L’Ucraina si prepara all’attacco nucleare russo: riaperti oltre 3mila chilometri di bunker e cunicoli sotterranei

Giacomo Andreoli

01/10/2022

A Odessa ci si prepara a un possibile attacco nucleare russo, riaprendo i bunker in cui ci si potrebbe rifugiare. Intanto viene il direttore generale della centrale nucleare di Zaporizhzhia.

L’Ucraina si prepara all’attacco nucleare russo: riaperti oltre 3mila chilometri di bunker e cunicoli sotterranei

L’attacco nucleare russo rimane uno scenario lontano, ma cresce la paura in Ucraina dopo la mobilitazione parziale in Russia e le ripetute minacce di guerra atomica da parte del Cremlino. Ad Odessa, nel Sud-Ovest del Paese occupato, la cittadinanza ha il vero e proprio terrore dei soldati russi e delle possibili mosse del Cremlino. Per questo sono stati “riaperti” i quasi 3mila chilometri di cunicoli sotterranei scavati nel Novecento.

I bunker sono protetti da porte d’acciaio, spesso con leve arrugginite che vanno forzate con le braccia per scattare. Si trovano a una decina di metri sottoterra e hanno condutture dell’aria spesso vecchie e con problemi di ricircolo. A raccontare le condizioni di questi rifugi anti-atomici è l’inviato di Repubblica Fabio Tonacci, che li ha potuti vedere.

Quando sono stati creati i bunker ad Odessa

I cunicoli fanno parte per lo più delle cosiddette Catacombe di Odessa, scavate in gran parte tra la fine del 18esimo secolo e il 1917 e poi adibite in parte a bunker anti-atomici durante la guerra fredda. All’inizio la loro utilità fu infatti permettere l’estrazione di arenaria utile per realizzare le facciate delle case, attività che fu intensa nella prima metà dell’Ottocento.

Poi, durante l’epoca dell’Unione sovietica, vennero riadattate a rifugi contro una possibile guerra nucleare. Ad oggi ci sono circa un migliaio di entrate nelle catacombe e i cunicoli hanno una profondità che va dai 4 ai 30-35 metri.

Arrestato il direttore della centrale di Zaporizhzhia

Nel frattempo, come riferisce Petro Kotin, presidente della Società energetica statale Energoatom, gli occupanti russi avrebbero arrestato Igor Murashov, il direttore generale della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia. Murashov, che ha la responsabilità principale ed esclusiva della sicurezza nucleare e delle radiazioni nell’impianto. Secondo Kotin “la sua detenzione rappresenta un pericolo per il funzionamento della più grande centrale nucleare europea”.

Per questo ha fatto appello al direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Raphael Grossi, a mettere in campo tutte le misure possibili per il rilascio immediato di Murashov. Kotin si è rivolto poi ai militari russi e ai dipendenti di Rosatom chiedendo che “liberino subito il capo della centrale e lo restituiscano all’esercizio delle sue funzioni per mantenere il funzionamento sicuro della centrale nucleare di Zaporizhzhia”.

Stati Uniti: Putin non userà l’arma atomica

L’incidente nucleare nella centrale al momento rimane un’opzione che difficilmente si realizzerà, ma sicuramente più probabile di un vero e proprio attacco da parte della Russia. A confermarlo sono gli Stati Uniti, che secondo il segretario di stato Usa Antony Blinken non hanno visto finora nessuna azione che suggerisca l’intenzione di Mosca di usare l’arma atomica.

Secondo Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale americana, “al momento non ci sono indicazioni sull’imminente uso di armi atomiche”. Tuttavia, dopo tutte le chiacchiere e le minacce di Putin, “c’è il rischio che il leader del Cremlino prenda in considerazione l’uso dell’arma nucleare e gli Usa sono stati chiari in pubblico e in privato con Mosca su quali sarebbero le conseguenze della mossa”.

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