Il mese scorso ha segnato la parziale discesa dei prezzi dei bond sovrani, specie quelli a lunga scadenza, a beneficio dei rendimenti.
Prezzi e rendimenti sono da sempre croce e delizia degli investitori in bond, sovrani e corporate. Se l’obiettivo di fondo resta sempre lo stesso, cioè la massimizzazione del ritorno, a variare sono le strategie operative.
Chi punta maggiormente al capital gain è più attento ai movimenti dei corsi sul secondario e studia i possibili prezzi di ingresso e uscita da un trade. Inoltre ha un’operatività di breve periodo, a differenza del cassettista che ha orizzonti temporali più lunghi. Quest’ultimo, inoltre, ricerca soprattutto il rendimento perché sa che da qui deriverà il grosso dei suoi guadagni futuri.
Ora, la seconda metà di ottobre ha offerto a entrambe le tipologie di investitori discrete opportunità operative. I bond, specie quelli lunghi, hanno visto scendere (ma non crollare) i prezzi di mercato, facendo risalire i rendimenti. Un esempio per tutti? Il rendimento del BTP 2040 con cedola del 5% è risalito in 15 giorni per effetto dei prezzi passati dal massimo di 115,27 al minimo di 111,50 di una settimana fa. Oggi viaggia sui 111,71.
leggi anche
Barclays lancia due bond in euro al 5,30% e in dollari al 8,30% del tipo cumulative e callable. Convengono?
Le caratteristiche del BTP 2040 con cedola del 5%
Il Tesoro ha emesso questo titolo (ISIN IT0004532559) nel lontano 1° settembre 2009, e ne ha previsto la scadenza alla stessa data del 2040. La vita residua del bond è quindi di altri 15,81 anni, ed è di fatto un’obbligazione di lunga durata. La cedola annua lorda è del 5%, il 4,375% al netto della ritenuta del 12,50%, e staccata al 1° settembre e 1° marzo di ogni anno fino a scadenza (2,50% lordo semestrale).
Il bond gode di un buon flottante sul mercato (23,352 miliardi di € raccolti) ed è discretamente scambiato sul MOT, sia in termini di contratti che di controvalore. Il lotto minimo è sempre di 1.000 € nominali, ma oggi servono circa 1.123 € (più commissioni bancarie) per comprarne mille di nominale. Il BTP ha chiuso ottobre a 112,26 (credito d’imposta: 1,3%), per un rendimento effettivo (cioè rapportato alla quotazione) netto annuo del 3,465%.
Risale il rendimento del BTP 2040 con cedola del 5% grazie alla recente discesa dei prezzi
Giovedì 31 ottobre il bond ha segnato il minimo a 111,50, mentre il 1° del mese il massimo era stato di 115,50. Ai rispettivi prezzi minimo e massimo, e alle rispettive date, il rendimento effettivo netto annuo a scadenza è stato del 3,520% e del 3,241%. Chi ha comprato il titolo a fine mese si è assicurato un 4% di rendimento complessivo in più, in 15 anni, rispetto a chi lo ha acquisto sui massimi a inizio mese. È solo un’altra, piccola dimostrazione di come il giusto timing possa aiutare a fare la differenza nel campo degli investimenti.
Ancora, premesso che non sappiamo i futuri prezzi del bond, che tanto potrebbero scendere come risalire, intanto c’è che oggi esso rende di più rispetto a 20 giorni fa. Riuscire a caricarlo a futuri prezzi di mercato ancora più bassi degli attuali sarebbe come assicurarsi maggiori guadagni nel tempo (sempre salvo default dell’emittente).
Speculare sui prezzi delle obbligazioni nel medio termine
Per gli speculatori in bond, invece, una possibile fonte di gioia futura potrebbe derivare dalle dinamiche dei prezzi sul secondario.
Dopo una forte accelerata dei corsi tra novembre e dicembre 2023, i prezzi di molte obbligazioni lunghe risultano come ingabbiati in ampi range. Inevitabile, quindi, che prima o poi i prezzi prenderanno una direzione, e sarà il mercato a dire quale.
Tuttavia, al momento i bond del Tesoro sembrano godere di un vento favorevole. A livello sovra nazionale, il sentiero del taglio dei tassi BCE non è ancora concluso, e prima o poi anche negli USA la scure si abbatterà di nuovo sul costo del denaro. Queste dinamiche dovrebbero portare a una discesa dei rendimenti a beneficio dei rispettivi corsi.
A livello nazionale, invece, i recenti vari outlook positivi delle agenzie di rating hanno aiutato lo spread ad assottigliarsi ancora. Questo dovrebbe sostenere gli acquisti di bond italici anche all’estero, a svantaggio dei rendimenti e a vantaggio dei prezzi. Specie per i corsi di quei titoli relativamente lunghi e dalle buone cedole nominali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA