Ue impone dazi al 36,3% su auto elettriche cinesi, Tesla favorita. Quali conseguenze?

Claudia Cervi

21/08/2024

La guerra commerciale UE-Cina si inasprisce: la Commissione Europea impone nuovi dazi compensativi contro i sussidi statali ricevuti dalle case automobilistiche cinesi.

Ue impone dazi al 36,3% su auto elettriche cinesi, Tesla favorita. Quali conseguenze?

La decisione della Commissione Europea di imporre dazi del 36,3% sulle auto elettriche cinesi, riducendo al contempo le tariffe sui veicoli Tesla fabbricati in Cina, ha sollevato un dibattito acceso riguardo alle conseguenze economiche e geopolitiche di tale provvedimento.

L’industria automobilistica europea è al centro di un crescente squilibrio commerciale con la Cina, che rischia di compromettere la sicurezza industriale e l’autonomia del continente. La recente indagine della Commissione Europea sui veicoli elettrici cinesi mette in evidenza un problema più ampio: la crescente dipendenza dell’Europa da Pechino in settori cruciali per la transizione ecologica.

I nuovi dazi sollevano una serie di domande sulle possibili conseguenze per il mercato automobilistico europeo, nonché sugli effetti a lungo termine per i produttori cinesi e i consumatori europei.

Dazi UE al 36,3%: protezionismo o necessità?

L’imposizione di dazi del 36,3% sulle auto elettriche cinesi rappresenta una significativa barriera commerciale per i produttori del gigante asiatico, destinata a ridurre drasticamente la competitività dei loro veicoli nel mercato europeo. Questa misura, tuttavia, si accompagna a una riduzione delle tariffe imposte a Tesla sui veicoli prodotti in Cina, portandole al 9% rispetto al 20,8% originariamente previsto.
Il caso dei veicoli elettrici è solo la punta dell’iceberg. Dal 2020, le importazioni europee dalla Cina sono aumentate esponenzialmente, inizialmente per far fronte alla domanda di dispositivi di protezione individuale durante la pandemia, ma oggi interessano una vasta gamma di tecnologie verdi. Pannelli solari, batterie, turbine eoliche, settori un tempo dominati dalle aziende europee, sono ora sempre più sotto il controllo delle imprese cinesi.

Vendite auto elettriche Made in China Vendite auto elettriche Made in China Fonte dati EEA, Dataforce, GlobalData

La produzione industriale cinese è cresciuta a ritmi vertiginosi, superando di gran lunga il consumo interno e portando a un massiccio aumento delle esportazioni.

Di conseguenza, l’Unione Europea registra un enorme deficit commerciale bilaterale con Pechino. Dal 2017, mentre la Cina ha visto una crescita del 40%, le importazioni cinesi dall’Europa sono diminuite del 30%, a causa della decisione di Pechino di sostenere massicciamente il proprio settore industriale attraverso sussidi, riducendo così la dipendenza dalle catene del valore europee.

Conseguenze per il mercato UE

Il Ministero del Commercio cinese ha dichiarato che la decisione dell’UE è basata su fatti unilateralmente determinati, senza un’adeguata consultazione con Pechino. La tensione tra le due potenze economiche rischia di inasprirsi, con conseguenze potenzialmente dannose per le relazioni commerciali globali.

La reazione degli Stati membri dell’Ue alla decisione della Commissione Europea di indagare sui sussidi cinesi ai veicoli elettrici è stata tutt’altro che unitaria. Paesi come la Germania e la Svezia, dove l’industria automobilistica ha un peso considerevole, hanno espresso preoccupazioni sulla possibilità di ritorsioni cinesi, un timore che potrebbe influenzare anche la posizione di altri Stati membri.

L’Ue ha già adottato diversi strumenti difensivi contro le importazioni cinesi, come le misure anti-sovvenzioni, la regolamentazione degli appalti internazionali e altre legislazioni su prodotti come pannelli solari, turbine eoliche e chip legacy.

Tuttavia, il caso dei veicoli elettrici è particolarmente significativo: circa 15 milioni di posti di lavoro in Europa sono legati a questo settore. Sebbene al momento le importazioni di auto elettriche cinesi in Europa siano dominate da marchi come Tesla, Dacia e BMW, si prevede che i produttori cinesi possano conquistare fino all’11% del mercato europeo nel 2024 e il 20% entro il 2027.

L’Europa è dunque chiamata a rivedere la sua strategia commerciale e industriale nei confronti della Cina, al fine di proteggere la propria economia e garantire un futuro industriale sostenibile e sicuro.

Tesla favorita

Tesla, invece, è favorita dalla riduzione dei dazi e potrebbe rafforzare la propria presenza in Europa. L’azienda, già leader nel settore dei veicoli elettrici, potrebbe sfruttare l’occasione per incrementare le vendite, approfittando del vantaggio competitivo rispetto ai produttori cinesi. La misura potrebbe inoltre consentire a Tesla di consolidare la sua posizione non solo come marchio dominante nel segmento delle auto elettriche, ma anche come esempio di produttore che opera in modo più trasparente rispetto ai sussidi statali.

Tuttavia, la riduzione delle tariffe per Tesla non è esente da rischi. La decisione dell’UE di ridurre le tariffe solo per l’azienda americana potrebbe essere percepita come una forma di favoritismo, esponendo l’Unione a critiche di incoerenza nella sua politica commerciale. Inoltre, la dipendenza di Tesla dalle forniture di componenti e batterie cinesi a prezzi competitivi pone interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine di questa strategia, specialmente in un contesto di crescente protezionismo e potenziali ritorsioni da parte di Pechino.

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