Dopo il disco verde alla fornitura di F-16 all’Ucraina, la Russia è tornata a minacciare l’Occidente di una possibile guerra nucleare: tutto però dipenderà dalla controffensiva.
L’ultima minaccia di una guerra nucleare da parte della Russia è arrivata proprio nel momento in cui sono terminati i lavori del G7 di Hiroshima, luogo che dovrebbe ricordare a tutti quali potrebbero essere le conseguenze di una escalation atomica.
“Più armi l’Occidente fornisce all’Ucraina e più distruttive sono queste armi - ha dichiarato l’ex presidente russo Dmitry Medvedev, attuale vice capo del Consiglio di Sicurezza nazionale - più diventa probabile uno scenario da apocalisse nucleare”.
Non è di certo la prima volta che Medvedev evoca una guerra nucleare - negli ultimi mesi il suo ruolo è stato di quello che fa la voce grossa al Cremlino - con il chiaro riferimento alla decisione dell’Occidente di rompere anche l’ultimo tabù della fornitura dei caccia all’Ucraina.
Finora Kiev ha ricevuto dei vecchi MiG-29 dalla Polonia, ben noti ai piloti ucraini, ma ora gli Stati Uniti hanno affermato che non si opporranno se qualche alleato decidesse di inviare in Ucraina anche dei caccia F-16.
Una decisione che nel breve termine dovrebbe incidere poco su quella che è la situazione sul campo di battaglia: per addestrare gli ucraini a pilotare gli F-16 serviranno diversi mesi, mentre la tanto annunciata controffensiva dovrebbe iniziare a breve.
Ma perché allora si torna a parlare di una possibile guerra nucleare? Il rischio sta tutto nei sempre più frequenti attacchi nel territorio russo a opera di Rdk e Libertà alla Russia, due unità militari “partigiane” che da tempo sono state inglobate tra le fila dell’esercito ucraino.
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La Russia e la minaccia di una guerra nucleare
Lo spauracchio di una guerra nucleare finora è stato agitato dalla Russia ogni volta che l’Occidente ha compiuto dei passi in avanti nelle forniture militari all’Ucraina. Questo però non vuol dire che le minacce siano solo parole al vento.
Scatenare una guerra nucleare in questo momento sarebbe assolutamente controproducente per Vladimir Putin: gli Stati Uniti potrebbero reagire con la stessa moneta nel territorio russo - le conseguenze sarebbero catastrofiche per l’intero genere umano - con la Russia che potrebbe essere isolata anche dai suoi alleati, Cina in testa.
Allo stato delle cose la retorica nucleare di conseguenza serve solo a impedire che la Nato mandi proprie truppe a combattere fianco a fianco al fronte con quelle ucraine; senza un intervento diretto dell’Occidente, la convinzione di Mosca è che alla fine potrebbero avere la meglio in questa guerra di attrito.
Se però la guerra dovesse arrivare anche nel territorio russo, a quel punto la dottrina difensiva della Russia prevede l’utilizzo di tutte le armi a disposizione - quindi anche quelle atomiche - pur di difendere le proprie città.
In sostanza se le cose per la Russia dovessero mettersi male sul campo di battaglia, Putin potrebbe avere la malsana idea di pigiare il pulsante rosso: a riguardo gli F-16 potrebbero dare una grande mano a Kiev nella riconquista dei territori persi, ma con ogni probabilità saranno a disposizione dell’aviazione ucraina soltanto quando questa guerra sarà sostanzialmente finita.
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