Risarcimento morte sul lavoro, quanto spetta e a quali familiari: importi aggiornati al 2022

Simone Micocci

11 Agosto 2022 - 16:15

Risarcimento vittime sul lavoro, aggiornato il valore dell’indennità una tantum che sale a un massimo di 22.400 euro.

Risarcimento morte sul lavoro, quanto spetta e a quali familiari: importi aggiornati al 2022

Sono stati aggiornati al 2022, grazie a un apposito decreto del ministero del Lavoro, gli importi dell’indennità una tantum erogata in favore dei familiari superstiti delle vittime sul lavoro.

Si registra un aumento di circa 3.000 euro per l’importo massimo dell’indennità una tantum che generalmente viene riconosciuta a figli e coniuge della vittima per i lavoro, o - in loro assenza - a genitori, fratelli e sorelle.

Una novità importante che purtroppo riguarda ancora troppe famiglie in Italia. Anche quest’anno, infatti, gli infortuni sul lavoro sono stati molti: nel primo trimestre del 2022, ad esempio, le denunce d’incidenti con esito mortale sono state 189, il 2,2% in più rispetto allo scorso anno. In netto aumento (+46,6%) anche gli infortuni sul lavoro non mortali, un incremento che si registra in tutti i settori produttivi ma specialmente nei trasporti e magazzinaggio, nella sanità e nell’amministrazione pubblica.

A tal proposito, alla luce delle ultime notizie di cronaca, è lecito chiedersi cosa spetta in caso di morte causata da un incidente sul lavoro. Solitamente è l’Inail a farsi caso del risarcimento per i familiari; d’altronde, tutti i lavoratori dipendenti sono soggetti alla tutela assicurativa obbligatoria ai sensi del Testo unico 1124/65 e della legge 493/99. Ma in alcuni casi è possibile rifarsi direttamente sul datore di lavoro: è così quando l’infortunio mortale sul lavoro è imputabile alla responsabilità di terzi, con i familiari superstiti che possono citare in giudizio l’azienda chiedendo un ulteriore risarcimento dei danni patrimoniali, e non, subiti.

In attesa che importanti sviluppi vengano fatti in questa direzione, con l’obiettivo zero morti sul lavoro, vediamo qual è il risarcimento che spetta ai familiari superstiti in questi casi, facendo chiarezza sia sull’indennizzo e la rendita Inail che su quando esistono gli estremi per far causa a terzi chiedendo un ulteriore risarcimento.

Morti sul lavoro, cosa spetta: l’indennizzo Inail

Ai superstiti di infortuni mortali sul lavoro spetta un beneficio una tantum erogato dall’Inail. Ne hanno diritto:

  • coniuge, o unito civilmente;
  • figli: sempre, quando minorenni. Oppure ai figli fino a 21 anni se studenti di scuola media superiore o professionale, a carico e senza un lavoro retribuito. Spetta anche ai figli fino a 26 anni, se studenti universitari, a carico e senza un lavoro retribuito. Per i figli maggiorenni inabili al lavoro, invece, non ci sono limiti di età.
  • in mancanza di questi, possono richiederlo i genitori (se a carico del lavoratore deceduto), o in alternativa fratelli e sorelle (se conviventi e a carico del lavoratore deceduto).

Questo beneficio è stato introdotto dalla finanziaria del 2007, con la quale venne istituito un apposito fondo presso il ministero del Lavoro con lo scopo di fornire ai familiari dei lavoratori vittime d’infortuni sul lavoro un adeguato supporto economico.

Il beneficio spetta dunque per i morti a seguito d’infortunio sul lavoro verificatesi successivamente al 1° gennaio 2007. Gli importi vengono ridefiniti ogni anno: a tal proposito, con il decreto del ministero del Lavoro n. 112/2022, pubblicato il 10 agosto sul sito ministeriale, vengono aggiornati i valori per gli eventi che si sono verificati tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2022.

Ecco una tabella in cui vengono indicati gli importi riconosciuti negli ultimi anni, compresi quelli aggiornati all’anno corrente.

Numero superstiti 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022
1 3.500 4.000 3.700 3.000 3.700 4.000 5.000 6.000
2 7.000 7.800 7.400 6.000 6.700 8.000 9.000 11.400
3 10.500 11.500 11.100 9.000 9.700 12.000 13.000 16.800
più di 3 17.300 17.300 17.200 13.000 14.200 15.500 19.000 22.400

Per avere diritto alla prestazione in oggetto, è necessario che anche uno solo dei soggetti beneficiari ne presenti domanda. Con questa andrà però indicato il numero esatto di tutti i superstiti aventi diritto al beneficio, come pure gli estremi per il pagamento. Tale istanza deve pervenire alla sede territoriale Inail, la quale va individuata prendendo come riferimento il domicilio del lavoratore deceduto. Nel dettaglio, la richiesta può essere presentata direttamente allo sportello della sede competente, o in alternativa per mezzo di posta ordinaria o Pec. L’interessato può anche farsi assistere da un patronato.

La richiesta va presentata entro 40 giorni dalla data del decesso; l’una tantum verrà poi erogata entro 30 giorni dall’accertamento sommario, condizione procedurale che viene svolta dal ministero del Lavoro di concerto con l’Inail.

Morti sul lavoro, cosa spetta: rendita Inail

Ma non è tutto: ai superstiti spetta anche la rendita Inail, una prestazione economica non soggetta a tassazione Irpef che decorre dal giorno successivo alla morte del lavoratore.

Inoltre, i tale rendita ne spetta - unitamente alla prestazione una tantum suddetta - un’anticipazione di 3 mesi (calcolata però sul minimale di legge) per i superstiti di lavoratori soggetti alla tutela assicurativa obbligatoria ai sensi del Testo unico 1124/65 e della legge 493/99.

La rendita viene pagata mensilmente per un importo pari a - come stabilito dalla legge di stabilità del 2014 - una determinata percentuale applicata sulla retribuzione massima convenzionale del settore industria, che nel 2022 ammonta:

  • Retribuzione annua minima: 17.448,90 euro (utilizzata dunque per l’anticipo di tre mensilità della rendita);
  • Retribuzione annua massima: 32.405,10 euro.

Di tale importo massimo ne spetta:

  • 50% al coniuge/unito civilmente
  • 20% a ciascun figlio
  • 40% a ciascun figlio orfano di entrambi i genitori
  • 40% a ciascun figlio naturale riconosciuto o riconoscibile sia in caso di decesso dell’unico genitore che li abbia riconosciuti sia in caso di decesso di uno dei due genitori naturali, prescindendo da ogni considerazione in ordine all’esistenza in vita dell’altro genitore naturale ed all’eventuale riconoscimento del figlio da parte di quest’ultimo
  • 40% a ciascun figlio di genitore divorziato.
  • In mancanza di coniuge/unito civilmente e figli:
  • 20% a ciascun genitore naturale o adottivo
  • 20% a ciascuno dei fratelli e delle sorelle.

Attenzione: affinché i familiari superstiti possano avere diritto a tale rendita questi devono soddisfare le stesse caratteristiche previste per il beneficio una tantum. Nel caso del coniuge, il diritto alla rendita viene meno in caso di nuovo matrimonio.

Altro fattore importante è quello per cui la somma totale delle quote di rendita che spettano ai superstiti non può comunque superare il 100% della retribuzione presa a base per il calcolo della stessa; in caso contrario, dunque, le quote di rendita verranno riviste e proporzionalmente adeguate.

Le modalità di richiesta sono le stesse di quelle già previste per il suddetto beneficio una tantum. Quindi la domanda di rendita per morti a causa d’infortuni sul lavoro va presentata direttamente allo sportello della sede competente, o in alternativa per mezzo di pec, posta ordinaria o grazie all’intermediazione di un patronato.

Morte sul lavoro: il risarcimento a terzi

In aggiunta al beneficio una tantum e alla rendita Inail, si può anche richiedere un risarcimento da infortunio mortale quando questo sia additabile alla responsabilità di terzi o del datore di lavoro.

Nel dettaglio, è possibile richiedere il risarcimento per i seguenti danni:

  • danni biologici trasmessi dal lavoratore agli eredi, ossia qualora il decesso del lavoratore sia avvenuto a notevole distanza dall’infortunio, o comunque dalla malattia professionale, e quindi si configura in capo al lavoratore un danno biologico che poi con la morte viene trasmesso agli eredi;
  • danno patrimoniale, ossia per la perdita della contribuzione patrimoniale che il lavoratore avrebbe apportato nel caso in cui fosse rimasto in vita.

Per la richiesta, in questo caso, è bene avvalersi del supporto di un professionista in ambito legale.

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