Il primo scontro diplomatico di Meloni è con la Francia: “No a ingerenze su diritti e libertà, Italia sovrana”

Giacomo Andreoli

07/10/2022

La ministra francese del governo Macron, Laurence Boone, ha detto che Parigi vigilerà sul rispetto di diritti e libertà. La presidente del Consiglio in pectore Meloni risponde per le rime.

Il primo scontro diplomatico di Meloni è con la Francia: “No a ingerenze su diritti e libertà, Italia sovrana”

Se non è scontro diplomatico, ci siamo quasi. Il governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni ancora non c’è, ma già arriva un primo duro scambio di dichiarazioni con un esponente dell’esecutivo francese di Emmanuel Macron.

In un’intervista a Repubblica la ministra degli Affari europei Laurence Boone ha spiegato che “è importante che il governo Meloni resti nel fronte europeo contro Mosca e in favore delle sanzioni”. Quindi ha aggiunto che che la Francia lavorerà con il nuovo governo italiano, ma starà molto attenta “al rispetto dei valori e delle regole dello Stato di diritto”.

L’Unione europea, infatti, secondo Boone, ha già mostrato “di essere vigile nei confronti di altri paesi come l’Ungheria e la Polonia”. La leader di Fratelli d’Italia ha quindi risposto per le rime, chiedendo a Macron di intervenire e rigettando quella che considera una “ingerenza dall’estero”.

Meloni contro la Francia: “Inaccettabile minaccia”

Meloni commenta dicendo di confidare che il “governo francese smentisca queste parole, che somigliano troppo a una inaccettabile minaccia di ingerenza contro uno Stato sovrano, membro dell’Ue”. Quindi approfitta dell’occasione per attaccare l’opposizione di centrosinistra. “L’era dei governi a guida Pd che chiedono tutela all’estero - dice - è finita”.

Dal gabinetto della ministra Boone, però, chiariscono dicendo che “la Francia rispetta la scelta democratica degli italiani e Boone, che è vicina all’Italia, vuole portare avanti il lavoro di cooperazione e desidera dialogare con il futuro esecutivo il prima possibile”. Quindi si aggiunge che Parigi “non intende dare lezioni a nessuno”.

Sul caso è intervenuto anche il capo dello Stato, Sergio Mattarella, che ha risposta alla domanda di un giornalista che gli chiedeva un commento sulla vicenda: “L’Italia sa badare è sé stessa nel rispetto della Costituzione e dei valori dell’Unione europea”, è la replica del presidente della Repubblica.

Alle parole del capo dello Stato hanno fatto seguito anche quelle del presidente francese, Emmanuel Macron, che sembra voler mettere a tacere le polemiche assicurando che Parigi lavorerà “con buona volontà” con il prossimo governo italiano.

Diritto all’aborto primo banco di prova

I rapporti tra il prossimo governo italiano e quello francese si annunciano così tesi e il primo banco di prova potrebbe essere l’inserimento del diritto all’aborto nella Carta dei diritti umani dell’Ue, proposta che trova il favore della Francia, secondo quanto detto dalla stessa Boone.

Abbiamo bisogno dell’unanimità - ha spiegato la ministra - quindi dobbiamo riuscire a convincere tutti i Paesi. Dobbiamo portare una voce per la salvaguardia dei diritti delle donne, delle minoranze sessuali e di tutte le minoranze in generale. Quando vediamo quello che è successo negli Usa, capiamo che dobbiamo rimanere estremamente vigili”.

Non è chiaro però, quali saranno in merito le posizioni di Meloni, che è molto vicina all’ex stratega di Trump Steve Bannon, ma non ha appoggiato direttamente il numero uno dei Repubblicani e le posizioni anti-abortiste dei conservatori alle ultime presidenziali. In Italia la leader di Fdi ha fatto eleggere in Parlamento alcuni esponenti del mondo pro-vita contrari al pieno diritto ad abortire e guida governi regionali che non facilitano il diritto all’aborto, ma ha anche spiegato di non voler modificare la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza.

I paesi Ue spaventati da Giorgia Meloni

Non solo quello con la Francia, anche gli altri rapporti con i partner europei potrebbero risultare complicati per Meloni. Nella prima riunione della Comunità politica europea, prima del Consiglio Ue di Praga, indiscrezioni di stampa parlano di numerosi capi di Stato e primi ministri che hanno avvicinato Draghi per chiedere rassicurazioni sul prossimo esecutivo. Tutti animati da un’allarmata curiosità.

La prima a chiederglielo, secondo Repubblica, sarebbe stata Kaja Kallas, primo ministro estone. Il presidente del Consiglio avrebbe provato a rassicurare tutti, spiegando che l’Italia resterà nell’Unione europea e porterà a termine il Pnrr, trovando il modo di collaborare come sempre con i partner occidentali.

Lo stesso Draghi ha confermato ai giornalisti che c’è molta curiosità, “ma non preoccupazione” e rimane il “rispetto per le scelte degli italiani”. L’interesse, secondo il presidente del Consiglio, è rispetto a come “si evolverà la linea politica del nuovo governo, diverso dal precedente”. Il numero uno del governo, però, si dice convinto che per quanto riguarda le scelte di politica estera tutto “dovrebbe rimanere invariato”.

Per Meloni, impegnata con urgenze economiche di primo livello, evitare scontri con l’estero, e in particolare la Commissione europea, è fondamentale per raggiungere gli obiettivi prefissati. A partire dall’abbassamento dei costi di gas e luce e l’avanzamento del Pnrr.

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