La riforma Cartabia modificherà completamente il processo penale, con lo scopo di velocizzarlo e assicurare la certezza della pena. Ecco cosa prevede.
Oggi sarebbe dovuta entrare in vigore la riforma Cartabia, voluta per l’appunto dalla precedente ministra della Giustizia e dunque approvata durante il governo Draghi. La legge fa parte dell’accordo con l’Unione Europea sul Pnrr ed è destinata ad apportare numerose modifiche sulla giustizia penale e di conseguenza sui processi.
Con il primo decreto legge in merito alla giustizia emanato dal governo Meloni, l’attuazione della riforma è stata rinviata al 30 dicembre, al fine di consentire agli uffici giudiziari di adeguarsi per tempo. Secondo la premier Giorgia Meloni, il rinvio è stato inevitabile, in quanto l’attuazione avrebbe provocato una paralisi del sistema giudiziario e la scarcerazione di numerosi detenuti.
La riforma Cartabia si inserisce nel Pnrr al fine di ridurre le tempistiche processuali penali, in modo da garantire l’equità del processo per tutti gli interessati. Per riuscire nell’obbiettivo, la legge va a modificare inevitabilmente tutto l’iter processuale penale, oltre a incidere significativamente su ulteriori aspetti come il sistema sanzionatorio e la giustizia riparativa. Ecco nel dettaglio tutti gli aspetti toccati dalla riforma.
A cosa serve la riforma Cartabia e cosa riguarda
Il proposito principale della riforma Cartabia è di garantire la durata ragionevole del processo, per entrambe le parti coinvolte, nel rispetto del giusto processo definito dall’articolo 111 della Costituzione. Nel dettaglio, l’obbiettivo sarebbe di ridurre le tempistiche del processo penale del 25% entro l’anno 2026.
Affinché sia possibile rispettare questo intento è necessario rivedere tutti gli aspetti che vanno a incidere, direttamente o meno, sulla lunghezza del procedimento. Per questa ragione la legge riguarda anche le indagini preliminari e le misure detentive alternative, oltre a favorire l’utilizzo di riti processuali più brevi, i cosiddetti riti deflattivi, e l’utilizzo della giustizia riparativa tramite organi appositi.
Di pari passo anche il sistema sanzionatorio è oggetto di grandi cambiamenti, volti in particolare ad assicurare la certezza della pena rendendo le sanzioni immediate, oltre a consentire la conversione della pena pecuniaria in detentiva.
La digitalizzazione e l’uso di tecnologie informatiche nel processo penale
Uno degli aspetti critici dell’attuale sistema di funzionamento del processo penale è l’assetto burocratico, che richiede la trasmissione e la presa visione di numerosi documenti e fascicoli in forma cartacea. Per questa ragione, la riforma Cartabia prevede di favorire il processo penale telematico e ridurre così le tempistiche.
Nel codice di Procedura Penale, e in particolare negli articoli 110, 111-bis e 111-ter, verrà imposto quindi l’utilizzo della documentazione in forma digitale. L’articolo 148 c.p.p. permetterà invece d’indicare un domicilio telematico per ricevere gli atti. Nel complesso, poi, sarà consentito di partecipare alle udienze in videoconferenza.
Limite alla durata delle indagini preliminari
Evitare che le indagini preliminari si dilunghino in maniera eccessiva risulta indispensabile per l’impatto sui tempi processuali. A questo proposito la riforma Cartabia stabilisce la durata massima delle indagini preliminari in:
- 6 mesi per le contravvenzioni
- 1 anno per i delitti
- 1 anno e 6 mesi per i delitti più gravi stabiliti dall’articolo 407 c.p.p.
Ognuno di questi limiti può essere soggetto a una sola proroga per una durata massima di ulteriori sei mesi, oltretutto al termine delle indagini il Pubblico Ministero avrà la facoltà di richiederne l’archiviazione in caso d’insufficiente previsione della condanna.
I riti deflattivi: patteggiamento e giudizio abbreviato
La riforma Cartabia intende incentivare l’utilizzo dei riti deflattivi, che prevedono tempistiche ridotte rispetto al processo penale ordinario e procedure semplificate, con importanti benefici sia per le vittime che per gli imputati.
Per attuare questo scopo, la riforma consente di estendere l’accordo formulato in sede di patteggiamento alla confisca facoltativa e la determinazione di beni specifici. Per quanto concerne invece il patteggiamento allargato, sarà possibile includere nell’accordo la previsione di pene accessorie e di determinarne la durata.
Il giudizio abbreviato, invece, viene incentivato permettendo un ulteriore sconto di un sesto della pena da parte del giudice, una volta accertata la rinuncia dell’imputato a impugnare la sentenza successivamente. Oltretutto viene concesso all’imputato di richiedere il rito abbreviato oppure la sospensione con messa alla prova, anche nel caso in cui gli fosse stata negata la richiesta di patteggiamento.
Libertà vigilata e semidetenzione: le alternative
La libertà vigilata e la semidetenzione, cioè le cosiddette pene detentive brevi, saranno definitivamente abolite dalla riforma Cartabia, al fine di incoraggiare l’utilizzo di misure più idonee. In particolar modo il giudice potrà stabilire la semilibertà e la detenzione domiciliare in ipotesi di condanna inferiore ai quattro anni.
Nel caso in cui la condanna non dovesse superare i tre anni, invece, si potrà applicare il lavoro di pubblica utilità, mentre la condanna inferiore a un anno potrà essere convertita in pena pecuniaria.
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