Le accuse al governo Meloni del ministro dell’Interno francese sui migranti riaprono lo scontro tra Roma e Parigi: quali sono i dossier aperti e quali i rischi di un conflitto?
Dall’insediamento del governo Meloni i rapporti tra Italia e Francia non sono mai stati semplici. In pochi mesi lo scontro si è aperto più volte e su più questioni, a partire da quella migratoria. Dopo qualche tentativo di riavvicinamento, portato avanti soprattutto dalla stessa Meloni con il presidente francese Emmanuel Macron, la tensione è però risalita.
A scatenare il nuovo scontro è stato il ministro dell’Interno francese, Gerard Darmanin, che per scagliarsi contro Marine Le Pen ha attaccato anche Giorgia Meloni, accusandole di condividere “il vizio dell’estrema destra di mentire alla popolazione”.
Le parole di Darmanin hanno scatenato l’ira di Roma, con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha annullato una visita prevista per queste ore a Parigi. I rapporti tra Francia e Italia sembrano più tesi che mai, ma in questo momento i due Paesi avrebbero bisogno di collaborare su diversi dossier: dai migranti all’economia.
L’attacco francese a Meloni
L’attacco di Darmanin nasce da una risposta al presidente del partito di Le Pen, Jordan Bardella, che ha accusato il governo sulla gestione dei migranti. Il ministro dell’Interno ha replicato sostenendo che i problemi alla frontiera tra Italia e Francia dipendono dal governo Meloni e che l’afflusso di migranti a Mentone deriva dal fatto che “madame Meloni, scelta dagli amici di madame Le Pen, non è in grado di risolvere le questioni migratorie su cui è stata eletta”.
La replica italiana al governo francese
La replica italiana non si è fatta attendere: il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha parlato di accuse “inaccettabili: non è questo lo spirito con il quale si dovrebbero affrontare sfide europee comuni”. E ha quindi deciso di annullare il viaggio a Parigi, dove doveva incontrare la ministra degli Esteri francese Catherine Colonna. Il governo francese si augura che la visita possa essere “riprogrammata rapidamente”.
Anche il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, è intervenuto sul caso dicendosi orgoglioso di essere amico di Marine Le Pen e difendendo Meloni: “Non accetto lezioni sull’immigrazione da chi respinge in Italia donne, bambini e uomini, continuando invece a ospitare assassini e terroristi che in Italia dovrebbero tornare”. Altri esponenti del governo di Roma hanno accusato il ministro dell’Interno francese di usare l’Italia per dinamiche interne di consenso.
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Gli scontri precedenti tra Italia e Francia
Gli scontri tra Italia e Francia non sono di certo una novità, soprattutto sul tema dei migranti. Nel 2015 si aprì un aspro scontro a Ventimiglia tra il governo Renzi e il presidente Hollande. Nel 2018, quando al governo in Italia c’era Paolo Gentiloni, la diatriba si riaprì dopo l’irruzione degli agenti francesi in un centro di accoglienza per migranti a Bardonecchia. Durante il primo governo Conte fece invece scalpore la visita dell’allora ministro Luigi Di Maio ai gilet gialli, che protestavano contro il presidente Macron.
I rapporti tra Italia e Francia oggi
Dopo lo scontro delle scorse ore, una nota del ministero degli Esteri francese ha provato a rimediare parlando dello “spirito di solidarietà” necessario per “affrontare la sfida comune rappresentata dal rapido aumento dei flussi migratori”. La nota richiama l’importanza del “rispetto reciproco” che deve esserci tra i due Paesi e i loro leader.
Di certo lo spirito che ha portato alla firma del Trattato del Quirinale tra Francia e Italia sembra molto lontano. Da quando in Italia si è insediato il governo Meloni, i rapporti con Parigi non sono mai stati facili. Meloni sembrava essere riuscita in parte a rimediare con l’incontro organizzato a Roma con il presidente Macron.
Il caso Ocean Viking, però, non ha aiutato a distendere i nervi. Un nuovo riavvicinamento c’è stato a marzo, con un incontro bilaterale tra Meloni e Macron a margine del vertice Ue. D’altronde di sfide comuni i Paesi ne hanno diverse da affrontare.
Tutti i dossier comuni tra Italia e Francia
Oggi sono tantissimi i settori in cui c’è una stretta collaborazione tra Italia e Francia. Uno degli esempi è quello della cantieristica, come dimostra l’alleanza Fincantieri-Naval Group. Di recente è diventata cruciale anche la frontiera spaziale, per le connessioni internet via satellite.
C’è poi il dossier Tim e lo scorporo della rete: i francesi di Vivendi sono azionisti di maggioranza di Tim e per ora hanno respinto tutte le offerte perché puntano a una cifra superiore ai 30 miliardi. Poi ci sono le strategie industriali, campo su cui c’è stato di recente un riavvicinamento tra i due ministri competenti.
Entrambi i Paesi chiedono una maggiore flessibilità nell’utilizzo dei fondi europei, oltre all’istituzione di un fondo sovrano. Altra partita delicatissima, in cui Roma cerca un alleato proprio a Parigi, è quella della riforma del Patto di stabilità: una sinergia tra Italia e Francia può cercare di arginare le richieste della Germania che non vuole cedere sull’austerity.
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