Vola il rendimento del BTP con cedola al 4,30%. Alta liquidità, lunga duration

Stefano Vozza

7 Marzo 2025 - 13:17

Il sell-off di questi giorni sul mercato delle obbligazioni sta spingendo al rialzo i rendimenti dei bond con notevole durata residua

Vola il rendimento del BTP con cedola al 4,30%. Alta liquidità, lunga duration

Sono giorni cupi e difficili per il mercato obbligazionario mondiale causa il generale e massiccio sell-off che lo ha investito in pieno. Sui mercati finanziari la parola d’ordine è stata/è “sell”, declinata in tutti i tempi e molte lingue del mondo.

L’ondata di vendite ha colpito tutti i titoli di Stato, nessun emittente escluso, anche se con intensità differenti a seconda della qualità del debito e la durata residua. Peggiore il rating emittente e più distante è la data di rimborso, più marcati sono stati i cali. Tra i vari, vola il rendimento del BTP con cedola al 4,30% molto liquido ed elevata duration. Vediamo di quale stiamo parlando.

Come gestire la posizione di un titolo in perdita potenziale?

Insomma, non proprio il massimo per chi ha già posizioni aperte su simili prodotti, e che aprono a potenziali perdite in portafoglio. Fino a quando non si liquida lo strumento, infatti, l’eventuale “rosso” in conto capitale è solo potenziale e non effettivo. Per chi ha comprato in emissione, o comunque alla parità o al di sotto della parità, nelle peggiori delle ipotesi basterà portare a scadenza il bond. A quella data l’emittente rimborserà 100 di nominale e il gioco è fatto. Nelle migliori, invece, basterà attendere il futuro recupero delle quotazioni e poi decidere il da farsi.

Situazione molto più complessa e delicata per chi è sicuro di non portare a termine il prestito e al momento fronteggia corsi di mercato superiori ai prezzi di carico: che fare? Impossibile rispondere data la molteplicità delle casistiche e delle esigenze personali. Qui serve ponderare fino in fondo tutte le opzioni e le alternative sul tavolo prima di agire, ed evitare di fare un “secondo danno” oltre al primo. Magari non sarebbe male farsi consigliare dal proprio consulente finanziario di fiducia.

Il titolo di Sato con una ricca cedola nominale annua

Ora, sul mercato secondario i bond ad elevata durata residua e duration modificata sono quelli che si muovono tanto per la gioia degli investitori più dinamici. Un esempio per tutti può esserlo il “BTP Fx 4.3% Oct54”, il neo trentennale benchmark emesso dal Tesoro lo scorso settembre. L’obbligazione ha almeno quattro buoni punti di forza dalla sua parte, e un paio contro, tutti da ponderare bene uno ad uno. Procediamo con ordine.

Il bond ha codice ISIN IT0005611741, data godimento e scadenza, rispettivamente, al 17/09/24 e al 01/10/54, e cedola nominale annua del 4,3%. La sua periodicità è semestrale, e al netto della ritenuta fiscale sugli interessi del 12,50% sarebbe del 3,7625% netto. Il bond gode di buon flottante sul MOT (11 mld di € emessi) mentre il taglio minimo di sottoscrizione è invariato a 1.000 € nominali.

Tuttavia, giovedì 6 ha chiuso a 96,30 per cui a questi prezzi basterebbero 963 € (più commissioni bancarie) per sottoscriverne 1.000 € di nominale. Ancora, il rendimento effettivo annuo lordo a scadenza sarebbe del 4,53%, quasi il 4% al netto delle tasse.

Il bond presenta anche un buon dinamismo dei corsi sul mercato secondario. Ad oggi il minimo e il massimo dell’anno corrente sono stati a 95,42 (06/03/’25) e a 104,29 (06/02/’25). In pratica in 1 mese i corsi sono scesi quasi del 9%. Il minimo dell’anno corrente coincide anche con quello storico, mentre il massimo storico è stato a 109,13 toccato il 6 dicembre 2024.

Vola il rendimento del BTP con cedola al 4,30% molto liquido ed elevata duration

I primi 2 punti di forza del titolo sono facilmente intuibili. In primis c’è la robusta cedola nominale annua (ai tempi attuali e non in senso assoluto) e poi il rendimento effettivo a scadenza più ricco del nominale. Il terzo rimanda invece al rendimento reale, ossia al netto dell’inflazione, offerto dallo strumento. Immaginando da qui a 10 anni, e quindi di non tenerlo in portafoglio fino alla fine, un costo della vita al 2,25% annuo medio, c’è che anche esso sarebbe positivo.
L’ultimo, infine, attiene alla sua buona liquidità sul secondario, per cui all’occorrenza è agevolmente liquidabile. A quali prezzi? A quelli vigenti sul mercato al tempo della vendita.

I due contro dell’obbligazione, invece, attengono alla notevole durata residua e all’elevata duration modificata. Ovviamente si tratta di due elementi differenti e da non confondere. Il primo, più intuitivo, riguarda la data di rimborso finale del prestito obbligazionario e qui l’attesa sarà lunghissima e quasi pari alla sua vita utile.

Il secondo, invece, sintetizza e dice di quanto varia il suo prezzo (sul MOT) in seguito ad una variazione dell’1% dei tassi. Quella del nostro trentennale è elevata e nello specifico pari a 15,72, per cui bisogna essere consapevoli che i corsi del titolo si muovono tanto e anche in poco tempo. Del resto abbiamo visto come in un mese sia crollato del 9%, ma nelle settimane precedenti aveva fatto anche movimenti inversi.

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