La prescrizione postdatata al 2020 è un evidente passo falso dei 5 Stelle e un favore a Salvini: anche tra i pentastellati cresce il malumore.
Nel film L’Allenatore nel Pallone lo strepitoso Lino Banfi arrivato nella sede del calciomercato vede il suo presidente trattare in gran segreto con tutti i maggiori club. Oltre all’acquisto di un grande campione, il mister spera anche di trattenere i due gioielli della Longobarda Falchetti e Mengoni.
Alla fine il presidente annuncia il grande colpo: la comproprietà di Maradona anche se è necessario il sacrificio di Falchetti e Mengoni venduti alla Juventus. Banfi allora non trattiene il suo entusiasmo, smorzato però quando il presidente gli rivela che in verità Maradona arriverà tra tre anni, mentre invece i due giocatori andranno subito alla Juve.
In poche parole la vicenda della prescrizione è andata in maniera abbastanza simile: la Lega ha ottenuto subito il via libera del Senato al Decreto Sicurezza, dopo quello sulla legittima difesa, mentre il Movimento 5 Stelle ha strappato l’ok del carroccio allo stop della prescrizione, però nel 2020…
Un esito non proprio entusiasmante per i pentastellati nonostante la soddisfazione espressa da Di Maio e Bonafede, tanto che oltre al pessimismo di Piercamillo Davigo (da sempre vicino al Movimento) anche diversi parlamentari 5 Stelle hanno espresso tutto il loro malumore, con il deputato Andrea Colletti che ha definito una “cagata pazzesca” l’accordo sulla prescrizione.
L’accordo sulla prescrizione
I motivi per cui sulla prescrizione il Movimento 5 Stelle sia uscito sconfitto dal braccio di ferro con la Lega appaiono lampanti, tanto che anche Davigo ha espresso tutta la sua delusione parlando di effetti che ci saranno “quando sarò morto”.
In verità questi effetti potrebbero anche non esserci mai. L’accordo infatti prevede che l’emendamento sullo stop alla prescrizione rimanga inserito nel ddl Anticorruzione, che al momento è fermo in commissione.
La sua attuazione però viene postdatata al 1 gennaio 2020, quando dovrebbe essere approvata anche la riforma del processo penale che il ministro Bonafede ha assicurato otterrà il via libera definitivo a dicembre 2019.
Per i 5 Stelle l’entrata in vigore dello stop alla prescrizione non sarà comunque per forza vincolata all’approvazione della riforma del processo penale, mentre per la Lega invece i due provvedimenti dovranno andare di pari passo.
Pensare di poter approvare in un anno una riforma come quella del processo penale è abbastanza un’utopia, visto che con ogni probabilità i tempi saranno molto più lunghi. In più si dovrà vedere, questa è l’incognita maggiore, se il governo durerà fino al 2020.
Matteo Salvini infatti non vede l’ora di arrivare a maggio, quando si terranno le elezioni europee, per certificare la sua potenza elettorale e mandare a casa il premier Conte, facendo una nuova maggioranza con il centrodestra e qualche peones sempre pronto a cambiare casacca pur di mantenere la poltrona.
Con una nuova maggioranza di governo senza i grillini, Salvini ci impiegherebbe cinque minuti a cancellare una norma che non piace al carroccio ma soprattutto a Forza Italia.
Il malumore nei 5 Stelle
In sostanza finora la Lega ha ottenuto subito dei provvedimenti da poter sbandierare in campagna elettorale, il Movimento 5 Stelle invece solo promesse con anche il Reddito di Cittadinanza che al momento è un’incognita. Il risultato è che anche i sondaggi continuano a non sorridere ai pentastellati.
Oltre a quei senatori considerati “dissidenti” come Elena Fattori, l’accordo non è piaciuto neanche al deputato Andrea Colletti che senza mezzi termini, come riportato dal Corriere della Sera, ha definito l’intesa “una cagata pazzesca farla entrare in vigore dopo, visto che gli effetti li vedremo nel 2024”.
In effetti anche se dovesse veramente entrare in vigore il 1 gennaio 2020, lo stop alla prescrizione non sarebbe attuabile per i reati già commessi e quindi i primi effetti, come ha sottolineato anche Davigo, si vedranno solo tra diversi anni.
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