Pensioni e legge Fornero, ecco come cambiano i requisiti per il 2025

Simone Micocci

18 Giugno 2024 - 09:52

Riforma Fornero anche nel 2025. Possibili novità sul fronte flessibilità: si potrebbe passare da Quota 103 a Quota 41 per tutti. Ma la differenza sarebbe minima.

Pensioni e legge Fornero, ecco come cambiano i requisiti per il 2025

Quando siamo arrivati alla metà dell’anno sono ancora diversi i nodi da sciogliere sul lato pensioni, con le regole per il pensionamento nel 2025 che sono già chiare per la maggior parte delle misure ma con la persistenza di alcune incognite.

Va detto che quest’anno c’è molta meno attenzione sulla riforma delle pensioni. D’altronde nel 2024 di questo periodo era stato avviato un tavolo di confronto dove il Governo ha provato a individuare una strada comune con i sindacati. Un fallimento totale: dopo una serie di incontri preliminari, durante i quali non si è parlato neppure di risorse, il tavolo è stato abbandonato.

Tant’è che con la legge di Bilancio 2024 non c’è stato l’alleggerimento delle regole per il pensionamento tanto invocato dai lavoratori, anzi: per alcune misure, vedi Quota 103 con l’introduzione di una penalizzazione in uscita attraverso un ricalcolo contributito, come pure l’Ape Sociale e Opzione Donna con un incremento del requisito anagrafico, ne è scattato persino un peggioramento.

La sensazione è che per il 2025 si seguirà la stessa strada, con la legge Fornero che sarà predominante nella definizione dei requisiti per l’accesso alla pensione. Per quanto il Governo non abbia accantonato l’idea di una riforma strutturale del sistema previdenziale, a oggi la sensazione è che al massimo verranno confermate le misure in scadenza al 31 dicembre prossimo, quali appunto Quota 103, l’Ape Sociale e Opzione Donna.

Resiste una possibilità per Quota 41 per tutti: tuttavia, anche laddove il governo dovesse individuare le risorse necessarie per una tale novità, non si tratterebbe di un cambiamento sufficiente per poter parlare di “superamento della legge Fornero”. Come vedremo di seguito, infatti, non ci sarebbe chissà che differenza rispetto all’attuale Quota 103, come tra l’altro in passato ha avuto modo di sottolineare uno dei principali promotori di questa misura, il sottosegretario al Lavoro (in quota Lega) Claudio Durigon.

Cosa ha detto il governo sulla riforma delle pensioni

Come prima cosa è bene fare un’analisi delle ultime dichiarazioni fatte dal governo in merito alla riforma delle pensioni. Nei mesi scorsi è stata la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a esprimersi a riguardo. “Sappiamo che c’è bisogno di un intervento strutturale” ha dichiarato la premier, annunciando che la riforma resta uno degli obiettivi da raggiungere entro la fine della legislatura.

Dichiarazioni a cui ha fatto eco la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone, la quale tuttavia ha precisato che per quanto un dossier pensioni sia in esame presso gli uffici tecnici di via Vittorio Veneto è ancora prematuro parlarne.

Dopodiché silenzio, con i sindacati che dichiarano di non aver più ricevuto informazioni sulla possibilità di riaprire un confronto sulla riforma che verrà, il che probabilmente sta a significare che neppure per il 2025 il governo ha in programma quella svolta che dovrebbe portare al superamento della legge Fornero.

Al massimo si potrà arrivare a Quota 41 per tutti, consentendo a ogni lavoratore di andare in pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età. Ma si tratterebbe di un piccolo passo in avanti rispetto a Quota 103, con la quale oggi questa possibilità è riservata a coloro che hanno almeno 62 anni di età.

Anche perché nel frattempo verrebbe mantenuta la penalizzazione in uscita del ricalcolo interamente contributivo della pensione.

Troppo poco quindi per poter parlare di “superamento” della legge Fornero. Tant’è che lo stesso Durigon, sottosegretario al Lavoro, qualche mese fa ha sottolineato che non sono così tante le persone che hanno maturato i 41 anni di contributi prima del compimento dei 62 anni, le quali quindi beneficerebbero del passaggio da Quota 103 a Quota 41 per tutti.

Pensioni con legge Fornero nel 2025, cosa succederà

Salvo sorprese - al momento impensabili visto che le risorse per la prossima legge di Bilancio rischiano di essere inferiori a quelle messe a disposizione dall’ultima manovra a causa delle nuove regole del Patto di stabilità europeo - la legge Fornero sulle pensioni resterà così com’è.

Potrebbero esserci dei ritocchi, ma niente di stravolgente.

La buona notizia è che per almeno altri 2 anni non ci sarà alcun innalzamento dei requisiti per andare in pensione visto che l’Istat non ha accertato una variazione significativa delle speranze di vita tale da giustificare un aumento dell’età pensionabile.

Quel che è certo è che si potrà andare in pensione a 67 anni di età e 20 anni di contributi (pensione di vecchiaia), o in alternativa con 42 anni e 10 mesi di contributi - un anno in meno per le donne - e indipendentemente dall’età anagrafica (pensione anticipata).

E per i contributivi puri, ossia chi ha iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996 e non ha contributi versati nel periodo precedente, continuano a valere le opzioni di vecchiaia e anticipata a loro riservati, per i quali il diritto alla pensione si raggiunge rispettivamente con 71 anni di età e 5 anni di contributi o con 64 anni di età e 20 di contributi, oltre a un assegno almeno pari a 3 volte l’Assegno sociale (soglia più bassa per le lavoratrici con figli).

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