Oggi al vertice Ue arriverà l’ok a un secondo mandato di von der Leyen alla Commissione: Meloni resterà all’opposizione, per l’Italia non ci saranno incarichi di rilievo a Bruxelles.
Ursula von der Leyen resterà alla guida della Commissione europea anche per i prossimi cinque anni. I risultati delle elezioni europee infatti hanno blindato la presidente uscente che, durante il vertice di oggi, riceverà il disco verde da parte dei leader dei 27 Stati membri dell’Ue.
A giocare in favore di Ursula von der Leyen è stata la debacle di Emmanuel Macron in Francia, con l’inquilino dell’Eliseo che in campagna elettorale più volte ha ribadito di non voler sostenere un bis della presidente, ma adesso il leader francese non è nella posizione di poter battere i pugni sul tavolo e di imporre Mario Draghi a Palazzo Berlaymont.
La road map così sembrerebbe essere stata tracciata. Durante il vertice di oggi i 27 premier o capi di Stato dell’Ue approveranno un pacchetto di nomine che poi saranno formalizzate durante il Consiglio del 27 e 28 giugno.
L’accordo dovrebbe prevedere la riconferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea: servirà il via libera di almeno 15 Paesi su 17 che rappresentino come minimo il 65% della popolazione comunitaria.
Nonostante non tutti i leader siano d’accordo per una nuova investitura di von der Leyen, nessun Paese dovrebbe mettersi di traverso tanto che si potrebbe arrivare a una votazione da parte del Parlamento europeo - in quel caso servirà una maggioranza assoluta - già nella prima plenaria di luglio.
Non solo von der Leyen: tutte le nomine in Europa
Negli ultimi cinque anni Ursula von der Leyen è stata sostenuta a Bruxelles da una maggioranza formata da Popolari (il suo gruppo), Socialisti e Liberali. Nonostante la crescita della destra, questi tre gruppi possono contare su una buona maggioranza anche al termine delle recenti elezioni europee.
Quando arriverà il momento di ottenere la fiducia da parte del Parlamento europeo, ci potrebbero essere diversi franchi tiratori pronti a impallinare Ursula von der Leyen. Per non correre il rischio di una clamorosa bocciatura, ecco che la presidente sarebbe in trattativa con i Verdi per allargare la propria maggioranza.
Nella giornata di oggi però dal vertice dovrebbero uscire fuori anche i nomi per le altre principali poltrone da assegnare nel machiavellico puzzle comunitario. Per il ruolo di presidente del Consiglio europeo la scelta sarebbe quella dell’ex premier socialista portoghese António Costa, mentre la prima ministra liberale estone Kaja Kallas sarà il nuovo alto rappresentante per la Politica Estera dell’Ue.
Meloni all’opposizione: Italia all’asciutto?
La spartizione delle poltrone più importanti così sarebbe stata decisa: i Popolari incasserebbero la riconferma di Ursula von der Leyen alla Commissione, i Socialisti António Costa al Consiglio europeo e la liberale Kaja Kallas sarebbe la prossima ministra degli Esteri dell’Ue, un ruolo molto delicato visti i venti di guerra con la Russia.
Giorgia Meloni nonostante il recente feeling con Ursula von der Leyen resterà ancora all’opposizione in Europa insieme a tutto il resto della destra, con l’Italia che appare essere destinata a un ruolo marginale nella futura composizione della Commissione europea.
Il nostro Paese comunque dovrà indicare un commissario e, stando a quanto si apprende, Meloni sembrerebbe essere orientata a chiedere un ruolo più di propaganda che di spessore: il commissario all’Immigrazione o agli Interni.
Insomma proprio alla vigilia dell’arrivo della temuta lettera da Bruxelles recante la notizia dell’apertura della procedura di infrazione per debito eccessivo nei confronti dell’Italia, ecco che il nostro Paese sembrerebbe essere destinato ad altri cinque anni di irrilevanza politica in Europa.
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