Vuoi lavorare per meno ore guadagnando uno stipendio più che dignitoso? Questo è il Paese perfetto dove trasferirsi.
Molte volte guardando al mercato del lavoro di alcuni Paesi esteri, specialmente del Nord Europa, abbiamo messo in risalto i loro punti di forza per quanto riguarda orario di lavoro, opportunità di guadagno e prospettive di carriera. Come pure per il potere d’acquisto, ossia la quantità di beni e servizi che si possono acquistare con lo stipendio percepito.
A tal proposito, abbiamo già parlato di Lussemburgo, Germania, Danimarca, Paesi Bassi: qui invece vogliamo approfondire quello che secondo l’Ocse è il Paese Ue caratterizzato dal più alto stipendio medio, tanto da sfiorare gli 80.000 euro lordi l’anno. Ci riferiamo all’Islanda dove nell’ultimo periodo c’è stata anche l’apertura alla settimana corta, con ottimi feedback da parte delle aziende.
Un fattore da non trascurare quando si sceglie la destinazione per intraprendere una carriera all’estero, con l’Islanda che come vedremo di seguito entra di diritto tra i migliori Paesi dove lavorare in Europa (freddo permettendo).
Perché lavorare in Islanda
Come emerso da uno studio condotto dall’Autonomy Institute nel Regno Unito, insieme all’Alda (Associazione islandese per la sostenibilità e la democrazia), lo scorso anno l’economia islandese è cresciuta più velocemente di quella della maggior parte dei Paesi europei, con un tasso di disoccupazione tra i più bassi d’Europa. Un quadro che mette l’Islanda nella cerchia ristretta di quei Paesi con ottime opportunità di carriera.
Anche perché non si può non considerare lo stipendio medio che secondo una recente indagine Ocse è il più alto d’Europa. Nel dettaglio, secondo i dati del JP Salary Outlook, la media annua degli stipendi è appena inferiore a 80.000 euro, 79.473 euro lordi per la precisione. Per intenderci, nello stesso report (che prende in considerazione l’anno 2023), l’Italia ha chiuso al 20° posto con uno stipendio medio di 44.893 euro.
Se consideriamo mensilmente, a fronte di 13 mesi di stipendio, in Islanda si guadagna in media 6.113 euro al mese lordi, per quanto comunque va specificato che la pressione fiscale qui è leggermente più alta rispetto al nostro Paese. Secondo Tax Foundation, infatti, in Islanda un lavoratore paga circa il 46,25% di imposte sul proprio stipendio (rispetto a un tax rate del 43% in Italia), il che significa che stiamo intorno a un guadagno netto medio di circa 3.290 euro.
Un guadagno comunque più alto rispetto all’Italia, nonostante un orario di lavoro più o meno simile (come potete notare dalla nostra classifica). Va detto però che negli ultimi anni in Islanda c’è la tendenza a lavorare sempre per meno ore, tanto che negli ultimi 4 anni circa il 50% dei lavoratori islandesi ha deciso di essere impiegato per 4 giorni su 7, in accordo con l’azienda.
Come affermato da Gudmundur D. Haraldsson, ricercatore di Alda, “l’orario di lavoro ridotto è molto diffuso in Islanda”, anche nel pubblico impiego dove ci sono stati diversi test volti a ridurre l’orario di lavoro settimanale a 35-36 ore (rispetto alle 40 ore ordinarie), senza alcuna riduzione dello stipendio.
Un esperimento che andrà avanti dal momento che dai dati è emerso che nonostante la riduzione dell’orario di lavoro la produttività non solo è rimasta la stessa ma in alcuni posti è persino migliorata. Il tutto a vantaggio del benessere dei dipendenti.
Come trasferirsi in Islanda per lavorare
Se questi dati ti hanno convinto, ti farà piacere sapere che per andare a lavorare in Islanda non sono richiesti chissà quali permessi. A tal proposito, dal portale Eures oggi risultano esserci 17 opportunità di lavoro in Islanda a cui è possibile candidarsi da tutta Europa a patto ovviamente di averne i requisiti, in particolare la conoscenza della lingua.
A tal proposito, va detto che qui la lingua ufficiale è l’islandese che può risultare complicato da imparare in poco tempo. Non per questo bisogna però spaventarsi, visto che comunque l’inglese risulta parlato da gran parte della popolazione. Basta avere un’ottima conoscenza, scritta e parlata, della lingua inglese quindi per avere la possibilità di trasferirsi in Islanda per lavorare, dove oggi tra le professioni più richieste figurano:
- Operatori turistici e guide turistiche
- Specialisti in acquacoltura, in particolare nella coltura delle alghe e nell’allevamento di pesci.
- Tecnici agricoli e operatori di serre, per la produzione in serra grazie alle risorse geotermiche.
- Ricercatori e professionisti delle scienze della vita, incluse biotecnologia e scienze della salute.
- Esperti in gestione di centri di elaborazione dati, con focus sull’energia rinnovabile.
- Tecnici di produzione chimica, nei settori di fibra di carbonio, polisilicio e clorato di sodio.
Se avete le competenze per svolgere una di queste professioni, parlate bene l’inglese e siete aperti alla possibilità di lavorare all’estero, l’Islanda può essere una meta da prendere in considerazione. Anche perché basta avere un documento di identità e chiedere il kennitala, un numero di identificazione simile al codice fiscale italiano necessario per accedere ai servizi essenziali, come ad esempio per aprire un conto in banca, lavorare e usufruire del sistema sanitario. Per ottenerlo, bisogna presentare i documenti all’ufficio di Borgartún e attendere circa dieci giorni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA