Ai fratelli e sorelle del defunto spetta di diritto una parte dell’eredità? Che ci sia testamento o no, quando è previsto che queste figure ereditino?
Valutiamo oggi l’ipotesi del defunto che non abbia figli. Se questi non ha lasciato disposizioni testamentarie si apre la cosiddetta “Successione legittima” ovvero la ripartizione del patrimonio secondo le norme previste dal nostro Codice civile.
In questa particolare fattispecie, in cui il de cuius non ha lasciato testamento e neppure figli, sarà il coniuge superstite a concorrere con ascendenti legittimi e/o fratelli e sorelle o loro discendenti.
Ricordiamo infatti che al coniuge sono devoluti i due terzi dell’eredità, mentre il restante terzo spetta agli ascendenti e ai fratelli e alle sorelle. Se invece mancassero sia i figli, sia gli ascendenti che fratelli e sorelle (o loro discendenti), il coniuge superstite otterrebbe l’intera eredità.
Alla presenza di una volontà testamentaria espressa, entreremo invece nel merito della «Successione testamentaria». E in questo caso sarà il testamento, la volontà del defunto, a stabilire le persone che erediteranno i beni e anche le rispettive quote in ottemperanza, in ogni caso, alle cosiddette quote di legittima che spettano necessariamente al coniuge e ai figli.
In questa guida approfondiamo insieme la successione dei soggetti diversi dal coniuge e dai figli. In quali circostanze fratelli e sorelle del defunto entrano di diritto nell’eredità?
La successione a dei fratelli e sorelle in mancanza di testamento
Chiariamo fin da subito che ai fratelli e alle sorelle non spetta nulla se il defunto lascia dei figli (anche solo un figlio). Approfondiamo ora bene la norma che tratta il nostro caso, per capire quando essi entrano nel diritto all’eredità:
L’Articolo 570 Codice Civile rubricato: «Successione dei fratelli e delle sorelle» sancisce:
A colui che muore senza lasciare prole, né genitori, né altri ascendenti, succedono i fratelli e le sorelle in parti uguali.
I fratelli e le sorelle unilaterali conseguono però la metà della quota che conseguono i germani.
Questi due commi individuano due principi:
- i fratelli e le sorelle naturali dei quali sia legalmente accertato il rispettivo status di filiazione nei confronti del comune genitore, sono chiamati alla successione legittima, in mancanza di altri successibili, prima dello Stato (cfr. art. 565 del c.c. e nt. n 1).
- al secondo comma leggiamo dei «fratelli germani» ovvero quelli che hanno in comune con il de cuius entrambi i genitori, sono unilaterali invece quelli che hanno solo o la madre o il padre in comune.
Per questo ultimo punto osserviamo dunque che i «germani», nella successione del fratello o della sorella, ricevono una quota doppia rispetto ai secondi (si parla in proposito di «quota di fatto»).
L’assegnazione di una quota doppia di eredità ai germani rispetto agli unilaterali si interpreta così poiché essi hanno un vincolo di parentela più stretto con il defunto avendo in comune sia la madre che il padre.
Ciò premesso facciamo schematicamente qualche esempio di come l’eredità, a seconda di chi è presente alla morte del de cuius, verrà distribuita:
- se il defunto non lascia figli, ma solo il coniuge, ai fratelli e alle sorelle del defunto spetta un terzo dell’eredità (un terzo che i fratelli e le sorelle del defunto, se sono più di uno, si divideranno in parti uguali);
- se il defunto non lascia né figli né coniuge, ma solo i suoi genitori, l’eredità si divide in parti uguali tra fratelli, sorelle e genitori del defunto, ma ai genitori spetta almeno la metà dell’eredità;
- se il defunto non lascia figli, ma lascia il coniuge e i suoi genitori, ai fratelli e alle sorelle e ai genitori del defunto spetta un terzo dell’eredità. Ai genitori del defunto spetta comunque un quarto e, quindi, ai fratelli e alle sorelle del defunto resta un terzo meno un quarto che corrisponde a un dodicesimo dell’eredità;
- se il defunto lascia solo fratelli e sorelle, a essi spetta tutta l’eredità da dividersi in parti uguali.
Quali diritti per fratelli e sorelle se c’è testamento?
Nel caso in cui il caro estinto rediga una volontà testamentaria valida, egli potrà liberamente disporre dei suoi beni patrimoniali, rispettando alcuni limiti.
Come sappiamo, questi potrà destinare la sua eredità a chiunque voglia, ma sarà obbligato ad attribuire alcune quote, le cosiddette quote di legittima, ad alcuni parenti, chiamati legittimari, che sono il coniuge, i figli e i genitori del defunto.
Mentre, ai fratelli e alle sorelle non spetta per legge nessuna quota di eredità se il defunto abbia scritto testamento.
Una persona che redige il proprio testamento, può escludere fratelli e sorelle dalla propria eredità. Essi, in tal caso non potranno in alcun modo pretendere una quota del patrimonio ereditario e non potranno chiedere neppure in sede giudiziaria di farsi riconoscere una parte dell’eredità.
Chiaramente se vorrà, potrà lasciare ai propri fratelli e sorelle dei beni, rispettando sempre le quote di legittima, ma i fratelli e le sorelle non hanno per legge diritto ad alcuna quota e non potranno in nessuna maniera pretendere o agire nei confronti degli altri eredi qualora nel testamento nulla è stato disposto a loro favore.
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