Eliminare la legge Fornero resta un desiderio del centrodestra: nel 2025 arrivano importanti novità sulle pensioni. La conferma di Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro.
Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro, ha annunciato una nuova riforma delle pensioni in programma nel 2025 che come da programma elettorale del centrodestra aiuterà ad “abolire la legge Fornero”.
“Ci stiamo avvicinando” ha dichiarato Durigon, per quanto parlare di cancellazione della riforma Fornero sembra essere esagerato: secondo il piano annunciato, infatti, la novità sarà perlopiù una, quella riguardante la revisione dei requisiti per la pensione anticipata che oggi richiede 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e uno in meno per le donne, senza alcun vincolo anagrafico.
Per il resto non dovrebbero esserci modifiche alla riforma Fornero: dal sistema di calcolo contributivo dell’assegno all’adeguamento ogni biennio con le aspettative di vita, tutto resterà com’è.
Pensioni, “anno chiave” per Durigon
In un’intervista rilasciata a Repubblica.it, Claudio Durigon ha fatto luce sulla riforma delle pensioni che la scorsa settimana era stata preannunciata da Giorgia Meloni, che pur non facendo emergere dettagli sulle misure in cantiere - “ci sta lavorando la ministra Calderone” - aveva lasciato intendere che l’obiettivo è di arrivare il prima possibile a Quota 41 per tutti.
“Sarà un anno chiave” ha spiegato Durigon, convinto che nella legge di Bilancio per il prossimo anno saranno stanziate le risorse per introdurre la misura tanto desiderata dalla Lega, quella Quota 41 per tutti che già sotto il governo Draghi poteva essere introdotta per mezzo di un disegno di legge depositato da alcuni parlamentari del Carroccio.
Nel dettaglio, riprendendo le parole di Meloni riguardo alla necessità di una riforma che sia “sostenibile, flessibile e duratura”, Durigon ha fissato l’obiettivo: “Puntiamo a indirizzare i prossimi 10 anni, non esistono riforme per sempre”.
E quando gli viene fatto notare che anche nel 2023 si partì con grande entusiasmo sulla riforma delle pensioni, con ben 5 tavoli di confronto, salvo poi lasciare tutto così com’è - anzi, ci sono stati persino peggioramenti - il sottosegretario risponde dicendo che “quei tavoli sono stati utili”. Va detto che i sindacati non sono dello stesso parere: ricordiamo infatti le numerose lamentele arrivate dopo gli incontri, nei quali secondo le parti sociali non si è mai scesi nel dettaglio delle misure che si volevano introdurre.
Ed effettivamente la legge di Bilancio 2024 ha previsto tutt’altro rispetto a quelle che erano le premesse, peggiorando i requisiti di accesso per Quota 103, Ape Sociale e Opzione donna. A riguardo Durigon si difende: “Non era questa la legge di Bilancio riservata alle pensioni, abbiamo preferito concentrarci sui salari”.
Quota 41 per tutti nel 2025
Riguardo alla riforma che verrà, Durigon si sbilancia: come noi di Money.it vi avevamo anticipato qualche giorno fa, i lavori del ministero del Lavoro si stanno concentrando su Quota 41 per tutti, misura che di fatto migliorerà l’attuale Quota 103 eliminando il requisito anagrafico.
Permetterà di andare in pensione una volta raggiunti 41 anni di contributi, rivedendo l’attuale pensione anticipata. Ma solo con penalizzazione, ricalcolando l’assegno interamente con il contributivo. “È sempre stato così” spiega Durigon, ed ha ragione: anche nella proposta di legge depositata nel 2021 era previsto il taglio.
Una riduzione che nel frattempo è sempre meno severa visto l’assottigliarsi della quota retributiva della pensione, ma che comunque rappresenterà un importante elemento di cui tener conto quando si sceglierà se accedere alla pensione anticipata con i requisiti fissati dalla Fornero oppure con la nuova Quota 41.
Come eliminare la Fornero secondo il Centrodestra
Superare la riforma Fornero “rimane un obiettivo politico del Centrodestra”, una legge che “dal giorno alla notte ha creato esodati intaccando i diritti dei lavoratori”. Va però sottolineato che per eliminarla servirebbero ingenti risorse, ecco perché per il momento non è stato possibile.
Ma grazie alla riforma firmata Centrodestra e “il peso via via minore delle pensioni retributive”, questa legge “prima o poi morirà”.
E non ci si limiterà a Quota 41: l’intenzione è di valutare con attenzione anche il tema dell’aspettativa di vita - già bloccata una volta - oltre ad aiutare i giovani a coprire i buchi di carriera recuperando con incentivi gli anni della formazione. Il tutto promuovendo la previdenza integrativa.
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