Come funziona la tassazione dell’anticipo del TFR? La somma va inserita nella dichiarazione dei redditi o è tassata alla fonte? Vediamo come funziona la tassazione della liquidazione anticipata.
Come funziona la tassazione dell’anticipo del TFR? il lavoratore dipendente del settore privato, che rispetta determinati requisiti di anzianità di servizio, ha la possibilità di richiedere al proprio datore di lavoro una quota di TFR in anticipo, prima della cessazione del rapporto di lavoro. Può farlo, però, solo in alcuni casi specifici e per affrontare determinate spese previste dalla normativa.
Al contrario di quello che accade al dipendente pubblico, quindi, nel settore privato non sempre è necessario attendere di cessare l’attività lavorativa per chiedere la propria liquidazione.
Al contrario, i lavoratori dipendenti della pubblica amministrazione possono avere la propria buonuscita solo dopo che l’attività lavorativa è cessata per dimissioni, scadenza contratto o per pensionamento. L’unico anticipo che possono richiedere i dipendenti del pubblico impiego, infatti, è quello che finanzia l’Inps o la banca (dietro pagamento di interessi), perché per chi lavorare per la P.A. l’attesa del TFR/TFS può durare anche diversi anni.
L’anticipo del TFR,così come il trattamento di fine rapporto stesso, è tassato, ma la tassazione, sia dell’anticipo che del TFR, segue delle regole particolari.
Le regole riguardanti il calcolo dell’aliquota per l’anticipo del TFR sono assoggettate al prelievo fiscale sulla base del meccanismo della tassazione separata. Ma come funziona e in quali casi si può effettivamente richiedere un anticipo sul trattamento di fine rapporto?
Sia il TFR che il suo anticipo seguono alcune regole ben precise per la tassazione, ecco tutto quello che bisogna sapere per evitare sorprese ed essere preparati a capire effettivamente quanto si riceverà nel caso in cui si andasse a richiederlo e si avessero i requisiti per riceverlo.
Cos’è il trattamento di fine rapporto e chi può richiederlo?
Per ogni anno di lavoro dipendente il datore di lavoro mette da parte una specifica quota che si vedrà, poi, riconosciuta alla fine del rapporto di lavoro come compenso differito, più brevemente chiamato TFR.
Lo stipendio ricevuto da un lavoratore dipendente non è la totalità della sua retribuzione, poichè una parte di questa va a comporre il TFR che aumenta con il passare degli anni.
Normalmente si riceve il TFR alla fine del rapporto lavorativo (da qui il nome), tuttavia ci sono situazioni in cui è possibile richiederne un anticipo, dopo un minimo di otto anni di lavoro dipendente.
È previsto dalla legge, che si giustifichi tale richiesta dell’anticipo. La giustificazione in questione deve rientrare in una delle seguenti casistiche:
- acquisto della prima casa o dell’abitazione principale, per il lavoratore o per il figlio maggiorenne. Sarà necessario documentare le spese attraverso un atto notarile;
- sostenimento di spese sanitarie, che siano del dipendente o di un familiare a carico. Questo dovrà essere certificato dall’Asl o da una struttura sanitaria privata;
- sostenimento di spese per congedi di formazione o parentali;
- per poter sostenere le spese di ristrutturazione dell’abitazione principale o prima casa, oppure anche per interventi di manutenzione ordinaria per le parti condominiali o comuni.
L’anticipo sul TFR si può richiedere una sola volta e può ammontare al massimo al 70% del trattamento di fine rapporto maturato fino a quel momento.
Tassazione anticipo TFR: come funziona?
L’anticipo sul TFR che si riceve è netto, quindi già tassato. Le regole della tassazione sono diverse a quelle seguite dallo stipendio normale, infatti è soggetto alla cosiddetta “tassazione separata”.
L’imposta applicata (alla fonte dal datore di lavoro) al momento dell’erogazione dell’anticipo del TFR è una tassazione provvisoria che si basa su un reddito presunto calcolato sull’ammontare del TFR per la determinazione di un reddito medio annuo.
Per poter calcolare le tasse da pagare i passaggi riassunti sono i seguenti:
- calcolare la somma lorda che si va a ricevere;
- bisogna poi dividere la somma ottenuta per gli anni per anni lavorati (all’interno dell’azienda a cui si è chiesto il TFR) alla data della richiesta, e moltiplicare il risultato per 12. In questo modo si ottiene il reddito annuale;
- a questo punto è necessario applicare l’aliquota Irpef alla base imponibile. Questa è pari al rapporto tra l’imposta calcolata applicando al reddito annuale di riferimento l’aliquota Irpef e l’ammontare del reddito annuo.
L’anticipo è tassato con aliquota che può variare anche in base alla motivazione per cui è stato richiesto. Se si richiede l’anticipo per spese mediche, infatti, è applicata un’aliquota del 15% a cui si sottrae, a scalare, lo 0,3% per ogni anno successivo al 15esimo di servizio presso la stessa azienda
Se si richiede, invece, per acquistare o ristrutturare casa per se stessi o per i figli, la tassazione incide a partire dal 23% e prevede la tassazione separata (applicando aliquota ordinaria) come in caso di liquidazione del TFR.
Una volta ottenuto l’anticipo del TFR questo verrà scalato da quanto è stato messo da parte nel corso degli anni, che andrà quindi a diminuire nel momento in cui lo si riceverà alla fine del rapporto lavorativo. Anche il TFR segue le stesse regole di tassazione separata.
La tassazione è provvisoria
Va sottolineato che l’imposizione applicata al momento dell’anticipo è solo temporanea perché la tassazione vera e propria si avrà soltanto al momento dell’erogazione del saldo del TFR alla fine del rapporto di lavoro. In questo frangente il datore di lavoro provvederà a calcolare la tassazione che pesa sull’intera liquidazione (quella anticipata e quella erogata alla cessazione del rapporto di lavoro), tenendo conto dell’imposta già applicata (e versata) sull’anticipo.
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