Mentre la guerra è nel suo momento clou con l’imminente invasione della striscia di Gaza, Israele è accusato di star mettendo in atto una sorta di pulizia etnica in Palestina.
In Palestina è in atto una pulizia etnica da parte di Israele? Con la guerra che ormai ha superato le due settimane e in attesa dell’invasione via terra nella striscia di Gaza, questa è la domanda che riecheggia sul web e in alcuni talk televisivi.
Per prima cosa bisogna chiarire cosa significa “pulizia etnica”, facendoci aiutare dalla definizione data dalla Treccani a questa espressione.
Programma di eliminazione delle minoranze, realizzato attraverso il loro allontanamento coatto o ricorrendo ad atti di aggressione militare e di violenza, per salvaguardare l’identità e la purezza di un gruppo etnico. L’espressione è stata usata soprattutto in riferimento alla guerra civile nei territori dell’ex Iugoslavia.
Perché allora si parla di pulizia etnica in Palestina? Come tristemente noto, dopo l’attacco senza precedenti di Hamas allo Stato ebraico la reazione di Israele è stata durissima, tanto che è stata dichiarata la guerra totale nei confronti della milizia armata palestinese.
L’atto decisivo di questa ennesima guerra in Terra Santa sarà l’imminente invasione via terra nella striscia di Gaza, momento in cui Israele cercherà di “schiacciare” una volta per tutte il nemico di sempre Hamas.
In questo scenario Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati dal 1967, ha affermato che “i palestinesi sono in grave pericolo di pulizia etnica di massa”.
“C’è il grave pericolo - ha aggiunto Albanese - che quello a cui stiamo assistendo possa essere una ripetizione della Nakba del 1948 e della Naksa del 1967, ma su scala più ampia”. La Nakba portò all’espulsione dall’odierno Israele di 750.000 palestinesi, mentre la Naksa provocò lo sfollamento di altri 350.000 palestinesi dalla Cisgiordania e dalla striscia di Gaza.
Accuse queste naturalmente respinte al mittente da Israele, che ha invocato il suo diritto alla difesa dopo che l’attacco subito da Hamas ha provocato 1.400 morti e quasi 5.000 feriti tra gli israeliani, senza contare i 200 ostaggi che ancora sarebbero prigionieri a Gaza.
Palestina, Israele e le accuse di pulizia etnica
Di recente c’è stato un fatto che ha fatto strillare una parte dell’opinione pubblica alla pulizia etnica in Palestina. Come riporta il Tg La7, ci sarebbe stato un “volantinaggio dell’aeronautica israeliana sulla Striscia di Gaza per invitare i civili all’evacuazione”. Ecco quello che sarebbe stato il testo del volantino.
Per i residenti di Gaza City, le organizzazioni terroristiche hanno iniziato la guerra contro lo Stato di Israele. La città di Gaza è diventata un campo di battaglia. Dovete evacuare immediatamente la vostra casa e dirigervi verso la valle meridionale di Gaza.
In teoria seconda gli accusatori, Israele vorrebbe mandare via più palestinesi possibile dalla striscia di Gaza e dalla Cisgiordania, creando dei profughi da far accogliere in altri Paesi. Il motivo di fondo sarebbe demografico.
In Israele su un totale di circa 9,3 milioni di abitanti, 2 milioni sono palestinesi che naturalmente hanno diritto di voto. Prima della guerra, nella striscia di Gaza la popolazione palestinese è stata stimata in 2,5 milioni e in Cisgiordania in 2,1 milioni. In più ci sarebbero altri 2 milioni di palestinesi rifugiati nei Paesi vicini.
Considerando che i palestinesi sono molto giovani e fanno molti più figli rispetto agli israeliani che in totale sono 7,4 milioni, se Israele al termine di questa guerra dovesse annettere Gaza e la Cisgiordania gli israeliani si ritroverebbero a rischio di essere presto minoranza in patria, con tutte le conseguenze elettorali del caso.
Ecco spiegato il motivo per cui si parla di pulizia etnica in Palestina: Israele vorrebbe creare più profughi palestinesi oggi per non avere tanti cittadini votanti arabi domani. Accuse queste che naturalmente sono tutte da dimostrare, anche perché il finale di questa guerra ancora è tutto da decifrare.
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