Pensioni, ecco cosa cambia da oggi: tutte le novità per gli assegni presenti e futuri

Simone Micocci

3 Gennaio 2024 - 09:56

Novità pensioni dal 1 gennaio, come cambiano gli importi (a partire dall’assegno pagato oggi) e le regole per andarci.

Pensioni, ecco cosa cambia da oggi: tutte le novità per gli assegni presenti e futuri

Con il pagamento delle pensioni in programma oggi mercoledì 3 gennaio tanto per chi ha l’accredito in posta quanto per chi lo ha in banca, si può dire che entrano in vigore tante novità che incidono sugli assegni presenti e futuri.

Intanto un nuovo importo di pensione che accompagnerà i pensionati da qui ad almeno fine anno: merito di una rivalutazione con la quale l’assegno viene adeguato all’inflazione e dell’Irpef più bassa per chi prende più di 15 mila euro l’anno.

Già da qualche giorno sono cambiate poi le regole per andare in pensione come modificate dalla legge di Bilancio 2024 entrata in vigore il 1° gennaio scorso. Regole che in alcuni casi semplificano l’accesso alla pensione, in altri lo peggiorano.

Il tutto mentre si guarda con scarsa fiducia al 2025, in quanto difficilmente il governo riuscirà a portare a compimento la riforma della pensione anticipata fissando per tutti la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica. I nuovi obblighi previsti dall’accordo sul Patto di stabilità raggiunto con l’Unione Europea, impediranno al nostro Paese di ricorrere ancora all’extra deficit per finanziare la manovra, con il rischio quindi di avere risorse limitate e insufficienti per alleggerire le regole per il pensionamento in Italia.

Cosa cambia per i pensionati da oggi

Con il pagamento delle pensioni, in programma con un giorno di “ritardo” come succede ogni anno, debuttano i nuovi importi fissati dalla rivalutazione, ossia quello strumento con cui gli assegni vengono adeguati al costo della vita come accertato dall’Istat.

Quest’anno il tasso accertato è del 5,4%, ma solo gli assegni il cui valore non supera di 4 volte l’importo del trattamento minimo di pensione (aggiornato a dicembre 2023) ne godranno per intero.

Per tutti gli altri si applica la rivalutazione parziale come modificata dal governo Meloni prima con la legge di Bilancio 2023 poi con quella del 2024. Le novità di quest’anno sono due: da una parte per chi è nella fascia compresa tra le 4 e le 5 volte il trattamento minimo si applica una percentuale di rivalutazione del 90% anziché dell’85%, dall’altra per le pensioni d’oro - con importo superiore a 10 volte il trattamento minimo - si passa da un 32% a un 22% del tasso.

La rivalutazione incide anche su altri trattamenti, quali:

  • pensioni di reversibilità, oltre all’importo del trattamento, per il quale si applica il tasso di rivalutazione previsto in base alla fascia di appartenenza, cambiano le soglie oltre cui la reversibilità è compatibile con i redditi da lavoro. Nel dettaglio, tra i 23.345,73 (3 volte il trattamento minimo) e i 31.127,64 euro (4 volte), la pensione di reversibilità percepita viene decurtata del 25%. Tra 31.127,64 euro e 38.909,55 euro (5 volte) la decurtazione è del 40%, mentre superando anche questa soglia è del 50%.

Parimenti, l’Inps in qualità di sostituto d’imposta applicherà la nuova Irpef sugli assegni, effettuando una trattenuta del 23% anziché del 25% sulla parte di pensione compresa tra i 15 mila e i 28 mila euro di reddito. Una novità che nel migliore dei casi - per i trattamenti di almeno 28 mila euro - comporterà un risparmio annuo di 260 euro.

Va detto che l’importo percepito a gennaio potrebbe essere in parte “falsato” per effetto del conguaglio, operazione con cui l’Inps ha ricalcolato l’Irpef effettivamente dovuta confrontandola con quella trattenuta. Un’operazione da cui a seconda dei casi ne potrebbe essere risultato un credito - e quindi un rimborso - o un debito con tanto di trattenuta.

Le nuove regole per andare in pensione

Come anticipato, sono cambiate anche le regole per andare in pensione per quanto nella maggior parte dei casi sono state confermate quelle previste dalla legge Fornero. In particolare, le novità di cui tener conto sono le seguenti:

  • per accedere alla pensione di vecchiaia i contributivi puri devono aver raggiunto un assegno d’importo almeno pari a quello dell’Assegno sociale (mentre nel 2023 il limite era di 1,5 volte);
  • per la pensione anticipata contributiva, invece, la soglia minima da raggiungere sale da 2,8 a 3 volte l’Assegno sociale. Resta di 2,8 volte per le donne con almeno un figlio, scende a 2,6 volte per chi ne ha almeno due;
  • per la pensione con Quota 103 l’assegno viene ricalcolato interamente con le regole del contributivo, mentre le finestre mobili si allungano a 7 e 9 mesi per i dipendenti del settore privato e pubblico;
  • per la pensione con l’Opzione donna, invece, l’età anagrafica sale a 61 anni, con la possibilità di ridurla di 12 mesi per ogni figlio ma fino a un massimo di 2 anni;
  • per l’Ape sociale, l’anticipo pensionistico riservato alle categorie dei cosiddetti fragili, l’età anagrafica sale da 63 a 63 anni e 5 mesi.

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