Putin stoppa il gas a luglio? Per l’Italia sarebbe un disastro

Alessandro Cipolla

28/06/2022

La Russia potrebbe usare il gas come arma di guerra e interrompere le forniture all’Europa già a partire da luglio: se così fosse per l’Italia e per l’Ue si prospetterebbe un inverno molto difficile.

Putin stoppa il gas a luglio? Per l’Italia sarebbe un disastro

Cosa potrebbe succedere se alla fine fosse la Russia a usare il gas come arma contro l’Europa? La risposta è semplice: se Vladimir Putin dovesse interrompere le proprie forniture già a luglio come ipotizzato da diversi analisti, l’Italia e il resto dell’Ue difficilmente riuscirebbe a raggiungere il livello di stoccaggio fissato per non correre il rischio di restare senza scorte quest’inverno.

Se la questione di un embargo al gas russo ormai sembrerebbe essere sparita dai radar delle possibili sanzioni dell’Europa nei confronti di Mosca, il paradosso è che adesso potrebbe essere la Russia a decidere di chiudere i rubinetti.

Il primo anticipo lo abbiamo già avuto nelle scorse settimane: con la scusa di problemi tecnici dovuti alle sanzioni, che renderebbero impossibile per la Russia il reperimento di alcuni pezzi di ricambio, il colosso Gazprom ha diminuito la fornitura del gas del 40% verso la Germania e del 15% verso l’Italia.

Per evitare una possibile emergenza quest’inverno, di recente il Consiglio europeo ha stabilito che entro il primo novembre i serbatoi di stoccaggio del gas dei Paesi comunitari dovranno essere riempiti per l’80%, salendo poi all’85% entro la fine dell’anno.

Visto che alcuni Paesi hanno una capacità di stoccaggio molto limitata, l’accordo prevede un meccanismo di solidarietà tra gli Stati membri per non lasciare nessuno indietro quest’inverno. Se Putin però dovesse decidere di bloccare subito la fornitura di gas verso l’Europa, tutto questo potrebbe essere vano.

Il gas è l’arma di Putin

Nell’Unione europea sono cinque i Paesi che hanno una maggiore capacità di stoccaggio: Germania, Italia, Francia, Olanda e Austria. Al momento complessivamente nell’Ue le scorte nei serbatoi ammonterebbero al 55%.

Nel dettaglio la Germania e la Francia sarebbero al 60%, l’Italia al 56%, l’Olanda al 51% e l’Austria al 44%. Meglio di tutti è messa la Polonia che è al 97%. Se l’attuale afflusso di gas dalla Russia dovesse restare costante, raggiungere l’obiettivo dell’80% di stoccaggio entro il primo novembre potrebbe essere alla portata.

Se questo traguardo dovesse essere raggiunto, l’Europa avrebbe in magazzino le scorte necessarie per passare un inverno al sicuro, guadagnando così del tempo prezioso per trovare altrove le forniture necessarie per sostituire il gas russo.

Dall’inizio dell’anno finora la Russia ci ha fornito 25 miliardi di metri cubi di gas. Da quando è scoppiata la guerra complessivamente Bruxelles ha stretto accordi per 12,6 miliardi di metri cubi da fornitori terzi, che però nel breve non possono inviarci ulteriori forniture.

Per non permettere all’Ue di riempire i propri siti di stoccaggio, Vladimir Putin potrebbe interrompere il rifornimento già a luglio. Sarebbe così Mosca a usare il gas come arma di pressione nei confronti dell’Europa e non viceversa.

Putin preferirebbe usare Gazprom come arma in questo momento piuttosto che correre il pericolo che l’Ue riempia i suoi depositi, sentendosi così al riparo delle minacce del Cremlino - ha spiegato Mikhail Krutikhin, co-fondatore dell’agenzia di consulenza indipendente RusEnergy, come riportato da Europa Today - Sarebbe una mossa pesante per l’economia russa, che potrebbe costare migliaia di posti di lavoro. Ma è l’unica arma rimasta a Mosca per non perdere definitivamente la partita con l’Occidente”.

In questa guerra ibrida il gas, al pari del grano, può rappresentare una delle tante armi non convenzionali nelle mani di Vladimir Putin: mentre ogni trattativa diplomatica è ferma al palo da settimane, l’Italia al pari del resto d’Europa starebbe rischiando seriamente di avere problemi energetici il prossimo inverno.

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