Mercati alle prese con questioni cruciali, valutate come vere e proprie minacce alla stabilità finanziaria. Sono almeno 3 i rischi di tensione, che possono travolgere Borse ed economia mondiale.
La pressione sui mercati resta alta anche oggi e i motivi sono almeno 3 minacce alla stabilità finanziaria.
I segnali di un rallentamento economico in tutto il mondo, le persistenti preoccupazioni per il tetto del debito degli Stati Uniti e la paura sempre presente di una crisi del settore bancario più profonda stanno mantenendo gli investitori nervosi e avversi al rischio anche in questo ultimo giorno di scambi di una settimana difficile.
Le azioni asiatiche sono scese e hanno seguito la giornata mista negli Stati Uniti, dove l’S&P 500 è diminuito dello 0,2% dopo che l’istituto di credito regionale PacWest ha annunciato di aver perso quasi un decimo dei depositi nella prima settimana di maggio.
Il calo è arrivato nonostante i dati sui prezzi alla produzione più deboli del previsto suggerissero che la Federal Reserve stesse facendo progressi nel domare l’inflazione.
In questa cornice, permangono serie preoccupazioni sul prossimo futuro. I mercati stanno subendo almeno 3 grandi rischi.
1. Tetto al debito Usa: la soluzione ancora non c’è
Negli Usa permangono le preoccupazioni per il debito nazionale, con il segretario al Tesoro Janet Yellen che la prossima settimana discuterà dell’impasse sull’innalzamento del tetto del debito pubblico con i membri del consiglio di amministrazione di Bank Policy Institute.
Un incontro tra il presidente Joe Biden e i principali legislatori previsto per venerdì è stato invece rinviato, alimentando ulteriori preoccupazioni degli investitori. Il governo federale potrebbe rimanere senza liquidità per le sue spese già dal 1° giugno se il massimale non viene alzato.
L’allarme sul mancato accordo tra repubblicani e democratici per aumentare la soglia di indebitamento è stato lanciato e ribadito in diverse occasione: il default usa sarebbe una catastrofe totale, sia economica che politica, e metterebbe a rischio la sicurezza nazionale e asset da sempre simbolo di inattacabilità come il dollaro e i titoli di Stato.
2. Banche Usa: le turbolenze continuano
La saga bancaria regionale degli Stati Uniti non mostra segni di arresto, con PacWest Bancorp, l’ultimo istituto ad affrontare l’ira degli investitori dopo la dichiarazione della diminuzione dei depositi e la richiesta alla Fed di aumentare la liquidità.
Rimane molta incertezza, che sta incoraggiando gli investitori a cercare coperture contro la volatilità. L’amministratore delegato di JPMorgan Jamie Dimon ha affermato che “dobbiamo porre fine alla crisi bancaria”, in un’intervista a Bloomberg Television, aggiungendo che le autorità di regolamentazione dovrebbero fare tutto ciò di cui hanno bisogno per migliorarla. Ha predetto che più regolamenti erano in vista per i prestatori.
3. Tensioni internazionali
C’è fermento anche a livello internazionale, con incontri ed eventi in grado di influenzare il sentiment.
I capi delle finanze delle ricche economie del mondo (G7) proporranno una nuova partnership sulle catene di approvvigionamento che sarà aperta ad altre nazioni e richiederebbe ai paesi di avere standard minimi sui diritti umani e sulle politiche ambientali per aderire.
I funzionari sono a buon punto nella stesura di una dichiarazione per la riunione del Gruppo dei Sette di questa settimana, con ulteriori dettagli sulla diversificazione delle catene di approvvigionamento da includere, secondo persone che hanno familiarità con la questione. L’intento è escludere o limitare nettamente il ruolo della Cina nel commercio globale.
Intanto, il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan ha incontrato il diplomatico cinese per due giorni, in quelli che la Casa Bianca ha definito incontri “sostanziali e costruttivi”, segno che le parti stanno lavorando per allentare tensioni ai massimi livelli.
Gli incontri di Sullivan del 10-11 maggio a Vienna con Wang Yi hanno toccato questioni chiave nelle relazioni bilaterali Usa-Cina, nonché questioni di sicurezza globale e regionale. La conversazione ha posto le basi per una possibile chiamata tra il presidente Joe Biden e il presidente cinese Xi Jinping, qualcosa a cui i leader cinesi hanno resistito per settimane. Sarebbe, questa, una vera svolta per mercati e clima internazionale in generale.
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