Perché rischia di essere un’estate senza acqua

Giorgia Bonamoneta

16/06/2022

L’allarme siccità è già scattato in tutta Italia e in alcune Regioni sono stati approvati i primi razionamenti dell’acqua per civili e aziende. Ecco perché si rischia un’estate calda e senza acqua.

Perché rischia di essere un’estate senza acqua

Il rischio di un’estate senza acqua è concreto, tanto che già da marzo enti e associazioni come Legambiente avevano lanciato l’allarme siccità. I motivi sono molteplici, dalla minor caduta di pioggia al volume dei ghiacciai, ma tutti convergono verso un colpevole: il riscaldamento globale.

Il graduale innalzamento della temperatura dell’atmosfera è legato all’aumento della concentrazione di anidride carbonica e altri gas serra nell’aria generati dall’essere umano.

Così tra una crisi energetica, una crisi alimentare e una guerra in corso, arriva pure una crisi dell’acqua, con una siccità mai vista negli ultimi 30 anni. Da Nord a Sud i bacini idrici, i laghi e i fiumi sono in sofferenza e senza abbondanti piogge a sopperire il deficit dei ghiacciai, si preannuncia un’estate senza acqua.

Quanto è alto il rischio di un’estate senza acqua?

L’allarme siccità è alto in tutta la penisola italiana, ma in particolare al Nord, dove il Po è in secca e le piogge dei giorni scorsi sono state poche e vanificate dal caldo eccessivo. La situazione di crisi, definita “drammatica” dalle associazioni ambientaliste e dagli enti preposti, si era presentata già a partire dallo scorso marzo, quando il periodo senza piogge aveva toccato quota 4 mesi.

Nel tempo il quadro è peggiorato, con le riserve d’acqua sempre più scarse e un consumo dell’oro blu mai centellinato. Il rischio di un’estate senza acqua non vuol dire soltanto un’estate senza lunghe docce o giardini sempre umidi, il rischio maggiore infatti lo corrono le coltivazioni e gli allevamenti.

Legambiente, attraverso le parole del coordinatore scientifico della sezione Lombardia Damiano Di Simine, aveva provato a introdurre il discorso degli orientamenti colturali. Per esempio al posto del mais, che consuma grandi quantità di acqua, Di Simine proponeva coltivazioni che richiedono meno risorse idriche, come legumi, pomodoro, patate e verze.

Estate senza acqua: razionamento e multe

Per 125 Comuni esiste lo spettro del razionamento dell’acqua. Nelle regioni di Piemonte e Lombardia si registra una crisi idrica straordinaria, tra scarsità di pioggia ed esaurimento delle nevi sulle Alpi. Il risultato è un Po sofferente, 2-7 metri sotto al livello di minima. La penuria d’acqua ha importanti effetti sulla vita di tutti, ma in particolare per i 125 Comuni che si vedranno limitati nell’uso dell’acqua.

In alcuni luoghi è già stata confermata l’ordinanza della limitazione nelle ore notturne, come a Tradate, dove è vietato innaffiare orti e giardini dalle 6 del mattino a mezzanotte fino al 31 agosto. Vietato anche lavare le macchine e riempire le piscine, pena una multa da 25 a 500 euro per i trasgressori.

Anche nel resto d’Italia la situazione è di preallarme. È il caso della regione Lazio, dove l’ipotesi di razionamento dell’acqua si inizia ad affacciare insieme ai dati sull’altezza delle acque del fiume Tevere. Il direttore generale dell’Anbi (Associazione Nazionale Consorzi di Bonifica), Massimo Gargano, ha dato un ultimatum per il provvedimento di razionamento: se entro 7-10 giorni non dovesse piovere e la situazione dei fiumi migliorare, si procederebbe con la diminuzione della potenza di erogazione dell’acqua.

In tutta Italia la situazione si presenta piuttosto critica. Da Nord a Sud si evidenziano in maniera preponderante le conseguenze dei cambiamenti climatici. Secondo l’Osservatorio Anbi, i seguenti fiumi e i laghi sono in sofferenza:

  • Arno, flussi dimezzati rispetto alla media;
  • Ombrone, 890 litri al secondo rispetto ai 2.000 l/s;
  • Sentino ai minimi storici (-37 centimetri);
  • lago Trasimeno e diga Maroggia dimezzati;
  • Tevere, il livello più basso dal 1996;
  • Aniene, portata di 3.000 l/s rispetto alla media di 8.000 l/s.

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