Riforma ammortizzatori sociali: a che punto è?

Teresa Maddonni

26 Gennaio 2021 - 17:34

Poco si sa sulla riforma degli ammortizzatori sociali da tempo annunciata, ma a che punto è? Complice la crisi di governo e altri nodi ben più difficili da sciogliere, la stessa potrebbe slittare al 2022.

Riforma ammortizzatori sociali: a che punto è?

A che punto è la riforma degli ammortizzatori sociali da tempo annunciata e per la quale la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo si è impegnata? A che punto sono gli incontri con le parti sociali? Ricordiamo che un primo tavolo sul Recovery Plan, che dovrebbe contenere anche e soprattutto misure per il lavoro, si è tenuto lo scorso 22 gennaio.

La riforma degli ammortizzatori sociali tuttavia sembra ancora in alto mare e principalmente per una questione di difficoltà a far combaciare costi e coperture. Sebbene non sia ancora molto chiaro quale possa essere il testo della riforma degli ammortizzatori sociali in definitiva, la stessa si preannuncia come un progetto assai ambizioso, ma potrebbe slittare ancora.

La riforma degli ammortizzatori rischia di slittare al 2022

La riforma degli ammortizzatori sociali rischia di slittare ancora e forse a fine anno con la prossima Legge di Bilancio, quindi al 2022, secondo le previsioni de Il Sole 24 Ore.

Il giornale riscontra come effettivamente la riforma degli ammortizzatori sociali si sia arenata e non soltanto perché il ministero guidato da Nunzia Catalfo ha dovuto convocare le parti sociali per il Recovery Plan rimandando la questione, ma perché c’è incertezza su coperture e contenuti.

Esiste infatti sulla riforma degli ammortizzatori sociali una bozza di una commissione di esperti nominata dalla Catalfo risalente all’estate scorsa. Venendo al nodo delle risorse, come sottolinea il Sole 24 Ore, la stessa dovrebbe costare per i primi anni 20 miliardi e 10 a regime e le prime simulazioni lo scorso autunno hanno dimostrato che non sarebbe pertanto praticabile.

Il ministero prevedeva di utilizzare per le coperture degli ammortizzatori sociali i fondi europei e l’aumento degli oneri a carico delle aziende il che tuttavia si dimostrerebbe inattuabile su entrambi i fronti:

  • prima di tutto perché i soldi del Recovery Fund non possono essere utilizzati per una riforma degli ammortizzatori sociali che sia universale;
  • le imprese non possono sostenere un aumento degli oneri a loro carico data anche l’emergenza Covid e in merito le settimane di cassa integrazione per l’emergenza della Legge di Bilancio sono tornate gratuite (dopo lo stop con il decreto Agosto e Ristori) e lo dovrebbero essere anche le prossime del decreto Ristori 5.

C’è anche poi il terzo elemento che riguarda le politiche attive del lavoro e in particolare la necessità di legarle alle prestazioni oggetto della riforma.

Il problema delle politiche attive del lavoro e la mancanza di strumenti per attuarle è dimostrato anche dalla questione dei Navigator del reddito di cittadinanza per fare un esempio.

Sulla questione la ministra Catalfo ha annunciato il piano di potenziamento delle politiche attive per il quale una parte delle risorse sono già state stanziate con la Legge di Bilancio. Confindustria per questo ultimo aspetto evidenziato chiede in merito:

  • coinvolgimento delle Agenzie private per il lavoro;
  • potenziamento dell’assegno di ricollocazione;
  • potenziamento del contratto di espansione.

Riforma ammortizzatori sociali: cosa prevede la bozza

Il progetto ambizioso e costoso della riforma degli ammortizzatori sociali, secondo la bozza ormai datata, prevederebbe quello che riassumiamo schematicamente in alcuni punti salienti in attesa di avere ulteriori e maggiori indicazioni sulla piega che prenderà il testo che stabilisce la revisione di tutte le prestazioni:

  • la cassa integrazione per tutti i settori produttivi (l’obiettivo è creare uno strumento universale);
  • estendere la cassa integrazione ordinaria;
  • eliminare Fis e cassa integrazione in deroga;
  • prevedere degli ammortizzatori sociali per gli autonomi (già la Legge di Bilancio 2021 ha previsto un triennio sperimentale di Iscro per le partite IVA iscritte alla Gestione separata INPS);
  • allargamento della Naspi anche a collaboratori e partite IVA.

La ministra Catalfo nelle ultime settimane ha parlato del prolungamento della Naspi per esempio per gli over 50. Nell’incontro con i sindacati del 15 gennaio la Catalfo ha discusso sia del decreto Ristori 5 sia di ammortizzatori sociali e la loro riforma. Per entrambe le misure c’è ancora da aspettare, complice anche la crisi di governo. La prima dovrebbe arrivare a breve, la seconda richiederà più tempo e impegno.

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