Il dl Aiuti quater è stato convertito: le cessioni del credito passano a cinque, con la possibilità di chiedere la garanzia Sace sulla base dei crediti maturati al 25 novembre. Vediamo le novità.
Il Senato ha approvato la fiducia al disegno di conversione del dl Aiuti quater con 105 voti favorevoli, 76 contrari e 3 astenuti. La versione finale del provvedimento conferma tutte le indiscrezioni relative alla cessione del credito e alla proroga del superbonus al 110% per chi presenta la Cila entro il 31 dicembre (e con la delibera condominiale datata fino al 18 novembre).
Per quanto riguarda la cessione del credito, invece, il dl Aiuti prova a mettere un punto definitivo al meccanismo di fruizione dei crediti fiscali, visto che negli ultimi mesi il governo è intervenuto parecchie volte apportando numerose modifiche. Nelle ultime settimane, poi, sia le banche che Poste Italiane hanno comunicato ai clienti di non acquistare ulteriori crediti fiscali, perché lo spazio a loro disposizione era terminato.
Le novità sulla cessione sono due: la possibilità per le imprese di chiedere prestiti garantiti Sace (Sezione speciale per l’Assicurazione del Credito all’Esportazione), una società controllata dal ministero dell’Economia, e il numero di cessioni sale da quattro a cinque.
Sale a cinque il numero di cessioni del credito: convertito il dl Aiuti quater
Iniziamo con il numero di cessioni ora possibili: non saranno più quattro, ma cinque. La prima cessione rimane libera. Dalla seconda cessione in poi, si potranno coinvolgere solo:
- banche;
- intermediari finanziari;
- società di gruppi bancari o assicurativi.
Gli ultimi tre passaggi possono avvenire solo tra enti che sottostanno a una serie di controlli, così da evitare i tentativi di frode. Alla fine, avverrà il trasferimento da banca a correntista partita Iva.
Il dl Aiuti quater prevede anche una deroga all’articolo 121 comma 3 del decreto Rilancio, consentendo la possibilità di utilizzare i crediti d’imposta derivanti dalle comunicazioni di cessione o di sconto in fattura inviate all’Agenzia delle Entrate entro il 31 ottobre 2022 e non ancora utilizzati, in 10 rate annuali di pari importo, previo invio di una comunicazione all’Agenzia delle Entrate da parte del fornitore o del cessionario.
Il passaggio da quattro a cinque cessioni si applicherà in modo retroattivo a tutti i crediti d’imposta oggetto di comunicazioni dell’opzione di cessione del credito o dello sconto in fattura inviate all’Agenzia delle Entrate prima dell’entrate in vigore del dl Aiuti quater.
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Cessione del credito con garanzia Sace
Allo stesso tempo è previsto che la Sace possa concedere garanzie in favore delle banche, delle istituzioni finanziarie e degli altri soggetti abilitati all’esercizio del credito in Italia. Questi soggetti concederanno alle imprese edilizie dei finanziamenti «strumentali a sopperire alle esigenze di liquidità», sottolinea il Sole24Ore, a causa della mancata monetizzazione dei crediti fiscali.
La norma precisa che i crediti di imposta eventualmente maturati dalle stesse imprese alla data del 25 novembre 2022 possono essere considerati dalla banca o dall’istituzione finanziatrice quale parametro ai fini della valutazione del merito di credito e della disposizione delle relative condizioni contrattuali.
In pratica, il governo garantirà i prestiti che le banche concederanno per trasformare in liquidità i crediti fiscali acquistati, che altrimenti rimangono bloccati. Quindi, un’impresa che ha fatto i lavori con lo sconto in fattura oppure una società che ha acquisito un credito fiscale potranno chiedere alle banche un prestito che sarà garantito dallo Stato.
Nel frattempo, per Fratelli d’Italia si doveva fare di più per sbloccare la cessione del credito. La deputata Erica Mazzetti ha presentato un subemendamento alla legge di Bilancio che permette, senza necessità di ulteriori coperture economiche, di facilitarlo ampliando le possibilità di cessione tramite il frazionamento dei crediti nei cassetti fiscali e il superamento della responsabilità solidale. L’obiettivo è «non far fallire nemmeno un’impresa», spiega Mazzetti. Dello stesso avviso il senatore Roberto Rosso, secondo cui i crediti incagliati potrebbero aggirarsi «intorno ai 10 miliardi», per cui «Sarebbe necessario compensare i crediti in pancia alle banche con una parte dei debiti degli F24, come condiviso anche da Abi e Ance».
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