Tria: “Crescita Italia a zero ma nessuno ci chiede manovre correttive”

Mario D’Angelo

31/03/2019

Il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha definitivamente smentito le stime di crescita del governo. E lancia una stoccata sulle banche

Tria: “Crescita Italia a zero ma nessuno ci chiede manovre correttive”

Anche il ministro Tria si è dovuto arrendere all’evidenza. “L’economia italiana è prossima allo zero”, ha detto Giovanni Tria, smentendo di fatto le stime ottimistiche del suo esecutivo sulla crescita del nostro Paese. L’Europa rallenta, e se la Germania riesce a mantenersi sullo 0,7 o 0,8%, l’Italia si ferma del tutto. O forse arretra, come afferma invece l’Ocse che dà la Penisola addirittura a un -0,2%. Una stima molto lontana dalla crescita all’1% paventata dal governo giallo-verde per far avanzare l’iter legislativo delle misure cardine del contratto 5 Stelle-Lega, reddito di cittadinanza, quota 100 e flat tax.

Tria rassicura: Europa non chiede manovre restrittive

La difficile trattativa con l’Ue è stata superata, ma alcuni nodi rimangono dopo il rallentamento dell’ultimo semestre 2018 che ha sancito la recessione tecnica. E se le due proposte già diventate legge non porteranno a un rivolgimento, l’Europa potrebbe tornare a spingere per una manovra correttiva. È da dieci anni, afferma Tria, che “cresciamo con un punto percentuale in meno rispetto al resto d’Europa”, e quando il motore - la Germania - si ferma, altrettanto fa l’Italia.

“Manovre restrittive e correttive”, al momento, “nessuno ce le chiede” ha detto Tria parlando al Festival Nazionae dell’Economia civile, che si tiene a Firenze in Piazza della Signoria. Tria si accinge a scrivere il prossimo Documento di economia e finanza, e risponde così a un’eventuale richiesta da parte dell’Europa: “Siamo in una fase di rallentamento, non possiamo stringere”. Ma i margini, afferma Tria, consentono ancora meno ulteriori misure espansive. Sul palco di Firenze c’è anche il collega di governo Sergio Costa, ministro dell’Ambiente. Insieme i due evidenziano l’esigenza, per l’economia italiana, di muoversi sui temi dello sviluppo sostenibile. Una necessità insopprimibile “nell’economia della globalizzazione e dell’iperconnettività” che, nonostante abbia portato a una “polarizzazione della crescita”, è cosa buona perché “permette di portare avanti dei beni pubblici globali come il clima e la lotta alla povertà”. “Non c’è stabilità finanziaria senza stabilità sociale”, conclude Tria.

Tria sulle banche: è stato anteposto interesse politico

Nelle ore dell’instaurazione della commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche, Tria interviene con un commento piuttosto duro. Sia Salvini che Di Maio, nelle scorse settimane, hanno lanciato attacchi sulla gestione di Bankitalia, ma il ministro torna sul tema difendendo, in sostanza, l’operato e l’indipendenza dell’istituto di garanzia. Il sistema bancario è “solido”, ha detto Tria, ma “attaccarlo mette in dubbio la sua solidità e anche la sua resilienza”. Basta un sospetto, in un sistema che si basa sulla fiducia finanziaria, per metterci “in difficoltà”.

Senza nominare direttamente i vicepremier, Tria afferma di comprendere che ci sia “un interesse politico”, che però non può essere anteposto a quello nazionale in un momento in cui “stiamo negoziando come arrivare all’unione bancaria”.

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