Riduzione dell’Irpef e taglio di tasse e cuneo fiscale: quanti soldi ha davvero il governo per la manovra?

Stefano Rizzuti

26/04/2023

Il governo Meloni deve, con la legge di Bilancio 2024, ridurre le aliquote Irpef e tagliare le tasse e il cuneo fiscale: quanti soldi ha a disposizione per riuscirci? Facciamo qualche conto.

Riduzione dell’Irpef e taglio di tasse e cuneo fiscale: quanti soldi ha davvero il governo per la manovra?

Dalla riduzione delle aliquote Irpef al taglio delle tasse, passando per una conferma del taglio del cuneo fiscale nel 2024: la legge di Bilancio che attende in autunno il governo Meloni sarà una sfida molto impegnativa. Le risorse da trovare nei prossimi mesi sono tante, quantomeno per confermare le misure già in vigore e mantenere qualche promessa.

Ma quanti soldi ha oggi il governo per la prossima manovra? Il Def approvato nelle scorse settimane ha messo nero su bianco alcune delle risorse a disposizione. Ovviamente è ancora presto per fare i conti definitivi, ma qualche idea sulle coperture che cercherà l’esecutivo possiamo già farcela.

Per il taglio delle tasse, spiega il Messaggero, si parte da 6 miliardi di euro. Si tratta di soldi già previsti dal Def. A cui si potrebbero aggiungere altri fondi, grazie all’attesa decisione di Eurostat sulla contabilizzazione dei bonus edilizi.

Il taglio del cuneo fiscale

Il Def è servito al governo per annunciare l’arrivo di un ulteriore taglio del cuneo fiscale, con la decontribuzione che dovrebbe salire al 4% per i redditi fino a 35mila euro. Gli stipendi saliranno di qualche decina d’euro fino alla fine dell’anno. Poi spetterà alla legge di Bilancio trovare le risorse per rinnovare il taglio del cuneo fiscale o, addirittura, per farlo salire al 5% come promesso da Meloni come prospettiva per l’intera legislatura.

Per la proroga nel 2024 del taglio del cuneo fiscale serviranno circa 9 miliardi e, per ora, il governo ha a disposizione i sei già certi scritti nel Def. Soldi che arrivano dal deficit, dall’andamento positivo dei conti pubblici e dai tagli di spesa: una spending review attesa per 1,5 miliardi di euro.

Lo scostamento di bilancio

In questi giorni il Parlamento approverà uno scostamento da 3,5 miliardi da utilizzare per il 2023: si tratta delle risorse necessarie per finanziare il taglio del cuneo fiscale da maggio e un ritocco delle pensioni minime. Inoltre, secondo quanto riporta la relazione trasmessa alle Camere, si chiede l’autorizzazione per il prossimo anno di maggior deficit per 4,5 miliardi.

A questi si aggiungeranno gli 1,5 miliardi già citati e da reperire attraverso il taglio della spesa dei ministeri. Il Def, peraltro, assegna già i 4,5 miliardi di maggior deficit a un obiettivo ben preciso: la riduzione delle tasse nel 2024. Così come la spending review servirà per finanziare la riduzione della pressione fiscale.

I soldi per la delega fiscale e la riforma Irpef

Quegli stessi soldi, però, servirebbero anche ad altro. A partire dalla delega fiscale, che prevede la riduzione da quattro a tre delle aliquote Irpef. In questo caso, però, i soldi potrebbero arrivare da altri interventi. In primis la revisione degli sconti fiscali, annunciata dal governo: non è il primo esecutivo a puntarci, ma alla fine tutti i tentativi sono stati quasi dei completi fallimenti.

La contabilizzazione dei bonus edilizi

Una buona notizia, per il governo, potrebbe arrivare da Eurostat. Dopo la revisione del criterio di contabilizzazione dei bonus edilizi (conseguente allo sconto in fattura), il governo aveva dovuto inserire tutto nella spesa del 2022: il deficit è così passato dal 5,6% all’8%. Con un aggravio di 50 miliardi.

Ora che l’esecutivo ha però cancellato la cessione dei crediti e lo sconto in fattura, Eurostat potrebbe tornare sui suoi passi: la decisione verrà rivalutata a giugno, come annunciato con una lettera inviata all’Istat. La possibilità è che le spese per il Superbonus e i bonus edilizi del 2023 vengano spalmate su più anni.

Se prendiamo i 12 miliardi di crediti fiscali maturati tra gennaio e marzo, spalmandoli su quattro anni si potrebbero avere per quest’anno 9 miliardi in più. Anche se ricorrere a queste risorse potrebbe poi causare problemi sui conti degli anni successivi, con il rischio di un aumento del debito pubblico. Quindi il governo dovrà riflettere bene prima di provare a utilizzare questi soldi - o una parte - per la prossima manovra.

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