È morto a Ginevra il figlio dell’ultimo re d’Italia. A quanto ammonta il patrimonio di Vittorio Emanuele di Savoia e chi sono i suoi eredi?
È morto a Ginevra il figlio dell’ultimo re d’Italia Vittorio Emanuele di Savoia. L’annuncio in una nota della Casa Reale: “Alle ore 7.05 di questa mattina, 3 febbraio 2024, Sua Altezza Reale Vittorio Emanuele, Duca di Savoia e Principe di Napoli, circondato dalla Sua famiglia, si è serenamente spento in Ginevra. Luogo e data delle esequie saranno comunicati appena possibile”.
Il capitano di vascello Ugo D’Atri, presidente dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, dice che erano preparati da tempo alla notizia e che “quella del principe Vittorio Emanuele è stata una vita decisamente sfortunata, massacrato per tutta la vita”. Fa riferimento alla stampa, a quando il principe fu indagato per la morte di Dirk Hamer e in seguito assolto. Nel 2006 però, mentre era in carcere per l’inchiesta Vallettopoli, fu lo stesso principe a confessare a un compagno di cella e a vantarsi di aver “fregato” il giudice francese (da intercettazione ambientale).
Si meritava di più, dice ancora D’Atri, ma quanto di più? A quanto ammonta il patrimonio di Vittorio Emanuele di Savoia e a chi andrà l’eredità?
Patrimonio e guadagni: a quanto ammontano i beni di Casa Savoia
La famiglia Savoia, per quanto esiliata, ha mantenuto una buona parte della sua fortuna. L’importo del patrimonio non è noto, perché la stessa famiglia ha tentato di mantenere il riservo su questi aspetti. Nel 2006 (quasi 20 anni fa) la testata svizzera Swissinfo.ch rendeva noto il patrimonio di Vittorio Emanuele di Savoia.
Secondo quanto riportato dal giornale, il patrimonio era stimato in 1,4 milioni di franchi svizzeri (ovvero 1,5 milioni di euro), con un reddito annuale di 280mila franchi (in euro quasi 300mila).
Nel patrimonio si calcolano anche le proprietà immobiliari di Vittorio Emanuele e della sua famiglia. Il figlio dell’ultimo re d’Italia abitava a Ginevra, in una villa di mille metri quadri, ma aveva anche altre abitazioni tra Roma, Corsica, Gstaad e Portogallo. Non è dato sapere se ci fossero altre abitazioni a suo nome sparse per l’Europa.
La questione dei gioielli: il fallimento della battaglia per riaverli
Il 5 giugno 1946, dopo tre giorni dal referendum che sanciva la fine della monarchia in Italia, i gioielli sono stati affidati con una formula vaga alla Banca d’Italia. Vaga perché, come scriverà Luigi Einaudi - prima governatore della Banca d’Italia e in seguito Presidente della Repubblica - lasciava volutamente spazio al ritorno dei gioielli ai Savoia. La Costituzione sancisce però la confisca dei beni da parte dello Stato, gioielli compresi. Per questo, dopo un tentativo da parte di Vittorio Emanuele di riavere i gioielli, gli avvocati della Banca d’Italia, Marco Di Pietropaolo e Olina Capolino, hanno bocciato la richiesta.
Quanto valevano? Dentro al cofanetti erano presenti:
- 6.732 brillanti
- 2.000 perle di varie dimensioni
- 1 raro diamante rosa montato su una grande spilla
- i lunghi collier di perle della Regina Margherita II
- il diadema della Regina Margherita II
- i gioielli della principessa Maria Antonia
L’ultima valutazione è stata effettuata nel 1976. Solo i diamanti, le pietre e le perle, quindi senza la montatura e il valore storico, avevano un valore complessivo di circa 2 miliardi di lire. Oggi la cifra non è certa, potrebbero valere circa 300 milioni di euro.
A chi andrà l’eredita di Vittorio Emanuele di Savoia: gli eredi
A chi andrà il patrimonio, i beni immobiliari e liquidi, del defunto principe di Savoia? Sembrerebbe una risposta facile, considerando che Vittorio Emanuele di Savoia aveva un unico figlio: Emanuele Filiberto.
La lettura del testamento potrebbe riservare qualche sorpresa.
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