La Federal Reserve tra inflazione, tassi e controllo della curva dei rendimenti: cosa aspettarsi dalla riunione di luglio e dai prossimi mesi? Le previsioni di Paolo Cardenà
Cosa aspettarsi dalla riunione Fed di luglio e dalla politica monetaria statunitense nei prossimi mesi?
Lo abbiamo chiesto a Paolo Cardenà, noto e apprezzato consulente finanziario, che ha formulato interessanti previsioni sul meeting della prossima settimana oltre che sull’ipotetico futuro atteggiamento dell’istituto centrale.
Quest’ultimo, come il resto delle sue colleghe, si è trovato ad affrontare un 2020 particolarmente complicato ed è stato travolto dalla progressiva diffusione del coronavirus. La pandemia ha imposto alla Fed di agire per evitare il collasso dell’economia e le risposte della banca centrale non sono tardare ad arrivare.
Gli ultimi mesi sono stati ricchi di sorprese e ogni riunione della Federal Reserve è stata osservata con grande interesse. Il meeting di luglio non ha fatto eccezione.
Dottor Cardenà, quella di luglio sarà una riunione priva di proiezioni economiche e Dot Plot. La Fed ha già ribadito che terrà i tassi di interesse vicini allo zero almeno fino al 2022. La domanda sorge spontanea: il meeting si rivelerà un non-evento o bisognerà aspettarsi qualcosa?
“Secondo me grandi novità non ce ne saranno. La Fed a mio avviso cercherà di puntare il dito sull’incertezza economica indotta dalla pandemia e sugli effetti di medio-lungo periodo.
Allo stesso tempo l’istituto centrale rafforzerà il suo messaggio accomodante anche per non dissipare il lavoro fatto fino a questo momento, che è stato molto importante (il bilancio della Fed è cresciuto di circa 3 trilioni da febbraio) e confermerà che i tassi rimarranno bassi per un lungo periodo di tempo.
L’eventuale novità che ci potrebbe essere, ma che secondo me non sarà imminente, è quella di stabilire un criterio che possa indurre la Fed stessa ad accettare l’inflazione più alta del 2% (quando tornerà).
L’istituto potrebbe dire: ok l’inflazione è stata a lungo sotto il nostro target ma adesso che abbiamo raggiunto l’obiettivo possiamo accettare che sia più alta o moderatamente più alta per un periodo di tempo necessario a consolidare questa dinamica.
Non va dimenticato che le banche centrali mondiali negli ultimi anni hanno disatteso quelle che erano le prospettive e i target di inflazione. Quest’ultima è sempre rimasta più bassa rispetto agli obiettivi.
Secondo me la Fed irrobustirà il suo messaggio accomodante.”
Poche novità dunque nella prossima riunione Fed, ma quali sono le previsioni di più lungo termine sulla politica monetaria dell’istituto centrale?
“Secondo me il dibattito sull’eventuale controllo della curva dei rendimenti è abbastanza attuale negli USA, ma non solo. In prospettiva ci potrebbe essere il controllo della curva in pieno stile Giappone. E anche i rendimenti dei titoli di Stato USA, che nonostante il rimbalzo poderoso delle Borse sono incollati intorno allo 0,60-0,65, sembrerebbero suggerire che questa prospettiva è tutt’altro che infondata.
Chiaramente di questo non vi è certezza ma è una possibile aspettativa, soprattutto nel caso in cui l’economia dovesse presentare danni strutturali che al momento sono ancora poco percepibili dai vari indicatori macroeconomici, ma che nei prossimi mesi potrebbero essere confermati da un più ampio set di dati.
In sintesi questo è quello che mi aspetto dalla Fed. Quindi messaggio accomodante e target di inflazione che verrà un po’ rivisto, non a livello di target vero e proprio ma di approccio, cioè essendo un po’ più tolleranti quando l’inflazione tornerà, senza dimenticare che le banche centrali hanno sempre sbagliato negli ultimi anni su quelle che erano le attese di inflazione.
In prospettiva più lunga, forse, avremo il controllo della curva dei rendimenti, anche al fine di non far esplodere il costo degli interessi sul debito americano.”
I tre temi della politica monetaria USA
“Parlando di Federal Reserve temi sono sostanzialmente tre:
- rafforzamento del messaggio accomodante;
- eventuale preparazione dei mercati a un approccio diverso sul target di inflazione;
- preparazione dei mercati a un eventuale controllo della curva dei rendimenti. Per questo però bisognerà attendere la fine dell’emergenza pandemica negli Stati Uniti. Bisognerà analizzare anche gli impatti strutturali di lungo periodo che la pandemia ha avuto sul ciclo economico americano. Lo potremmo fare solo nei prossimi mesi disponendo di un set di dati più ampio di quello che abbiamo oggi”.
Ecco dunque cosa potrebbe accadere secondo le previsioni di Paolo Cardenà nella prossima riunione Fed e nei mesi successivi.
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