Taglio tassi BCE in arrivo anche a dicembre. Ma a una condizione

Laura Naka Antonelli

23/10/2024

Il commento di Antonio Patuelli, numero uno dell’ABI, che ha lanciato l’attenti sui BTP.

Taglio tassi BCE in arrivo anche a dicembre. Ma a una condizione

“Credo che sia probabile un taglio dei tassi della BCE di 25 punti a dicembre”. Così Antonio Patuelli, presidente dell’ABI, l’Associazione bancaria italiana, nel corso di un suo intervento al seminario ABI in corso a Firenze, riflettendo su quelle che potrebbero essere le prossime mosse della Banca centrale europea, dopo il terzo taglio dei tassi del 2024 di giovedì scorso 17 ottobre.

Patuelli ha aggiunto di ritenere “possibile” un’altra riduzione del costo del denaro dell’area euro, ma a una condizione: ovvero “a patto che non ci sia una recrudescenza della crisi in Medio Oriente, con il conseguente aumento del prezzo del petrolio”.

In quel caso, infatti, così come è accaduto con la guerra in Ucraina iniziata il 24 febbraio del 2022, quando l’impennata delle materie prime scatenò la fiammata dell’inflazione, il trend dei prezzi potrebbe tornare di nuovo ostaggio di quello delle commodities, puntando verso l’alto e ripresentando il dilemma inflazione VS crescita che ha assillato in tutti questi anni soprattutto la BCE di Christine Lagarde.

Non solo tassi, Patuelli (ABI): occhio a dieta BCE su BTP & Co.

Patuelli ha parlato di BCE, nella giornata di oggi, riferendosi anche al processo di sfoltimento di bilancio che l’istituzione sta portando avanti con il QT-Quantitative Tightening, piano con cui sta smobilizzando la quantità di titoli di stato, BTP dunque inclusi, di cui ha fatto incetta ai tempi in cui era attivo il programma diametralmente opposto, ovvero il QE-Quantitative easing, bazooka monetario creato dall’ex presidente Mario Draghi.

La BCE sta comprando sempre meno titoli di Stato, anche italiani”, ha ricordato il presidente dell’ABI Patuelli, durante un seminario con i giornalisti a Firenze - È vero l’asta di BTP di ieri è andata molto bene (riferimento alla febbre esplosa per i BTP a 7 e a 30 anni offerti dal Tesoro, con richieste per più di 200 miliardi di euro), ma attenzione. Perché la BCE che rinnova sempre meno titoli e che lo dichiara nel comunicato, da vari mesi, è una notizia che gira poco ma che ha un grandissimo rilievo bancario e finanziario”.

Ovvero?

Patuelli ha spiegato che l’effetto del QT sarà una maggiore competizione sulla liquidità investita a tempo. Sicuramente, ha aggiunto il numero uno dell’ABI, “ne occorrerà di più per i titoli di Stato, perché meno la BCE ne compra, più sarà il mercato che dovrà acquistarli”.

Parallelamente - ha aggiunto Patuelli - le banche di fronte alle attese di mutui per le famiglie e prestiti per le imprese avranno bisogno di più depositi a tempo, perché l’equilibrio della liquidità delle banche tra depositi e prestiti è fondamentale".

Il presidente dell’ABI ha ricordato a tal proposito che “il maggior rischio per le banche è quello relativo alla liquidità”, ricordando la crisi delle banche esplosa negli Stati Uniti nel marzo del 2023.

In qualità di presidente dell’Associazione delle banche italiane, Patuelli ha inoltrato oggi una richiesta alle autorità italiane e europee, sottolineando che “innanzitutto chiediamo che vi sia stabilità del quadro normativo”.

Il banchiere ha parlato di un “terremoto normativo europeo”, che “confidiamo si sia sedimentato con 10 anni di Unione bancaria”.

Anche quello italiano - ha aggiunto - necessita di una stabilità di prospettiva, perché banche e imprese riescono a operare e investire se hanno un quadro stabile, laddove se vi è incertezza prevale l’attesa”.

Tassi BCE: cosa ha detto Lagarde. La carica delle colombe

Tornando alla BCE, attenzione alle dichiarazioni che sono state rilasciate dalla presidente Christine Lagarde nella giornata di ieri, aventi per oggetto la direzione dei tassi nell’area euro.

La numero uno dell’Eurotower ha parlato di una direzione chiara, affermando che il ritmo dei tagli dei tassi sarà deciso sulla base di alcuni elementi sia passati che futuri che confermeranno o meno il ritorno dell’inflazione in modo sostenibile verso il target desiderato dall’istituzione, pari al 2%: qualcosa che, secondo le attese, dovrebbe avvenire nel corso del 2025.

Lagarde ha però ricordato, anche, che alcune componenti dell’inflazione, come quella dei servizi, rimangono persistenti, affermando che la pressione sui salari sta mostrando invece segnali di rallentamento.

Le dichiarazioni sono arrivate nel bel mezzo degli attenti che alcuni esponenti del Consiglio direttivo della BCE stanno lanciando nei confronti di una crescita dell’inflazione, in Eurozona, che si starebbe indebolendo in modo eccessivo.

Di fatto, nel mese di settembre, l’indice dei prezzi al consumo del blocco ha segnato una crescita pari a +1,7%, al di sotto del target del 2% dell’Eurotower, alimentando il dubbio che la vera minaccia dell’area euro possa tornare a essere la deflazione, più che l’impennata dell’inflazione.

Nelle ultime ore, timori in tal senso sono stati confermati in particolare dai governatori delle banche centrali di Francia, Portogallo e Finlandia, esponenti anche del Consiglio direttivo della BCE.

Esiste il rischio che l’inflazione scenda al di sotto del target”, ha detto il banchiere centrale Francois Villeroy de Galhau, in una lezione alla New York University, invitando l’Eurotower a mantenere un “pragmatismo agile” per non rischiare di rimanere indietro nel percorso intrapreso di tagli dei tassi.

Concorde il collega portoghese Mario Centeno, che diverse volte ha avvertito la BCE del pericolo di mantenere i tassi dell’area euro alti per un periodo di tempo troppo lungo.

Intravedo più rischi di una inflazione che rimanga al di sotto del target che di una situazione contraria, e la maggior parte del rischi che stiamo intravedendo, i rischi al ribasso che stiamo contemplando proprio in questo momento nelle nostre proiezioni, sono rischi endogeni”, ha detto Centeno, parlando nel corso di un evento organizzato dal Peterson Institute of International Economics a Washington.

Infine Olli Rehn, banchiere centrale della Finlandia, ha sottolineato che l’outlook sulla crescita è in questo momento così debole che la BCE deve considerare il rischio che l’inflazione, invece di salire, finisca per scendere.

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