Con la nuova legge di Bilancio si pensa all’aumento di stipendio per alcuni ministri. Per chi sono in arrivo cifre da capogiro?
Il nuovo emendamento della legge di Bilancio 2025 non è riuscito a passare inosservato. L’aumento di stipendio per ministri, viceministri e sottosegretari ha fatto scalpore in men che non si dica, complice l’indignazione dell’opposizione, che lo ha soprannominato “emendamento vergogna”. Tanto dal Movimento 5 Stelle quanto dal Pd arrivano critiche aspre alla maggioranza di governo, accusata di aver sacrificato impegni più importanti, penalizzando pensionati e lavoratori.
L’emendamento portato nella commissione Bilancio della Camera, firmato dai relatori D’Attis, Comaroli, Lucaselli e Romano, propone di equiparare il trattamento economico tra esponenti dell’esecutivo parlamentari e non, ovviamente al rialzo. I componenti tecnici del governo dovrebbero così ricevere le indennità oggi riservate ai parlamentari, con un incremento notevole dello stipendio mensile, anche se molti si dichiarano indifferenti al tema.
Quali ministri si stanno aumentando lo stipendio
Come anticipato, l’aumento del trattamento economico riguarda i ministri non parlamentari. Al momento si tratta di:
- Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno;
- Guido Crosetto, ministro della Difesa;
- Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione;
- Marina Calderone, ministro del Lavoro;
- Orazio Schillaci, ministro della Salute;
- Alessandro Giuli, ministro della Cultura;
- Alessandra Locatelli, ministro per le Disabilità;
- Andrea Abodi, ministro dello Sport.
L’aumento di stipendio dovrebbe riguardare anche i 9 componenti tecnici, tra viceministri e sottosegretari, non parlamentari. Perfino tra i diretti interessati, l’emendamento suscita alcune perplessità. I ministri si sono trovati a far i conti con l’opinione pubblica senza alcuna preparazione, dovendo muoversi su un terreno alquanto spigoloso.
Le dichiarazioni del ministro Crosetto, in particolare, hanno fatto molto clamore. Il discorso nella sua interezza, tuttavia, appare molto più equilibrato rispetto ai singoli stralci estrapolati. L’aumento di stipendio lascia il ministro addirittura “indifferente” semplicemente perché l’entrata al ministero della Difesa ha già comportato per lui un’importante diminuzione dei redditi. Crosetto, che nega una spinta da parte dei ministri, considera l’aumento un principio giusto, anche per colmare una diseguaglianza immotivata rispetto ai membri del Parlamento.
Chi rappresenta il popolo italiano è giusto che riceva anche un trattamento economico che tutela del suo ruolo e della sua libertà, da ogni possibile influenza.
Queste le dichiarazioni del ministro su X, che si dice tuttavia pronto a positicipare l’entrata in vigore della norma alla prossima legislatura, esclusivamente perché “non abbiamo tempo da perdere per polemizzare su un tema che per noi non è rilevante”.
Che i ministri non abbiano concordato le strategie di comunicazione è però evidente e anzi non mancano i contrasti interni. Mentre il ministro Schillaci esprime un pensiero simile, chiarendo di non esser mosso da motivi economici e delegando la scelta al Parlamento, il ministro Abodi accusa di ipocrisia chi si dichiara indifferente all’equiparazione con i parlamentari. Non è d’accordo, almeno per ora, il ministro Valditara, che non intende “avvalersi di questo aiutino”.
Ufficialmente si tratta di un emendamento parlamentare, ma è chiaro che il problema è stato lamentato più volte dai componenti tecnici dei governi che si sono succeduti, visto che comunque la disparità esiste. Sull’opportunità di equiparare il trattamento economico a quello dei parlamentari, tuttavia, si pronuncerà lo stesso Parlamento. Non sono da escludere delle revisioni, per quanto ci sia fretta per l’entrata in vigore della legge di Bilancio.
Di quanto aumenta lo stipendio ai ministri?
Per l’emendamento di equiparazione dell’indennità tra ministri non parlamentari e ministri parlamentari sarebbero stanziati 1,3 milioni di euro. Secondo la simulazione effettuata dal Sole 24 Ore si parla di un aumento di circa 7.200 euro netti in più al mese. I ministri non parlamentari dovrebbero infatti ricevere l’indennità oggi riservata ai parlamentari, per circa 5.000 euro, una ratio aggiuntiva per i viaggi, oltre ai vari rimborsi spese. Quest’ultimo il tema che, almeno secondo alcune indiscrezioni, pare aver mosso maggiormente sottosegretari e viceministri. Sul punto, tuttavia, non c’è alcuna conferma ufficiale.
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