Il grande annuncio di Generali sui BTP e sui risparmi degli italiani dopo tutte le rassicurazioni cadute nel vuoto. Governo Meloni e tutta la politica italiana contenti?
Pericolo a quanto pare scongiurato per il governo Meloni, per i risparmi degli italiani e per i BTP: Generali, il colosso delle assicurazioni italiano con sede a Trieste che, in base ai numeri del 2024, ha in pancia quasi 36 miliardi di euro di titoli di Stato italiani (per la precisione 35,6 miliardi) non solo non ha alcuna intenzione di mollare il debito sovrano del made in Italy - contrariamente a quanto paventato in primis dal governo italiano e anche dalle forze politiche di opposizione, tutti scattati sull’attenti con la notizia dell’accordo siglato con i francesi di Natixis - ma potrebbe comprarne anche di più.
Generali, Donnet: naturale prendere in considerazione l’aumento degli acquisti di titoli BTP
Così il CEO Philippe Donnet che, nel corso di una conferenza stampa indetta per commentare i risultati del gruppo relativi al 2024, lo ha detto chiaro e tondo:
“Gli sviluppi del mercato da un lato e la crescita significativa del portafoglio vita, con una raccolta netta positiva, dall’altro, rendono naturale prendere in considerazione l’aumento degli acquisti di titoli BTP”.
Non solo: Donnet ha affermato di ritenere che “ la procedura di Golden power per la joint venture con Natixis sia un’opportunità per fare chiarezza e per rispondere a tutte le domande e a tutte le perplessità che ci sono in giro" rispetto all’operazione con il gruppo francese”.
Non sono mancate da parte di Philippe Donnet, le rassicurazioni sul ruolo che Generali continuerà a detenere ancora nel proteggere i risparmi e i titoli di Stato degli italiani. Ma non sono mancate neanche alcune precisazioni sull’eventualità di acquistare più BTP.
Il manager ha infatti ricordato che la possibilità di fare più shopping di nuove fette di debito pubblico italiano è “ovviamente in linea con la nostra politica di investimenti e la nostra tolleranza al rischio ”, indicando che quei 35,6 miliardi che Generali ha allocato sui titoli rappresentano comunque “una parte importante dei nostri investimenti” che il gigante sta, tra l’altro, considerando di aumentare.
“Come Gruppo italiano, abbiamo una significativa e profittevole attività Vita in Italia e quindi i BTP sono una parte importante della nostra allocation. Anche considerando gli afflussi netti del 2024, stiamo valutando di incrementare gli acquisti di BTP, in linea con la nostra tolleranza al rischio e la politica di allocazione”
Sedata l’ansia del governo Meloni? Tutte le rassicurazioni di Generali su BTP e risparmi degli italiani
Donnet ha ricordato tutto il ruolo pro Italia che Generali continua a giocare: “ Abbiamo circa un terzo delle attività in Italia , siamo per buona parte un’assicurazione vita italiana e abbiamo passività italiane”.
Un grande evviva si sarà levato a Palazzo Chigi, visto che la grande paura manifestata più volte dal governo Meloni era proprio quella di una Generali che, forte dell’asse con i francesi di Natixis, decidesse di mollare i BTP.
Niente di tutto questo, aveva in realtà già detto lo stesso amministratore delegato francese del gigante assicurativo, che si era mostrato anche stupito di un tale timore, spiegando agli italiani e al governo Meloni, in più di una occasione, la ratio dell’accordo con i colleghi transalpini.
In occasione della presentazione del nuovo piano di Generali, Donnet aveva perso anche la pazienza, bollando le preoccupazioni di Palazzo Chigi come una “ bufala ” dopo aver usato inizialmente toni più morbidi, limitandosi a etichettare l’ansia legata alla possibile fine che avrebbero potuto fare i risparmi degli italiani e i BTP “uno scherzo”, dando la seguente spiegazione: “Il nostro processo di investimento non sta cambiando, i risparmi degli italiani sono all’interno della compagnia assicurativa e la compagnia assicurativa resterà in Italia che valuterà gli investimenti. Il processo di decisione resterà in Italia”.
Dallo scatto “è una bufala” alle lezioni di educazione finanziaria: i tentativi di Donnet caduti nel vuoto
Non era bastato e così lo stesso giorno, in un altro incontro con la stampa andato in onda su Class Cnbc, il CEO francese era sbottato. “Questa cosa che mandiamo i soldi degli italiani in Francia è una bufala”.
Tallonato da articoli di stampa che avevano poi messo ulteriormente il dito nella piaga inesistente di una Generali pronta a sequestrare i risparmi degli italiani e dunque a decretare la fine dell’altro scudo pro-BTP (già mollati dalla BCE) rappresentato dai BTP People - costantemente corteggiati, come dimostra l’ultima emissione del BTP Più, quinta edizione del BTP Valore - Donnet si era chiesto se l’Italia di Meloni avesse davvero compreso la natura del deal con Natixis, per poi finire con il salire perfino in cattedra. No Panic:
“Premesso che, ad oggi, le masse in gestioni afferenti alle compagnie e a clientela italiana del Gruppo Generali rappresentano circa il 30% delle masse totali gestite da Generali Investments Holding, la nascita della joint venture non avrebbe alcuna ripercussione sulla continuità delle politiche di gestione del risparmio affidato dagli Italiani alle compagnie del Gruppo, che rimangono proprietarie degli attivi e ne decidono l’allocazione tra le diverse strategie di investimento”. Ancora: “Non c’è nessuna perdita di controllo da parte di quello che è la proprietà delle compagnie di assicurazione: il risparmio degli italiani è nelle compagnie di assicurazione italiane, che non le mandiamo in Francia, rimangono ovviamente in Italia ”.
Niente da fare. Generali si trovava costretta a presentare e a smentire anche una lunga carrellata di fake news, a fronte di nuovi attenti lanciati dal governo Meloni.
Politica italiana tutta andata nel panico. Gli alert PD e AVS
Gli alert erano stati però lanciati subito anche dagli esponenti dei partiti di opposizione, pronti a presentarsi alla stregua di paladini dei risparmi degli italiani e dei BTP.
Lo scorso 21 gennaio 2025, appena dopo la notizia dell’intesa siglata tra Assicurazioni Generali e i francesi di BPCE, relativa alla firma un Memorandum of Understanding non vincolante per la creazione di una Joint Venture tra le rispettive società di asset management, Generali Investments Holding e Natixis Investment Manager, l’ansia che i risparmi degli italiani potessero essere in qualche senso sequestrati era stata manifestata praticamente da tutte le principali forze politiche:
“L’intesa Generali-Natixis desta più di qualche allarme e preoccupazione. Nasce un grande soggetto finanziario che coinvolge il grande colosso italiano di Generali, un simbolo italiano. Nasce con una procedura lampo che ha visto sollevare molti dubbi interni e con l’esplicita contrarietà dei revisori del gruppo Generali. Un’operazione che tocca importanti equilibri del mercato finanziario italiano e mette in discussione punti sensibili del sistema posto che Generali è uno dei maggiori investititori di titoli di Stato. Il Governo non può distrarsi. La tutela degli interessi nazionali è una cosa seria, il sovranismo una barzelletta”, aveva commentato il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
Idem Francesco Emilio Borrelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra: “La recente operazione tra Generali e Natixis, che punta a creare un colosso europeo dell’asset management con masse gestite per quasi 2.000 miliardi di euro, desta molteplici interrogativi e richiede un’attenzione immediata e approfondita da parte del governo. Il risparmio degli italiani, protetto dall’articolo 47 della Costituzione, è un bene prezioso che non può essere lasciato alla mercé di scelte opache e frettolose ”.
Borelli aveva continuato chiedendo “al governo di intervenire subito per garantire la massima trasparenza e protezione per i risparmiatori italiani”, aggiungendo: “È indispensabile che il Parlamento venga informato e coinvolto, così da monitorare eventuali rischi per il nostro sistema economico e per il debito pubblico ”.
I timori di Carfagna, M5S, Calenda
Preoccupazione sollevata anche da Mara Carfagna, deputata di Noi Moderati-Centro Popolare, sull’ accordo Generali-Natixis: “Un’operazione che sposta all’estero la gestione di 650 miliardi di risparmio degli italiani, senza garanzie, come sottolineato anche dal Copasir, su come queste risorse saranno impiegate, solleva dubbi legittimi e impone un’opportuna riflessione. Preoccupa non poco che miliardi di risparmio raccolti in Italia possano finire oltreconfine e possano essere utilizzati per sostenere imprese ed economie estere. Si tratta non solo di tutelare un patrimonio come Generali, che rischia di vedere la propria attività snaturata e di uscire inevitabilmente ridimensionata dall’operazione, ma di difendere l’interesse nazionale. Va bene il libero mercato ma la posta in gioco è altissima e occorre la massima attenzione ”.
Così, inoltre, Stefano Patuanelli, presidente dei senatori del M5S, e il senatore Mario Turco, vicepresidente dello stesso M5S e Coordinatore del Comitato pentastellato, economia, lavoro, imprese: “Non può esserci chi non veda l’enorme rilevanza dell’operazione finanziaria Generali-Natixis e i rischi che potrebbero scaturirne per la tutela di risparmio italiano, tutelato dalla Costituzione, e la gestione del nostro debito pubblico. Per questo stiamo depositando un’interrogazione al Ministero dell’Economia, affinché si chiarisca la posizione dell’esecutivo rispetto alla nascente piattaforma a cui Generali darebbe vita con il gruppo finanziario francese BPCE-Natixis, per la bellezza di 1.900 miliardi di asset in gestione, di cui 650 provenienti proprio dal colosso assicurativo italiano”.
Dal governo Meloni era arrivata prontamente la dichiarazione di Vito De Palma, capogruppo di Forza Italia in commissione finanze della Camera: “Forza Italia è da sempre a favore del libero mercato. In relazione all’operazione Generali-Natixis, alla luce dei numeri e soprattutto per il fatto che ha come oggetto principale il risparmio degli italiani, auspichiamo che da parte degli organi deputati vengano effettuate tutte le necessarie verifiche per garantire che l`operazione in atto non rappresenti esclusivamente una natura speculativa. L’aspetto che a Forza Italia ha a cuore è che i risparmi degli italiani restino in Italia”.
Non era mancato un alert anche dal leader di Azione Carlo Calenda: “L’operazione Generali Natixis va guardata con grande attenzione da parte del Governo italiano. Un paese fortemente indebitato non può cedere il controllo del risparmio nazionale ai francesi sperando poi nella loro aderenza a logiche neutrali di mercato. Da Ministro ho spesso visto il Governo francese intervenire contro operazioni di mercato per tutelare la nazionalità degli investimenti. Sarebbe ingenuo e sconsiderato mettere il risparmio italiano nelle mani di chi lo userebbe per finalità nazionali. Aggiungo che questa vicinanza agli interessi francesi ha spesso negli ultimi anni contraddistinto il management di Generali e quello di Mediobanca”.
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