Taiwan procede con un piano rigoroso per prepararsi alla possibile invasione della Cina, ma è davvero un rischio concreto o solo un bluff. come sostiene qualcuno?
Con l’inizio delle esercitazioni militare, Taiwan si prepara alla possibile invasione della Cina. Per alcuni cittadini taiwanesi la minaccia cinese sembra solo un bluff e non è davvero temibile, mentre altri sembrano preoccupati dal rischio concreto di un’aggressione. In ogni caso il governo sembra essere convinto che la preparazione sia la strategia migliore per non essere colti di sorpresa e rispondere a un eventuale minaccia con le proprie forze.
Taiwan pronta a respingere l’invasione, la democrazia è indiscussa
Il ministro degli Esteri, Joseph Wu, ha infatti parlato apertamente della strategia politica di Tapei, sottolineando l’importanza delle prove di guerra:
Taiwan deve prima sapersi difendere sul campo da sola, non possiamo aspettarci che altri lo facciano al posto nostro se noi non ci prepariamo.
Il governo taiwanese è stato chiaro: nessun paese dovrà combattere al posto loro se ciò dovesse essere necessario, ma per farlo devono essere preparati. Per questo non chiedono nulla all’Europa, se non il supporto morale, dato che continuano a ricevere le armi necessarie dagli Stati Uniti. Allo stesso tempo, la possibile invasione della Cina ai danni di Taiwan avrebbe un impatto notevole anche sulle economie europee, sottolinea il ministro Wu ponendo come unica soluzione proprio il rafforzamento di Taiwan.
Taiwan si prepara a difendersi lanciando al contempo un forte messaggio di indipendenza e tutela dei valori democratici. Così, il governo di Tapei vuole essere portatore di un messaggio molto più generale: la democrazia non deve abbassarsi al “diktat di un regime autoritario”.
Taiwan si prepara alla possibile invasione della Cina
Sono cominciati oggi i “giochi di guerra” con cui Taiwan si prepara a difendersi e resistere alle possibili mosse cinesi in caso di invasione. Simulazioni al computer gestite dai generali di Tapei per analizzare la difficoltà maggiore: respingere in mare gli invasori cinesi e rimarcare così la conquistata indipendenza.
Le simulazioni, comunque, saranno seguite da esercitazioni molto più realistiche. Il governo taiwanese è fermamente convinto nella missione di addestramento e preparazione, tanto da aver dato il via a un’esercitazione in cui i soldati spareranno munizioni vere sulle spiagge rosse. Da giugno, infatti, verranno impiegati reparti per mettere alla prova i soldati nel modo più realistico possibile, l’unica speranza per Taiwan.
Le prove di guerra, chiamate “Hang Wang” si svolgono in realtà a cadenza annuale ma mai con questa intensità e precisione. Anche le tempistiche sono particolari, dato che la fase “tabletop” (sui tavoli dei comandi) arriva proprio dopo le incursioni cinesi intorno all’isola. Anche questa prima fase di esercitazione virtuale, comunque, ha un’importanza da non sottovalutare. Come ha spiegato il generale Lin Wen-huang (a capo dell’ufficio operazioni di Difesa), la fase tabletop è necessaria a esercitare la reazione rapida sulle coste e la mobilitazione delle riserve mobili per difendersi dall’attacco via mare delle forze anfibie cinesi.
Il possibile attacco della Cina sulle spiagge rosse, Taiwan potrebbe vincere?
Il governo taiwanese non si è ovviamente sbilanciato sulle possibilità di vittoria, concetto che al momento sembra passare in secondo piano. La parola d’ordine è resistere, almeno fino all’intervento degli Stati Uniti, sui quali Tapei confida per i soccorsi nel caso la situazione precipitasse.
Gli strateghi, comunque, sembrano fiduciosi sulle probabilità di Taiwan, soprattutto in ragione della morfologia del territorio. La maggior parte delle coste, infatti, è formata da scogliere a picco alte fra 300 e 600 metri. Così le spiagge idonee allo sbarco dei militari cinesi sono soltanto 14. Queste aree sono state denominate Red beaches e sono state proprio oggetto delle prime esercitazioni.
L’ipotesi è che la Cina proverà ad aggirare l’ostacolo territoriale sfruttando la superiorità numerica dell’esercito per attaccare contemporaneamente tutti i 14 punti disponibili allo scopo. Oltre alle spiagge rosse, Tapei non vuole lasciare nulla al caso. Solo 10 giorni fa, infatti, si è tenuta un’esercitazione per i soccorsi ai civili in caso di attacco missilistico. La simulazione si è tenuta proprio nella capitale, in particolare nel quartiere del grattacielo da 101 metri, con tanto di colonne di fumo, finti feriti voragini. L’esempio sembra essere stato dato dall’Ucraina, che si è trovata più di una volta in situazioni analoghe.
Invasione cinese a Taiwan: bluff o rischio concreto?
Il governo si prepara a ogni evenienza, ma non tutti sono seriamente convinti che la minaccia cinese sia un rischio concreto. I cittadini, intervistati dal Corriere della Sera, sembrano propendere più per il bluff. Tra i punti a sostegno di questa teoria c’è una recente dichiarazione di Xi Jinping dove prometteva di lavorare per la pace in Ucraina. Ebbene, secondo alcuni attaccare Taiwan dopo questa dichiarazione sarebbe impensabile per il governo cinese, che perderebbe ogni tipo di credibilità.
A prescindere dalle differenze personali come età e professione, tuttavia, i cittadini taiwanesi sembrano concordare sui punti salienti: essere pronti alla minaccia per difendere la libertà, magari evitando la guerra proprio con questa dimostrazione di forza.
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