini mira ad abbattere gli interessi che solitamente paga chi chiede un prestito/finanziamento, gli interessi sono:
- 2,75% rispetto alla somma del finanziamento;
- 3,575% nel caso in cui l’investimento sia in tecnologie 4.0;
- 3,575% per gli investimenti green (in relazione a domande presentate a partire dal 1° gennaio 2023).
Per “investimenti green” si intendono operazioni correlate all’acquisto, o acquisizione nel caso di operazioni di leasing finanziario, di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo, a basso impatto ambientale, nell’ambito di programmi finalizzati a migliorare l’ecosostenibilità dei prodotti e dei processi produttivi.
In questo caso l’agevolazione è concessa sotto forma di contributi in conto impianti il cui ammontare è determinato in misura pari al valore degli interessi calcolati, in via convenzionale, su un finanziamento della durata di cinque anni e di importo uguale all’investimento ad un tasso d’interesse annuo pari al 3,575%. Per ottenere la maggiorazione occorre comunque avere un’idonea certificazione ambientale di processo da cui emerga il reale minore impatto ambientale.
La circolare del 17 marzo 2022 specifica che devono essere considerati investimenti in tecnologie 4.0 quelli inerenti:
- big data;
- cloud computing;
- banda ultralarga;
- cybersecurity;
- robotica avanzata;
- meccatronica;
- realtà aumentata;
- manifattura 4D;
- Radio Frequency identification;
- sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti.
Gli investimenti diversi da questi sono considerati ordinari.
Come viene pagato il contributo
Le PMI che ottengono il provvedimento di concessione da questo momento hanno un anno di tempo per completare l’investimento. Per determinare tale momento viene preso in considerazione l’ultimo titolo di spesa riferito all’investimento e se trattasi di leasing si tiene in considerazione la data dell’ultimo verbale di consegna dei beni.
Ultimato l’investimento, la PMI compila telematicamente la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà attestante l’avvenuta ultimazione dell’investimento (Modulo DUI). La trasmissione deve essere fatta attraverso il sito e utilizzando le credenziali fornite dal Ministero tramite PEC.
Al termine della compilazione, la piattaforma rilascia in pdf il Modulo DUI contenente l’elenco dei beni oggetto di agevolazione. Su esso va apposta la firma digitale del legale rappresentante o procuratore dell’impresa e deve essere nuovamente inviato al Ministero attraverso la stessa piattaforma. La comunicazione deve avvenire entro 60 giorni dall’ultimazione dei lavori pena la decadenza dal beneficio.
A questo punto, al fine di attivare le verifiche amministrative tese a sbloccare il pagamento della prima quota o della quota unica, la PMI compila, sempre telematicamente e attraverso la piattaforma, il Modulo RU (Richiesta Unica di erogazione).
Al termine della compilazione viene generato il documento RU compilato da completare con firma digitale apposta dal rappresentante legale della PMI o dal procuratore e inviato nuovamente alla piattaforma entro 120 giorni dal termine ultimo per la conclusione dell’investimento e previo pagamento a saldo da parte della impresa. Il mancato adempimento porta alla revoca dell’agevolazione.
Nel caso di beni rientranti nella categoria tecnologie 4.0 nel modulo RU deve essere attestato che gli stessi sono interconnessi ai sistemi informatici di fabbrica. Se l’investimento ha un valore superiore a 150.000 euro il modulo RU deve essere corredato dalle dichiarazioni inerenti le informazioni antimafia. I moduli RUI e RU possono essere inviati anche contestualmente.
Solo dopo aver adempiuto a tutte le formalità ora viste, il Ministero provvederà entro 60 giorni dalla trasmissione del modulo RU al pagamento della quota unica o della prima quota. L’erogazione viene effettuata previa verifica del durc online.
Le imprese che ricevono l’agevolazione in quote annuali devono provvedere con cadenza annuale alla trasmissione del Modulo RP (richiesta di pagamento). Per ottenere le varie quote la PMI deve essere in regola con il piano di rimborso del finanziamento, naturalmente le irregolarità devono essere segnalate dal finanziatore. La nuova richiesta non può avvenire a meno di 12 mesi dalla precedente. Il mancato rispetto dei termini porta alla decadenza parziale dai benefici.
Ricordiamo che con la circolare direttoriale 50031 dell’11 dicembre 2023 sono stati modificati i modelli per presentazione e domanda e atto di notorietà, alleghiamo la documentazione nuova.
Cosa scrivere in fattura
Al fine di ottenere le agevolazioni previste dalla legge Nuova Sabatini è necessario che le fatture dei pagamenti abbiano la giusta dicitura: “Spesa di euro xxx realizzata con il concorso delle provvidenze previste dall’articolo 2, comma 4, del decreto legge 21 giugno 2013 n° 69”. Tale dicitura è prevista espressamente all’interno del decreto interministeriale 25 gennaio 2016, articolo 10, comma 6.
Nel caso di fattura elettronica la dicitura deve essere inserita nell’oggetto o nel campo note. La medesima dicitura deve essere apposta anche nella causale del bonifico corrispondente alla fattura.
Nell’ipotesi in cui non sia possibile inserire la dicitura per esteso, è sufficiente l’inserimento del CUP (Codice Unico di Progetto) all’interno della fattura o nella causale del pagamento; in tal caso, è necessario che nella causale del relativo bonifico, oltre all’indicazione del CUP, ci sia anche un richiamo al titolo di spesa oggetto del pagamento.
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