La politica europea è scossa da uno scandalo di presunta corruzione che coinvolge diversi esponenti del Parlamento Ue. Sarebbero stati pagati dal Qatar per influenzare le decisioni europee.
Uno scandalo di corruzione aleggia sull’Europa. Lo hanno ribattezzato Qatargate e coinvolge vari esponenti di spicco del Parlamento Ue, tra cui diversi italiani. Secondo la giustizia belga sarebbero stati pagati profumatamente dal Qatar per influenzare a favore degli emiri la politica del Vecchio Continente.
Le accuse a carico dei politici europei sono pesanti tanto da far dire al commissario all’Economia Paolo Gentiloni che si potrebbe trattare di uno dei peggiori scandali nella storia del Parlamento Europeo.
La notizia, poi, fa rumore anche perché proprio in questi giorni si sta concludendo il mondiale di calcio nel Paese arabo. Mondiale che ha scatenato numerose polemiche, tra denunce di migliaia di morti per realizzare gli impianti, presunta pressione economica e geopolitica sulla Fifa per farsi assegnare la competizione e trattamento non proprio idilliaco riservato a orientali, omosessuali e donne.
Vediamo nel dettaglio cos’è questo scandalo, chi è coinvolto e quanti soldi sarebbero arrivati dal Qatar ai nostri politici comunitari per “avvicinare” l’Europa al Paese arabo.
Qatargate, chi sono i politici italiani coinvolti
Tutto è cominciato lo scorso sabato, quando la procura federale belga ha reso noto di aver fatto arrestate quattro persone. Fra queste l’oramai ex vicepresidente del Parlamento Europeo, la greca Eva Kaili, e l’ex europarlamentare italiano Antonio Panzeri. Sono entrambi politici di centrosinistra, che militano o hanno militato nei Socialisti e Democratici. Il secondo, in particolare, è stato esponente prima del Pd e poi di Articolo 1 di Roberto Speranza e Pierluigi Bersani.
Assieme ai due sono finiti in manette anche Francesco Giorgi, fidanzato di Kaili nonché assistente parlamentare del dem Andrea Cozzolino (per ora estraneo ai fatti) e Niccolò Figà-Talamanca, che è segretario generale della ong No Peace Without Justice, vicina ai Radicali italiani. Ci sono poi diverse altre persone interrogate e indagate (come moglie e figlia di Panzeri), con perquisizioni in uffici e case.
Tra i sospettati c’è poi l’eurodeputato belga di origini italiane Marc Tarabella, mentre l’ufficio di Giuseppe Meroni, ex assistente della presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola, ora passato sotto l’italiana Lara Comi di Forza Italia, è stato sigillato e poi perquisito. Stessa sorte per l’ufficio di Donatella Rostagno, assistente di un’altra europarlamentare dei gruppo dei Socialisti, l’italo-belga Maria Arena.
Per rimanere del tutto estraneo dalla vicenda Pietro Bartolo, ex medico di Lampedusa, si è dimesso da relatore ombra del fascicolo della commissione Libertà civili in merito alla liberalizzazione dei visti. Cozzolino ha invece lasciato l’incarico di coordinatore del gruppo per le urgenze dei Socialisti.
Qatargate, tutte le accuse
La procura belga sospetta che varie persone dentro al Parlamento siano state “pagate grosse quantità di soldi o abbiano ricevuto regali significativi per influenzare le decisioni politiche” sul Qatar. Per questo le accuse formali sono di corruzione, associazione a delinquere e riciclaggio. Le indagini erano cominciate lo scorso luglio e finora erano state tenute segrete. Viste le accuse, ora, Kaili è stata destituita dalla carica di vicepresidente del Parlamento europeo.
Qatargate, quanti soldi hanno ricevuto i politici europei?
Durante le perquisizioni della Procura federale belga negli uffici del Parlamento europeo e nelle case delle persone coinvolte sono stati trovati migliaia di euro in contanti. Per quanto riguarda Kaili, durante le perquisizioni sono stati trovati 750mila euro in contanti in tagli da venti e cinquanta euro. Di questi 150mila euro erano a casa dell’eurodeputata e 600mila in una valigia del padre.
Una somma solo leggermente inferiore a quella trovata in possesso di Panzeri e della sua famiglia. In una casa in Lombardia, a Calusco d’Adda (Bergamo), sono stati sequestrati 17mila euro in contanti. Altri 500mila euro erano già stati trovati nella sua casa di Bruxelles. Tutti questi soldi, ovviamente, sarebbero arrivati in nero, senza alcun tracciamento.
Per quanto riguarda Kaili, poi, l’Autorità antiriciclaggio greca ha deciso il blocco dei suoi beni, tra cui conti bancari, casseforti, aziende e qualsiasi altro bene finanziario. Il congelamento colpisce anche i suoi familiari stretti e in particolare una società immobiliare creata dall’eurodeputata assieme al compagno italiano.
Cosa vuole il Qatar dal Parlamento europeo?
Sono anni oramai che il Qatar fa di tutto per accreditarsi presso le cancellerie europee e occidentali, cercando di nascondere le violazioni dei diritti umani che compie e le accuse di corruzione o accordi controversi per guadagnare influenza a livello internazionale. Secondo la procura belga le “mazzette” in questo caso sarebbero andate a politici con una certa “credibilità” sulla questione dei diritti dei lavoratori, per migliorare la propria immagine nelle istituzioni europee e poi ottenere altri benefici.
Ad esempio l’italiano Panzeri aveva grossa influenza nel gruppo dei S&D sulle questioni dei diritti di chi lavora. Prima di entrare in politica, infatti, è stato segretario generale della Camera del Lavoro di Milano. Ci sarebbe proprio Panzeri al centro della rete di influenze a favore del Qatar. Finora le autorità del Paese arabo hanno smentito categoricamente tutte le accuse a loro carico.
Andando a vedere le dichiarazioni pubbliche dei politici coinvolti, però, si trovano diversi discorsi a favore del Qatar, anche contro le posizioni ufficiali dei partiti nazionali di centrosinistra. Ad esempio Kaili aveva detto che il Paese arabo è “in prima linea per i diritti dei lavoratori”. Nei prossimi giorni, poi, era previsto a Strasburgo, in Francia, un voto sulla liberalizzazione dei visti per i cittadini qatarioti. Voto per ora rinviato.
Qatargate, le possibili conseguenze
Ancora non è chiaro dalle carte dell’inchiesta, ma sembra che la procura belga abbia nel mirino anche il Marocco, che avrebbe influenzato i politici europei per motivi simili al Qatar. In questo senso suona sicuramente ironico che proprio il Paese africano sia in semifinale nel mondiale di calcio qatariota.
La presidente Metsola ha detto che il Parlamento europeo interverrà con forza per evitare che l’immagine dell’Istituzione venga lesa. Un primo passo potrebbe essere rendere più stringenti le norme sulla trasparenza e i rapporti con le lobby, ad oggi più morbide rispetto ad esempio alla Commissione europea. Al momento c’è una proposta del 2021 che prevede la creazione di un’agenzia interna all’Ue per la trasparenza, ma per l’esecutivo comunitario sarebbe piuttosto debole.
© RIPRODUZIONE RISERVATA