Putin cerca una «cura» per la vecchiaia e avvia la ricerca sui farmaci antietà. Ecco perché e quali sono le sue reali condizioni di salute.
Putin preme l’acceleratore per ricercare una “cura” per la vecchiaia. Il presidente russo ha richiesto di accelerare la ricerca per produrre farmaci antietà.
Il tentativo dell’essere umano di controllare la natura, cercando di prevenire e contrastare l’invecchiamento, è il segno di una società altamente individualista, antropocentrica (e forse narcisista). Basti pensare che lo scopo ultimo, almeno per Putin, è quello di preservare se stesso dall’invecchiamento per rimanere al potere fino al 2036.
A 71 anni, l’uomo del Cremlino potrebbe rimanere al potere per altri 12 anni, grazie alle modifiche costituzionali che gli consentono di candidarsi per ulteriori mandati. Tuttavia, le teorie sulla sua presunta fragilità fisica si sono moltiplicate, con voci che suggeriscono che soffra di malattie come il morbo di Parkinson o addirittura che sia in cura per il cancro. Alcuni media ipotizzano che Putin abbia subito interventi di chirurgia plastica per mantenere un aspetto giovanile, alimentando ulteriormente la curiosità attorno alla sua salute.
Speculazioni che sembrerebbero essere confermate per via del senso di “urgenza” con la quale sembra si stata la richiesta dall’uomo del Cremlino. Secondo una fonte anonima che ha rilasciato alcune dichiarazioni al giornale britannica Daili Mail, l’ordine è arrivato direttamente dal presidente e ha spinto le migliori “menti scientifiche” della Russia a concentrarsi su nuove tecnologie per rallentare il deterioramento delle cellule e prevenire il declino cognitivo.
Ecco cosa c’è dietro l’interesse di Putin in tale ricerca e quale ruolo strategico potrebbero avere i farmaci antietà.
Cosa c’è dietro l’interesse di Putin per i farmaci antietà?
Il presidente russo, Vladimir Putin ha già mostrato in passato interesse per la ricerca scientifica e la lotta contro l’invecchiamento. Eppure, come suggeriscono alcuni esperti, il crescente interesse dell’inquilino del Cremlino per la ricerca sui farmaci antietà potrebbe essere motivato da fattori personali e soprattutto politici.
A 71 anni, con la guerra in Ucraina che continua, dopo l’ultimo attacco ucraino alla base militare Toropets e i problemi economici del Paese, il presidente russo si trova in una posizione in cui il minimo cedimento o segno di debolezza potrebbe incrinare e minacciare la sua posizione. In un simile contesto, ecco che la salute e l’invecchiamento diventano argomenti di estrema rilevanza.
Nonostante i continui sforzi per proiettare un’immagine di forza e vitalità, anche Putin non può sfuggire ai segni del tempo, e l’attenzione della comunità internazionale verso la sua salute non fa che aumentare. Diverse teorie hanno suggerito che Putin potrebbe soffrire di gravi problemi di salute, anche se nessuna di queste ipotesi è stata confermata ufficialmente. Ciò che è certo invece è il suo desiderio di mantenere il controllo sulla Russia per il maggior tempo possibile, e l’investimento in tecnologie e farmaci anti-invecchiamento potrebbe rappresentare un modo per raggiungere questo obiettivo.
La richiesta di accelerare la ricerca per i farmaci antietà, prestando particolare attenzione ai metodi per preservare le funzioni cognitive e rinforzare il sistema immunitario, non è solo per ultimare un progetto di ricerca destinato al pubblico, ma un’iniziativa che potrebbe avere benefici diretti per lo stesso Putin e per i suoi collaboratori più stretti, tra cui il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, 74 anni, e il capo del servizio di sicurezza FSB, Alexander Bortnikov, 72 anni.
Le implicazioni politiche e sociali della ricerca sui farmaci antietà
L’interesse di Putin per i farmaci antietà non è solo per la salute personale, ma - come anticipato - per interessi di ordine politico e geopolitico. Restare al potere fino al 2036 significherebbe guidare la Russia compiuti i suoi 80 anni, un obiettivo ambizioso che richiede un’attenzione particolare alla salute fisica e mentale, basti vedere il destino dell’uscente presidente americano Joe Biden, spesso soggetto a gaffe che ne hanno ridimensionato la statura politica.
La ricerca sui farmaci antietà potrebbe quindi essere vista come una strategia per garantire la continuità del suo governo e la stabilità del Cremlino. Se Putin e i suoi alleati riuscissero a preservare la loro vitalità, potrebbero mantenere il controllo della Russia senza dover affrontare cambiamenti di leadership o lotte di potere interne.
Putin in realtà non è l’unico interessato a questa tipologia di farmaci, da anni la ricerca internazionale è attiva in questo ambito ed è recente la notizia (risalente a maggio 2024) di un farmaco capace di bloccare una proteina chiave nel trasporto del glucosio per contrastare patologie legate all’invecchiamento, come il diabete e l’arteriosclerosi. Un farmaco che secondo i ricercatori della giapponese Juntendo University che hanno effettuato lo studio, il farmaco potrebbe essere impiegato in futuro anche per malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer.
Tuttavia, l’accelerazione della ricerca sui farmaci antietà solleva anche questioni etiche e sociali. Mentre la Russia investe risorse significative in queste tecnologie avanzate, la popolazione russa fatica ad accedere a cure mediche di qualità. Il contrasto tra gli sforzi per prolungare la vita dei leader politici e le difficoltà vissute dai cittadini comuni potrebbe alimentare nuove critiche e tensioni sociali interne.
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