Pensioni più alte per i prossimi due anni: di quanto aumentano gli assegni e perché

Stefano Rizzuti

10/12/2022

Gli assegni previdenziali mensili cresceranno per chi va in pensione nel biennio 2023-2024: ecco di quanto e cosa c’entrano il montante contributivo e l’aspettativa di vita ridotta a causa del Covid.

Pensioni più alte per i prossimi due anni: di quanto aumentano gli assegni e perché

Pensioni più alte nel biennio 2023-2024. Buone notizie in arrivo per chi si ritirerà dal lavoro nel prossimo biennio, con un aumento degli assegni grazie a un montante contributivo più favorevole. A essere modificati, nello specifico, sono i coefficienti di trasformazione del montante contributivo per il biennio in arrivo: saranno più favorevoli, per i pensionati, rispetto a quelli del biennio 2021-2022.

Tradotto in parole semplici vuol dire che le pensioni, di tutti, cresceranno leggermente per chi si ritirerà nel prossimo biennio rispetto alle condizioni attuali. Praticamente, a parità di contributi accumulati, chi va in pensione dal 2023 potrà godere di un assegno mensile leggermente più alto rispetto a chi, per esempio, ci va entro la fine dell’anno in corso.

Proviamo quindi a spiegare cosa sono i coefficienti di trasformazione del montante contributivo, quanto saranno più favorevoli nel prossimo biennio, quanto aumenteranno gli assegni previdenziali e perché la motivazione principale di questo aumento è legata al Covid.

Pensioni, i coefficienti e il montante contributivo

Cosa sono e a cosa servono i coefficienti del montante contributivo? Vengono utilizzati per stabilire la quota contributiva della pensione. Solitamente riguardano gli anni dal 2012 in poi per chi ha almeno 18 anni di contributi versati fino al 1995. Oppure chi ha iniziato a versare contributi dal 1996 o aveva meno di 18 anni di contributi al 1995, con la quota contributiva che parte quindi dal 1996.

Questi valori, secondo le regole attuali, vengono aggiornati ogni biennio. Aggiornamento che avviene principalmente sulla base di un criterio: la variazione della speranza di vita dei cittadini di 65 anni.

Cosa cambia per il montante delle pensioni

Negli ultimi anni l’aspettativa di vita media è sempre cresciuta e, di conseguenza, i coefficienti sono stati aggiornati al ribasso per bilanciare il montante contributivo accumulato e la vita residua stimata. Così facendo si provava a ripristinare l’equilibrio tra montante a disposizione e pensione.

Praticamente con lo stesso montante, se si vive di più, si ha un assegno mensile più basso. Ma per il 2023-2024 le cose cambiano, come previsto dal decreto interministeriale Lavoro-Economia dell’1 dicembre. I coefficienti sono più alti rispetto al biennio precedente.

Come ha spiegato il ministero del Lavoro al Sole 24 Ore, infatti, l’aumento è da attribuire a un aumento della mortalità e alla conseguente riduzione della speranza di vita. La motivazione è quasi certamente legata solamente al Covid e all’alta mortalità causata dal coronavirus tra i più anziani.

La speranza di vita in Italia

La speranza di vita è infatti tornata a crescere in Italia, attestandosi a 82,4 anni (nel 2020 era 82,1). Dato confermato anche dal decreto interministeriale del 27 ottobre 2021, con il quale si adeguavano i requisiti di accesso alla pensione per il biennio 2023-2024: quel provvedimento ha certificato una riduzione dell’aspettativa di vita.

Infatti nel prossimo biennio verranno mantenuti gli stessi requisiti per la pensione previsti nel 2021-2022. Requisiti rimasti uguali semplicemente perché non possono essere ridotti: in caso di aspettativa più corta al massimo restano uguali, non potendo scendere.

Quanto aumentano le pensioni nel prossimo biennio

I nuovi coefficienti di trasformazione del montante, basati sugli ultimi dati riguardanti l’aspettativa di vita, sono quindi più favorevoli rispetto a quelli precedenti di una percentuale che va dal 2,01% al 2,92% per la fascia d’età 57-71 anni. Cosa vuol dire questo concretamente?

È sempre il Sole 24 Ore a fare un esempio: se si prende un montante contributivo di 150mila euro, chi va in pensione nel 2022 a 67 anni ha una quota contributiva di 643,27 euro lordi per 13 mensilità; chi, invece, va in pensione nel 2023 ha una quota di 660,35 euro: un aumento di quasi 20 euro al mese.

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