Permessi non goduti: come, quanto e quando vengono pagati

Simone Micocci

20/07/2022

Permessi non goduti: quando scadono si azzerano, ma al datore di lavoro viene chiesto di pagarli al dipendente come se si trattasse di ore (o giorni) di servizio.

Permessi non goduti: come, quanto e quando vengono pagati

La legge riconosce ai lavoratori il diritto a dei permessi retribuiti, spettanti per la riduzione dell’orario di lavoro (i cosiddetti Rol), rimandone però la regolamentazione alla contrattazione collettiva.

Sono i singoli Ccnl, dunque, a rispondere alle domande su quanti permessi spettano ogni anno, oppure su qual è il termine entro cui vanno goduti. C’è però un aspetto che accomuna tutti i lavoratori: a differenza delle ferie, che non possono essere monetizzate se non alla cessazione del rapporto di lavoro, i permessi, quando non goduti entro il termine di fruizione indicato dal contratto collettivo, devono essere pagati al lavoratore.

Dunque, il lavoratore è libero di scegliere, visto che il datore di lavoro non può obbligarlo a fruirne, tra la possibilità di godere del monte permessi a disposizione oppure se utilizzare tale “tesoretto” per aumentare la busta paga di fine periodo.

Come anticipato, però, le tempistiche per il pagamento dei permessi residui variano a seconda del settore di riferimento: ci sono contratti, ad esempio, che fissano tale termine al 30 giugno dell’anno successivo a quello in cui le ore di permesso sono state maturate, altri dove invece il limite è al 31 dicembre dello stesso anno.

Quanti permessi matura il lavoratore

Come prima cosa è bene chiarire che si tratta di permessi retribuiti. Ciò significa che, grazie ai cosiddetti Rol, il dipendente può fruire, in caso di necessità, delle ore di permesso che matura ogni mese senza che l’assenza dal lavoro abbia ripercussioni sullo stipendio.

Non necessariamente ogni mese bisogna utilizzare tutti i permessi maturati: questi si possono accumulare, così da poterli utilizzare - all’interno del periodo definito dalla contrattazione collettiva - quando se ne ha più bisogno.

I permessi residui non si possono però accumulare all’infinito: la contrattazione collettiva, infatti, fissa un limite temporale in cui i giorni e le ore a disposizione si azzerano, pagando al dipendente quelli non goduti.

A rispondere alla domanda su quanti permessi spettano a ogni dipendente è il contratto collettivo di riferimento. D’altronde tale strumento è stato sì introdotto dalla normativa nazionale - è stato il cosiddetto “Protocollo Scotti” del 1983 a prevederli - ma è stata attribuita alla contrattazione collettiva la facoltà di disciplinare le regole di utilizzo e il monte totale da riconoscere al lavoratore.

È dunque il Ccnl di appartenenza a stabilire a quanti giorni di permesso ha diritto il lavoratore durante l’anno. Per sapere quant’è il totale dei permessi Rol a vostra disposizione dovete consultare la busta paga dell’ultimo mese; nella parte bassa, solitamente vicino allo spazio dedicato alle ferie, infatti è possibile controllare i permessi maturati, quelli goduti e i residui, dei quali quindi potete ancora beneficiare.

Quando scadono i permessi non goduti

È sempre il Ccnl a indicare la scadenza entro cui tali permessi vanno goduti, oltre la quale il monte permessi si azzera e vi è l’obbligo di pagarli al dipendente. Ecco perché alcune aziende per risparmiare preferiscono far sì che il lavoratore goda di tutti i permessi maturati, “invitandolo” a farlo entro la scadenza prevista.

Come anticipato, la scadenza varia: ad esempio, in alcuni settori i permessi vanno goduti entro un anno dal periodo di maturazione, quindi entro il 31 dicembre dell’anno successivo. In altri casi, invece, la scadenza, così come per le ferie, è fissata al 30 giugno dell’anno successivo. E ci sono settori che invece stabiliscono che i permessi vanno goduti entro la fine dell’anno di maturazione.

Non esiste una risposta uguale per tutti: per sciogliere i vostri dubbi dovete consultare il contratto collettivo applicato nei vostri confronti, e individuare il termine di fruizione dei permessi maturati nel corso dell’anno.

Quanto vengono pagati i permessi

Trattandosi di permessi retribuiti al 100%, se non goduti verranno pagati al dipendente come se fossero stati lavorati. Nella prima busta paga utile, ossia quella successiva al termine previsto dalla contrattazione collettiva, il dipendente si troverà tante ore di lavoro retribuite in più - tenendo conto dello stipendio solitamente percepito - quante sono le ore residue di permesso.

Quando i permessi non goduti si perdono

C’è un caso però in cui i Rol non goduti vengono persi, ovvero una volta scaduti i termini della prescrizione (10 anni). Tuttavia mentre i 10 anni cominciano a decorrere dal momento in cui il relativo permesso non viene pagato, il diritto al pagamento degli stessi può essere rivendicato dal dipendente solamente una volta che il rapporto di lavoro è concluso, come stabilito dalla Corte di Cassazione con la sentenza 10341 del 2011.

Quindi solo una volta che avrete smesso di lavorare per quel datore di lavoro potrete rivendicare il vostro diritto ai Rol non goduti e non retribuiti, ma solo di quelli che fanno riferimento agli ultimi 10 anni.

Festività soppresse

Ci sono però altri permessi che il dipendente matura nel corso dell’anno e che possono essere monetizzati se non goduti. È il caso dei giorni di permesso riconosciuti per le festività soppresse, ma solo se queste cadono in un giorno lavorativo.

Nel dettaglio, sono ex festività quella di San Giuseppe (19 marzo), dell’Ascensione (10 maggio), SS. Pietro e Paolo (29 giugno, ma non per chi lavora a Roma dove è ancora una festività riconosciuta), il Corpus Domini (60° giorni dopo la domenica di Pasqua) e l’Unità Nazionale (4 novembre); tuttavia nel 2018 solo per le prime tre si matura un permesso, visto che le ultime due cadono di domenica.

Anche questi permessi se non goduti - solitamente nel periodo che va dal 16 gennaio al 14 febbraio) - vengono monetizzati (entro il febbraio successivo all’anno di maturazione); tuttavia anche in questo caso per avere informazioni certe su scadenze del pagamento dovete fare riferimento al vostro CCNL di riferimento.

Quello che è fondamentale sapere quindi è che a differenza delle ferie i permessi non goduti devono essere sempre pagati, dal momento che il dipendente non è obbligato a usufruirne.

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