Ogni 100 euro guadagnati, quanto resta nelle tasche degli italiani?

Patrizia Del Pidio

13 Luglio 2024 - 15:48

Quanto resta nelle tasche degli italiani, dopo il pagamento delle tasse, per ogni cifra guadagnata? Vediamo su 100 euro quanti soldi rimangono.

Ogni 100 euro guadagnati, quanto resta nelle tasche degli italiani?

Ogni 100 che un italiano guadagna, quanti vanno via in tasse e quanti restano, effettivamente, nelle sue tasche? Una domanda che probabilmente molti si pongono per comprendere se si lavora veramente per se stessi o se, invece, gran parte del proprio stipendio finisce nelle casse dell’Erario.

Sicuramente la pressione fiscale in Italia è molto alta e nel 2023 è stata pari al 47,5%. Gli italiani, quindi, in media lasciano quasi la metà di quello che guadagnano al Fisco. Il potere d’acquisto della media degli italiani è molto diminuito con il passare degli anni, anche e soprattutto a causa dell’aumentare delle imposte, delle tasse e dei balzelli che ogni cittadino è chiamato a pagare.

Questo discorso, ovviamente, non riguarda gli evasori fiscali che, di fatto, si mettono in tasca tutto quello che guadagnano senza dare nulla al Fisco. Però la maggior parte degli italiani è virtuosa e versa il dovuto nelle casse dell’Erario.

Non solo tassazione sui redditi

L’Irpef massima applicata agli scaglioni di reddito è del 43%, ma riguarda solo coloro che guadagnano più di 50.000 euro. Chi rimane al di sotto dei 28.000 euro paga il 23% di Irpef e chi supera questo importo rimanendo, però, al di sotto dei 50.000 euro, versa il 35% di quanto eccede il primo scaglione. Come si fa da queste cifre a giungere a una pressione fiscale del 47,5%?

Gli italiani non pagano solo le tasse sul reddito delle persone fisiche, ma sono chiamati a pagare una serie quasi infinita di balzelli. Imposta sulla casa (IMU), tassa sull’immondizia (Tari), canone Rai, bollo auto, tassa per l’occupazione del suolo pubblico (TOSAP), solo per citarne qualcuno, sono balzelli che si sommano all’Irpef. In questo elenco di versamenti, tra l’altro, non bisogna dimenticare l’IVA che ognuno di noi è chiamato a versare quando acquista un bene, un prodotto o un servizio e la percentuale da pagare varia dal 4% al 22%.

Ogni 100 euro guadagnati quanti ne restano al lavoratore?

Da oltre 20 anni la Cgia di Mestre elabora un calcolo per determinare il Tax Freedom Day, il giorno della liberazione fiscale in cui gli italiani smettono di riversare il proprio stipendio per pagare le tasse e cominciano a lavorare per soddisfare i propri bisogni. Ovviamente si tratta di un traguardo del tutto teorico che, però, rende bene l’idea.

Il giorno della liberazione fiscale, è bene sottolinearlo, non rappresenta il giorno dell’anno in cui smettere di pagare le tasse, ma quello in cui, se tutto lo stipendio fino a quel momento guadagnato fosse stato destinato solo alle tasse, si smetterebbe di pagarle.
Quest’anno il giorno di liberazione fiscale è stato individuato nella data del 3 giugno (nel 2023 è stato individuato nell’8 giugno), primo giorno destinato ai propri bisogni. Il che significa che gli italiani, in media, devono lavorare 154 giorni per versare tutte le tasse dovute nel corso dell’anno.

Con questo dato è possibile calcolare quanto dei nostri guadagni finisce al Fisco. Ogni 100 euro guadagnati agli italiani restano in tasca 57,90 euro, mentre 42,10 euro finiscono in tasse. Come si calcola quello che resta nelle nostre tasche dello stipendio?

Se si vuole procedere su base mensile si deve prendere lo stipendio lordo, dividerlo per 366 (il 2024 è bisestile) e poi moltiplicare il risultato per 154 (i giorni che si lavora per pagare le tasse). Il risultato è dato dalla parte di stipendio destinata alle tasse; la differenza tra lo stipendio lordo e quello destinato alle tasse, invece, ci restituisce la parte dello stipendio che resta nelle nostre tasche. Se si vuole procedere su base annuale, invece, si deve prendere lo stipendio lordo annuo (solitamente riportato nella CU che il datore di lavoro mette a disposizione per l’anno precedente entro il mese di marzo) e procedere con lo stesso calcolo, tenendo conto che il numero 154 è valido per il 2024.

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