Quale peso avrà la variante Delta in rapida diffusione nella riunione Fed del 28 luglio? In un meeting atteso per eventuali chiarimenti su tapering e inflazione, il tema contagi non è secondario.
Federal Reserve sotto i riflettori: la variante Delta in aumento anche negli USA renderà il prossimo incontro ancora più difficile?
Proprio quanto la banca centrale di Powell si presenta divisa su come rispondere al rapido aumento dei prezzi, ecco che all’orizzonte emerge una nuova complicazione: la diffusione del ceppo Delta.
Quanto il virus sarà impattante sulle discussioni e decisioni di politica monetaria della Fed? Tapering, acquisto obbligazioni, tassi di interesse saranno argomenti ancora più spinosi secondo gli esperti con il quadro della ripresa in bilico.
Mercoledì 28 luglio si vedrà se le preoccupazioni su Delta si sono infiltrate anche nell’Open Market Committee della Federal Reserve.
La variante Delta dividerà (ancora di più) la Fed?
La Federal Reserve stava già tenendo d’occhio l’aumento dei prezzi. Ora deve fare i conti con la variante Delta nella sua prossima riunione del 28 luglio.
Il ceppo, altamente contagioso, sta correndo in tutto il mondo, causando una carenza di lavoratori nel Regno Unito e aumentando lo stress sul malconcio settore dei viaggi globali. Esso costituisce anche l’83% dei contagi negli Stati Uniti.
I timori per un potenziale danno della variante hanno spaventato gli investitori la scorsa settimana, innescando un forte calo dei prezzi delle azioni lunedì 19 luglio. I trader, in realtà, erano già preoccupati per l’inflazione, che potrebbe costringere la banca centrale degli Stati Uniti a ritirare il suo sostegno all’economia prima del previsto.
La banca centrale non dovrebbe apportare modifiche alle politiche secondo diverse opinioni. L’attenzione è tutta rivolta alle valutazioni sulla forza della ripresa economica e su come la Fed vuole gestire il prossimo futuro dei suoi programmi di stimolo.
Il dibattito su come modellare la politica monetaria post-pandemia è appena iniziato e le decisioni non erano previste prima dell’autunno.
Ma da quando la Fed si è incontrata appena sei settimane fa, lo scenario ottimistico è stato offuscato da una quadruplicazione delle infezioni quotidiane, guidate dalla variante più contagiosa livelli che si avvicinano a quelli osservati nell’ondata di virus della scorsa estate.
Anche se l’andamento peggiore si rileva tra le comunità meno vaccinate, gli economisti temono comunque che tale avanzamento di positivi possa cambiare la disponibilità dei consumatori a spendere e viaggiare.
La Fed riuscirà a equilibrare fiducia nella ripresa e corretta valutazione del rischio Delta?
Variante Delta e inflazione pressano la Fed
C’è pressione su Jerome Powell. Il presidente della Federal Reserve sta affrontando una crescente spaccatura tra i massimi funzionari della banca centrale degli Stati Uniti su quando iniziare a ritirare l’enorme iniezione di stimolo monetario che è stata dispiegata all’inizio della pandemia.
Il nodo è legato all’aumento dei prezzi: temporaneo per le colombe, da arginare prima che sia troppo tardi per i falchi.
Ora, la variante Delta rende queste decisioni ancora più difficili. Un’altra ondata di casi di coronavirus potrebbe impedire alle catene di approvvigionamento malconce di tornare alla normalità, il che a sua volta manterrebbe la pressione sui prezzi.
Allo stesso tempo, il ceppo in diffusione potrebbe stroncare un po’ la ripresa, determinando un calo della domanda e riducendo anche la pressione sui prezzi.
Come verrà considerata la variante da Powell e gli altri del board?
Karen Dynan, professoressa di economia dell’Università di Harvard ed ex assistente del segretario al Tesoro degli Stati Uniti ha ricordato:
“Più e più volte abbiamo visto negli ultimi 18 mesi che il fattore determinante n. 1 dell’attività economica è il virus. Penso che continueremo a fare progressi, ma questi progressi saranno più lenti..”
Un fattore variante, quindi, esiste nelle valutazioni della Fed. Probabilmente andrà a rafforzare il momentaneo blocco del tapering. Ne uscirà una Federal Reserve più divisa e spaccata?
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