L’Inps ha fatto una stima delle pensioni che riceveranno le persone della generazione X (quelle nate tra il 1965 e il 1980). Ecco le cifre e come sono state calcolate.
Ad ogni nuova crisi economica, ad ogni rialzo dell’inflazione le prime preoccupazioni corrono alle pensioni. Secondo le stime dell’Inps la generazione nata tra il 1965 e il 1980 potrebbe arrivare a ottenere una pensione di circa 750 euro. Il calcolo si riferisce a un caso specifico, anche se piuttosto comune, di persone con salario di 9 euro l’ora circa e contributi versati per 30 anni.
Il trend delle pensioni è in ogni caso al ribasso. I figli del boom economico, cioè quelli nati tra 1965 e il 1980 (la cosiddetta generazione X), sono destinati ad avere pensioni più basse. Il dramma delle pensioni è strettamente collegato alla crisi dell’occupazione e agli stipendi medi. Secondo il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, la stima rappresenta un vero e proprio dramma sociale.
Non è un caso se queste stime giungono oggi, nel XXI Rapporto annuale dell’Istituto nazionale della previdenza sociale (2021) in seguito a una mancata crescita dei salari e delle occupazioni stabili negli ultimi 20 anni. A confermare il problema alla base è stato il rapporto dell’OCSE sulla retribuzione europea, nel cui quadro generico l’Italia si è posizionata al penultimo posto nella classifica dei Paesi dell’eurozona con le retribuzioni più basse d’Europa. Il dato, già di per sé critico, è in diminuzione del -6% rispetto alla media degli ultimi 30 anni.
A salari bassi corrispondono pensioni basse: le parole di Tridico e le stime dell’Inps
Non è la prima volta che il presidente dell’Inps fa un riferimento chiaro a come i salari bassi di oggi rappresenteranno inevitabilmente le pensioni basse di domani.
La stima dell’Inps è basata su un calcolo specifico, ma le dinamiche degli stipendi dettano la direzione del caso specifico stesso. Il caso tipo preso in esame dall’Inps per calcolare una pensione di 750 euro al mese prevede:
- 30 anni di contributi versati
- salario di 9 euro all’ora
- pensionamento a 65 anni di età
Non sono dati che stupiscono, considerando che al momento in Italia il 32% dei pensionati già percepisce meno di 1.000 euro al mese e che attualmente un terzo dei lavoratori guadagna meno di 1.000 euro al mese, senza contare che il 23% dei contratti di lavoro sono a termine.
Sono tutti dati che, se non presi in considerazione, in futuro potranno confermare la stima media dell’Inps per una platea piuttosto elevata di soggetti. Per questo Tridico ha voluto sottolineare come ci sia bisogno di una maggiore flessibilità del sistema pensionistico. “Bisognerebbe pensare a una combinazione e a una flessibilità che possa favorire le carriere instabili e i lavoratori fragili”, ha commentato alla presentazione del XXI Rapporto annuale dell’Istituto nazionale della previdenza sociale presentata all’Università della Calabria.
Una pensione da 750 euro al mese: colpa di stipendi bassi e lavoro instabile
La stima dell’Inps è da ritenersi valida nel caso specifico indicato, infatti al variare di un fattore (in positivo o in negativo) la pensione può risultare più alta o più bassa. L’immagine è comunque quella di un dramma sociale, commenta il presidente dell’Inps e questo perché il vero dramma non è il sistema di calcolo della pensione, ma le politiche del lavoro.
In Italia ci sono i salari tra i più bassi d’Europa, in particolare per le donne e i giovani. L’Ocse ha posizionato l’Italia negli ultimi posti per crescita dei salari medi reali, cioè al netto dell’inflazione, per il periodo tra il 1990 e il 2020. In futuro, senza l’intervento dello Stato su dinamiche a lungo termine come quello del sistema pensionistico, per giovani di oggi lo scenario potrebbe essere ancora più drammatico di quello stimato dall’Inps oggi.
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