Si chiama Unione del risparmio e degli investimenti: è la nuova iniziativa UE che vuole smuovere 10 trilioni di euro parcheggiati nelle banche. Il monito di Intesa SanPaolo.
La caccia al risparmio degli italiani e in generale di tutti gli europei è ufficialmente partita, con la presentazione, da parte dell’Unione europea, della strategia volta a creare una Unione del risparmio e degli investimenti, “Savings and Investments Union (SIU)”: iniziativa annunciata in data 19 marzo 2025 dalla Commissione europea, che mette nel mirino una potenza di fuoco di ben 10 trilioni di euro.
Obiettivo: canalizzare il risparmio che langue nei conti delle banche in investimenti che facciano crescere l’economia UE e che, contestualmente, facciano lievitare le ricchezze dei diretti interessati, ovvero dei risparmiatori. Risparmiatori che, al momento, non si renderebbero conto del fatto che tutta quella liquidità che continuano ad accumulare non fa in primis i loro stessi interessi.
A blindare il piano SIU è stato lo stesso presidente di Intesa SanPaolo Gian Maria Gros-Pietro che, nella giornata di ieri, durante l’evento “Banca, fiducia e società nell’epoca dell’incertezza” ha ricordato che “ il mestiere della banca è prendere i risparmi e trasformarli in investimenti ”.
Gros-Pietro ha parlato in un momento in cui le varie operazioni di risiko bancario lanciate a Piazza Affari confermano l’obiettivo delle banche italiane di puntare sul risparmio gestito: d’altronde la direzione dei tassi di interesse dell’area euro non fa più da assist ai loro NII (Net Interest Income), ovvero ai loro margini netti di interesse. Di conseguenza, la priorità degli istituti di credito è di puntare sempre di più sulle commissioni.
In questo contesto Gros-Pietro ha ricordato il DNA delle banche: “Una banca non deve solo far fronte a qualsiasi prelievo ma deve anche portare i capitali depositati verso la direzione giusta per l’economia. La banca deve essere capace di interpretare le esigenze dei territori in cui lavora”.
Unione del risparmio e degli investimenti, Gros-Pietro: “il denaro che circola non è lo sterco del diavolo”
Il contante accumulato, in sintesi il risparmio, deve insomma fruttare, a favore dei risparmiatori stessi e dell’economia e il fatto che rimanga parcheggiato senza essere utilizzato, in sostanza il messaggio è questo, ne riduce il valore.
Tanto che il presidente di Intesa SanPaolo Gian Maria Gros-Pietro ha usato parole anche forti per sottolineare l’urgenza di muoversi, stando a quanto ha riportato l’agenzia di stampa Radiocor:
“Il denaro che circola non è lo sterco del diavolo. È il denaro accumulato che preoccupa”. E i tempi sono senz’altro maturi. La questione della difesa del risparmio europeo, indispensabile per affrontare le transizioni e la difesa dell’Europa, è importante e urgente, adesso”.
🗞️#RassegnaStampa Intervento di Gian Maria Gros-Pietro, Presidente di Intesa Sanpaolo, sul @Sole24ore sull’opportunità di arrivare alla creazione di un'Unione del Risparmio e degli Investimenti - Savings and Investments Union. Per leggere gli highlights:
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Unione del risparmio e degli investimenti, l’appello di Intesa SanPaolo a muoversi con urgenza
Bisognerà vedere tuttavia come risponderanno gli italiani e tutti gli europei a quella che appare, è il caso di dirlo, una vera e propria chiamata alle armi da parte dell’UE, volta a raccogliere la liquidità dei cittadini per finanziare soprattutto il piano di difesa comune.
Chi, tra i cittadini europei, non vede già di buon occhio la proposta ReArm Europe presentata agli inizi di marzo dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen sta già guardando con sospetto a quest’altra iniziativa, volta a creare una Unione del risparmio e degli investimenti.
Il presidente di Intesa SanPaolo Gros-Pietro ha invece promosso - sebbene non in toto -l’iniziativa Savings and Investments Union (SIU), con un intervento pubblicato sulle colonne del quotidiano Il Sole 24Ore: “I tempi sono senz’altro maturi”, ha affermato il banchiere, lanciando un monito all’intera Europa.
Gros-Pietro ha messo di fatto in evidenza la mancanza di reciprocità nel flusso di risparmi tra Europa e Stati Uniti, a causa della “frammentarietà dello spazio economico europeo”: una frammentarietà che determina “un ritardo europeo, in particolare nelle innovazioni che stanno alla base delle due grandi transizioni in atto: digitale e climatica ”. Per non parlare della “congerie di norme e supervisioni locali”, che rende l’Europa meno attraente per gli investitori: “Il risultato è un forte divario sia di investimenti che di attività innovative”.
Ogni anno, ha ricordato il presidente di Intesa SanPaolo, circa €300 miliardi di risparmio europeo vengono investiti negli Stati Uniti. Tuttavia, questo flusso non è reciproco: “Non ci sarebbe niente di male se il flusso fosse equilibrato, cioè se altrettanti ne arrivassero dagli Stati Uniti per essere investiti in Europa ”. Ma così non è, altro motivo per cui “la questione della difesa del risparmio europeo, indispensabile per affrontare le transizioni e la difesa dell’Europa, è importante e urgente, adesso”.
Riguardo alla proposta che è stata presentata ufficialmente da Bruxelles, quella dell’Unione dei risparmi e degli investimenti, è stato fatto comunque più un appunto:
La proposta di creare una Savings and Investments Union mira a superare queste sfide ma manca di “soluzioni davvero trasformative, poiché non comprende strumenti di larga portata, come potrebbe essere un fondo sovrano europeo o la creazione di safe assets europei. La proposta inoltre rimane cauta su aspetti cruciali “come l’incentivazione fiscale e l’omogeneizzazione normativa”.
Unione risparmio e degli investimenti, in cosa consiste l’iniziativa UE. Nel mirino risparmi per 10 trilioni
Ma cosa dice la proposta che è stata presentata l’altroieri dalla Commissione europea? La risposta è arrivata per mezzo di un comunicato con cui Bruxelles ha illustrato una “iniziativa chiave, volta a migliorare il modo in cui il sistema finanziario UE canalizza i risparmi verso gli investimenti produttivi ”. Il fine è “offrire ai cittadini un accesso più ampio ai mercati dei capitali e (di offrire) alle aziende opzioni di finanziamento migliori”. Il tutto per “ incoraggiare la ricchezza dei cittadini, al contempo alimentando la crescita economica e la competitività dell’UE”.
Ursula von der Leyen ha commentato il piano sottolineando che “con la proposta di oggi di una Unione del risparmio e degli investimenti stiamo ottenendo una doppia vittoria. Le famiglie avranno a disposizione opportunità maggiori e più sicure per investire nei mercati dei capitali e per aumentare le loro ricchezze. Allo stesso tempo, le aziende disporranno di un accesso al capitale più semplice per innovare, crescere e creare buoni posti di lavoro in Europa”.
Tutto, ha spiegato la Commissione europra, in linea con quanto è emerso con il “ Competitiveness Compass, che ha messo in evidenza che la capacità dell’Europa di far fronte alle sfide attuali - come quella dei cambiamenti climatici, dei cambiamenti rapidi tecnologici e delle nuove dinamiche geopolitiche - richiede investimenti significativi, che il rapporto di Draghi stima in un ammontare aggiuntivo di €750-800 miliardi l’anno entro il 2030, e che è ulteriormente impattato dalle maggiori necessità legate alla difesa (UE). La maggior parte di questi investimenti aggiuntivi si collega alle PMI (piccole e medie imprese) e alle società che puntano sull’innovazione che, tuttavia, non possono fare affidamento solo ai finanziamenti ricevuti dalle banche”.
Si arriva così alla cifra messa nel mirino dall’Unione europea da utilizzare come bazooka per la crescita del blocco, a beneficio dei suoi cittadini: una potenza di fuoco rappresentata dai risparmi delle famiglie che è di circa 10 trilioni di euro, e che ristagna nei depositi delle banche.
Certo, “i depositi delle banche sono sicuri e accedervi è facile, ma di solito fruttano meno soldi rispetto agli investimenti nei mercati dei capitali ”. Dunque, la necessità di procedere all’Unione del risparmio e degli Investimenti SIU, che potrebbe “sostenere il benessere dei nostri cittadini, offrrendo loro la scelta e le opportunità di perseguire ritorni migliori e canalizzando i loro risparmi nei mercati dei capitali ”.
Tra l’altro “più investimenti nei mercati dei capitali sostengono l’economia reale, consentendo alle società attive in Europa di crescere e di prosperare”, qualcosa “che può creare una migliore occupazione con salari più competitivi per i lavori europei”, e qualcosa che “può distribuire gli investimenti e la crescita in tutti i settori economici, specialmente in quelle aree che l’UE ha identificato essere importanti da un punto di vista strategico, come l’innovazione tecnologica, la decarbonizzazione e la sicurezza ”.
Bruxelles tira in ballo anche la questione delle pensioni
Bruxelles ha ribadito la necessità di mettere in moto i risparmi degli europei tirando in ballo anche la questione delle pensioni. “I piccoli risparmiatori rivestono già un ruolo centrale nel finanziare l’economia UE attraverso i depositi bancari, ma dovrebbero avere l’opportunità, nel caso in cui lo desiderino, di investire una quota maggiore dei loro risparmi in strumenti dei mercati dei capitali che presentino rendimenti più alti, anche in vista della pensione ”.
Per quanto riguarda invece le aziende, “ al fine di stimolare gli investimenti, in particolare quelli nei settori cruciali, la Commissione introdurrà iniziative volte a migliorare la disponibilità di capitale e l’accesso a favore di tutte le aziende, incluse le piccole e medie imprese”.
Ovviamente, ha avvertito Bruxelles, “ridurre le inefficienze che derivano dalla frammentazione (dei mercati) richiederà sforzi importanti per rimuovere qualsiasi barriera di supervisione o di regolamentazione alle operazioni cross border”.
Verranno così adottate anche misure volte a “sviluppare e a rafforzare le pensioni integrative per garantire la sicurezza finanziaria ai cittadini UE”, attraverso “sforzi che saranno diretti alla creazione di sistemi pensionistici”, che si sommeranno alle pensioni pubbliche. L’obiettivo, infatti, è di “integrare le pensioni pubbliche, non di sostituirle”.
Il commento UE: molti risparmi parcheggiati in conti deposito che rendono poco
Occhio anche al commento che è stato rilasciato da Maria Luís Albuquerque, commissaria UE per la divisione di Servizi Finanziari e per l’Unione dei Risparmi e degli Investimenti:
“Gli europei sono tra i migliori risparmiatori del mondo, ma molti dei loro risparmi sono parcheggiati in conti deposito che rendono poco. Allo stesso tempo, l’Europa sta facendo fatica a soddisfare i propri bisogni di investimento. Con il SIU, possiamo creare un ciclo virtuoso che avvantaggi sia i cittadini che le aziende, aiutando gli europei a ottenere rendimenti migliori sui risparmi che hanno accumulato con fatica, al contempo lanciando investimenti significativi nell’economia”.
Ambizioso è il piano della Commissione UE che ha reso noto che, al fine di garantire ai piccoli risparmiatori l’accesso a prodotti finanziari ad hoc che, oltre ad arricchirli, finanzino le necessità di spesa dell’UE, collaborerà sia con la Banca europea per gli investimenti (BEI) che con il Meccanismo europeo di stabilità (MES) così come, ovviamente, con il mondo delle banche europee.
Il caso del risparmio degli italiani in Italia e per l’Italia e la paura per i BTP esplosa con Generali
Il piano della Commissione europea arriva in un momento cruciale per il futuro dell’Europa, che si sta mettendo in moto per creare un sistema di difesa comune UE, al fine di recidere quel cordone ombelicale che l’ha resa dipendente per troppo tempo dagli aiuti militari degli Stati Uniti.
Questo, mentre la questione del risparmio rimane oggetto di dibattiti accesi in Italia, dove impera la logica dei soldi sotto il materasso e dove il timore di un attacco al contante è sempre alto.
Negli ultimi mesi di risparmio degli italiani si è parlato inoltre in merito alla presunta necessità sponsorizzata dal governo italiano che rimanga in Patria per essere investito nell’economia italiana, ancora meglio per rilevare fette crescenti del debito pubblico italiano, dunque dei titoli di Stato BTP. Il caso del risparmio all’Italia e per l’Italia è esploso soprattutto nelle ultime settimane, quando la notizia dell’accordo siglato da Generali Assicurazioni con i francesi di Natixis ha gelato il sangue di una buona parte della politica italiana, che ha temuto il worst case scenario di un sequestro dei risparmi dei cittadini e un dirottamento verso i tanto temuti asset stranieri. Ripetuti gli alert lanciati dal governo Meloni, che hanno dimostrato quanto a poco siano servite le rassicurazioni arrivate dal Leone di Trieste. Detto questo, Generali ha poi fatto un annuncio sui BTP che, almeno nel breve, forse calmerà i nervi dei politici che sponsorizzano il risparmio degli italiani a tutti i costi in Italia e per l’Italia.
D’altronde, il governo Meloni non ha fatto mai mistero del suo desiderio di corteggiare i BTP People e aspiranti tali per indurli a sottoscrivere nuove fette di debito pubblico. Disegno che ha preso forma con il lancio dei titoli di Stato rivolti esclusivamente agli investitori retail, dunque ai piccoli risparmiatori, ovvero del BTP Valore, che è stato riproposto alla metà di febbraio con la nuova edizione del BTP Più.
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