La Cgil per il 2025 ha lanciato quattro referendum sul lavoro al fine di smontare il Jobs Act: i quesiti e come si può firmare anche usando la firma online.
Referendum Cgil 2025 Jobs Act: ha preso il via la raccolta firme per i quattro quesiti incentrati sul tema del lavoro, con questa iniziativa da parte del sindacato che - come immaginabile - sta dividendo il mondo della politica generando anche delle forti polemiche.
Lo scorso 25 aprile - giorno della Festa della Liberazione - la Cgil ha iniziato la raccolta firme per quattro referendum, lanciati con lo slogan “Per il lavoro stabile, dignitoso, tutelato e sicuro ci metto la firma”.
“Vogliamo cancellare la precarietà e affermare la libertà nel lavoro” ha spiegato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, con la campagna referendaria che è stata decisa lo scorso 26 marzo dall’Assemblea generale del sindacato.
“Il lavoro deve essere tutelato perché è un diritto costituzionale - ha reso noto la Cgil spiegando il motivo dei referendum -. Deve essere sicuro perché di lavoro si deve vivere e non morire. Deve essere dignitoso e perciò ben retribuito. Deve essere stabile perché la precarietà è una perdita di libertà”.
In sostanza il sindacato guidato da Landini vorrebbe “rottamare” il Jobs Act, la riforma del mondo del lavoro simbolo del periodo in cui era Matteo Renzi di stanza a Palazzo Chigi. Non a caso la decisione da parte di Elly Schlein di firmare i quattro quesiti referendari sta provocando un ampio dibattito anche all’interno del Pd.
Vediamo allora nel dettaglio i quesiti dei quattro referendum sul lavoro promossi dalla Cgil e come poter firmare anche attraverso la firma online, grande novità questa degli ultimi tempi.
Referendum Cgil Jobs Act: i quesiti
Entrando nel dettaglio dei referendum sul Jobs Act lanciati dalla Cgil, vediamo quali sono i quattro quesiti che ora dovranno raccogliere le firme necessarie per essere poi votati dai cittadini nel 2025.
- Quesito 1 - Abrogazione delle norme che impediscono il reintegro al lavoro in caso di licenziamenti illegittimi: si chiede di abrogare il Decreto Legislativo n. 23/2015, cioè uno dei decreti attuativi del cosiddetto Jobs Act, per abolire il contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti.
- Quesito 2 - Abrogazione delle norme che facilitano i licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese: si chiede di abrogare le norme che pongono un tetto massimo all’indennizzo in caso di licenziamento illegittimo per i lavoratori delle piccole imprese.
- Quesito 3 - Abrogazione delle norme che hanno liberalizzato l’utilizzo del lavoro a termine: si chiede di porre un limite all’uso dei contratti a termine, abrogando alcune parti dell’articolo 19 del Decreto Legislativo 81/2015 (anche questo è uno dei decreti attuativi del Jobs Act) e un articolo del Decreto Lavoro varato nel 2023 dal governo Meloni.
- Quesito 4 - Abrogazione delle norme che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti, di estendere la responsabilità all’impresa appaltante: si chiede di eliminare la norma che, in presenza di appalti o subappalti, esclude la responsabilità solidale dell’impresa committente in caso di infortunio o malattia della lavoratrice o del lavoratore.
Fonte Focus.namirial
Licenziamenti, utilizzo dei contratti a termine e sicurezza sul lavoro, sono queste le tematiche dei quattro referendum promossi dalla Cgil.
Referendum Cgil: come firmare
Adesso che sono stati presentati i quattro referendum, la Cgil ha iniziato l’impegnativa campagna della raccolta firme: ne dovranno essere raccolte 500.000 per ciascun quesito entro l’estate.
L’obiettivo della Cgil è quello di votare i quattro referendum in materia di lavoro e Jobs Act a primavera 2025: terminata la raccolta firme, queste dovranno essere vagliate con la Consulta che poi si dovrà esprimere sull’ammissibilità dei quesiti.
Per poter firmare i referendum lanciati dalla Cgil ci sono sostanzialmente due modi. Il primo è quello classico dei gazebo, con il sindacato che sta organizzando iniziative in tutte le città italiane.
Il secondo modo per sottoscrivere i referendum sul Jobs Act è con la firma online - con SPID o CIE - attraverso l’apposito sito lanciato dalla Cgil per permettere ai cittadini di sostenere i quattro quesiti.
Tra i classici gazebo e la novità della firma online, Maurizio Landini si è detto fiducioso di poter raggiungere le 500.000 firme entro i tempi stabiliti, con la parola che poi passerebbe agli italiani.
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