L’attacco dell’Ucraina nella regione russa di Kursk grazie al supporto dell’Occidente assomiglia all’inizio della terza guerra mondiale: anche l’Italia rischia di venire coinvolta, cosa farà Meloni?
La terza guerra mondiale è iniziata a Kursk. Inutile girarci troppo attorno, la presenza di mercenari americani insieme alle forze ucraine che stanno avanzando in territorio russo appare essere una notizia assodata, con questa nuova fase del conflitto in corso da due anni e mezzo che assomiglia molto a una sorta di punto di non ritorno.
Da guerra per procura a scontro diretto il passo mai sembrerebbe essere stato così breve, con le vicende in Ucraina e in Russia che inevitabilmente si vanno a intrecciare con le elezioni presidenziali americane di novembre e il caos in Medio Oriente.
Uno scacchiere geopolitico che ribolle e che sembrerebbe essere un’autentica sciarada anche per gli analisti più informati, con la situazione a Kursk che appare indecifrabile anche in virtù dell’immobilismo di Putin: c’è chi dice che è stato colto di sorpresa, chi invece che sta cercando di prendere tempo per ammassare truppe e chi invece, nella più triste delle ipotesi, che sta organizzando una risposta durissima che potrebbe prevedere anche l’utilizzo di armi tattiche nucleari.
Del resto una terza guerra mondiale potenzialmente anche nucleare è l’incubo che da tempo agita le cancellerie di mezzo mondo, ma ogni volta che gli sherpa iniziano a tessere una tela diplomatica per arrivare a una tregua ecco che, puntualmente, si verifica un evento che disfa tutto il lavoro fatto.
Senza essere smentito, il Washington Post di recente ha rivelato che entro la fine del mese Russia e Ucraina si sarebbero ritrovati attorno a un tavolo a Doha, il tutto per discutere di uno stop agli attacchi alle infrastrutture energetiche ed elettriche che sarebbe potuto essere un primo passo verso una tregua militare.
Invece l’operazione ucraina che ha portato le truppe di Kiev a occupare oltre 1.000 chilometri quadrati di territorio russo nella regione di Kursk avrebbe fatto saltare tutto, come già accaduto nella primavera 2022 quando i negoziati in Turchia furono interrotti a un passo dall’accordo: il sospetto che qualcuno stia soffiando sul fuoco della terza guerra mondiale appare essere sempre più fondato.
L’Italia e una possibile terza guerra mondiale
Per il ministro tedesco Boris Pistorius la terza guerra mondiale scoppierà nel 2029, con i vari Stati che starebbero cercando di sfruttare questo lasso di tempo per fare il pieno di armi e preparare i rispettivi eserciti.
Il sentore però è che i tempi potrebbero essere molto più celeri visto che ora l’Ucraina, con l’attacco nella regione di Kursk, ha portato la guerra direttamente nel territorio russo grazie al sostegno logistico, militare e probabilmente anche umano, dell’Occidente.
A questo punto resterebbe solo da capire quale potrebbe essere la scintilla capace di far detonare una terza guerra mondiale che, visti gli accordi in seno alla Nato, inevitabilmente andrebbe a coinvolgere anche l’Italia con centinaia di nostri soldati che già sono schierati sul fianco orientale dell’Alleanza atlantica.
Giorgia Meloni di certo non ha intenzione di trascinare l’Italia in guerra, anche perché il nostro esercito al momento non sarebbe pronto ad affrontare un conflitto del genere. Anche il ministro alla Difesa, Guido Crosetto, sembrerebbe essere della stessa opinione.
In caso di escalation però come farebbe l’Italia a tirarsi indietro dai suoi obblighi atlantici? Di certo non potremmo negare l’utilizzo delle basi Nato dislocate sul nostro territorio e già questo ci renderebbe possibili obiettivi dei missili russi - potenzialmente anche nucleari - che al momento non saremmo in grado di intercettare.
Siamo nel bel mezzo di questo pantano e la premier Meloni parla di tutto tranne che di guerra, come se fosse una cosa lontana e che non ci riguarda: come l’orchestra del Titanic il governo sta continuando a suonare mentre stiamo ballando sull’orlo del precipizio.
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