WideExpo è una startup italiana che ha trovato il modo di facilitare a espositori e visitatori la partecipazione a una fiera, con attenzione ai costi e alla sostenibilità.
WideExpo è una startup italiana nata per consentire lo svolgimento di qualsiasi fiera in maniera ibrida o virtuale, indipendentemente dal settore merceologico. Lo farà con una piattaforma tecnologica che, in contemporanea con la fiera fisica, permetterà a espositori e visitatori, la partecipazione alla fiera da remoto.
Quella di WideExpo è una visione innovativa che, ampliando concretamente le possibilità di partecipazione a una fiera, tiene conto dei due grandi obiettivi che stanno alla base del grande processo di transizione digitale ed ecologica: la crescita economica e la sostenibilità.
A fondare WideExpo è stato Francesco Orpheu, laurea in Ingegneria della produzione industriale e innovazione tecnologica al Politecnico di Torino e un ruolo manageriale in una delle principali aziende italiane nel settore dell’automazione industriale.
Con il supporto di Antonio Orpheu, Chief Commercial Officer di WideExpo e manager con trentennale esperienza nel settore, ci si è posti l’obiettivo di cambiare in meglio le esposizioni fieristiche, rendendole più sostenibili e accessibili.
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WideExpo, la risposta ai costi (ambientali ed economici) di una fiera
Antonio Orpheu evidenzia per noi le criticità, passate e attuali, che deve affrontare chi vuole organizzare o partecipare a una fiera. Lo fa partendo da una considerazione: nel 2021 il settore fieristico nel mondo valeva oltre 500 miliardi di dollari con un trend crescente in volumi e fatturato.
Nonostante questa crescita, negli ultimi cinque anni si continua a registrare un calo delle visite fieristiche (2 milioni di visitatori in meno).
Cosa ostacola, dunque, le fiere? I costi, essenzialmente. Partecipare, sia come espositore sia come visitatore, è diventato oneroso, a livello di logistica, di trasporti e di impiego di tempo.
Ai costi vivi della partecipazione sia aggiungono quelli legati al fattore ambientale. Due numeri bastano per indicare il dispendio di risorse e l’impatto ambientale generato dalla realizzazione di una fiera: lo spreco medio annuale per polo fieristico è superiore alle 1.200 tonnellate e, mediamente, soltanto il 50% dei materiali utilizzati è riciclabile, il restante viene smaltito in normali discariche.
A questi costi vanno aggiunti quelli difficilmente calcolabili con precisione, ma che sono concreti, relativi all’impronta energetica correlata alla partecipazione alla fiera.
WideExpo, l’acceleratore per la fiera
Ecco allora che la proposta che fa WideExpo di abbattere i costi di partecipazione e ambientali si configura come un fattore di sblocco e di innovazione, soprattutto per le tantissime Pmi, non solamente italiane.
WideExpo, si badi bene, non si sostituisce a chi organizza la fiera, ma si affianca, aumentandone le potenzialità.
WideExpo, infatti, con i propri serivizi supporta le fiere tradizionali, le organizzazioni di categoria e i visitatori, sia gestendo la parte virtuale delle fiere ibride, sia consentendo lo svolgimento di fiere 100% virtuali.
In questo modo agli espositori viene data l’opportunità di ampliare la propria rete di contatti a livello internazionale, promuovendo la fiera nei mercati strategici di loro interesse. I visitatori hanno la possibilità di visitare più fiere (anche lo stesso giorno), senza sostenere costi di trasferta.
Con la piattaforma WideExpo le Pmi o le startup che, per motivi economici, logistici o di tempo, non hanno la possibilità materiale di partecipare alle fiere tradizionali, potranno presentare i loro prodotti in uno spazio virtuale a loro dedicato.
Come si finanzia WideExpo?
Per proporre il nuovo modo di fare fiera, WideExpo ha fatto ricorso all’equity crowdfunding, metodo scelto per poter sviluppare il progetto senza limitazioni, ricevendo anche in fase di seed un feedback immediato, necessario per correggere eventuali criticità prima dell’avvio vero e proprio e ampliando il network di investitori.
Scelta azzeccata, dato che in poco meno di due settimane sono già stati raccolti più di 100mila euro sulla piattaforma Opstart.
Metà del capitale raccolto verrà destinato allo sviluppo della piattaforma, il resto servirà per costruire un team di professionisti, per diffondere la conoscenza del progetto e per il marketing delle prime fiere.
Quando ci sarà la prima fiera accelerata da WideExpo?
Il primo obiettivo di WideExpo è realizzare le prime esperienze fieristiche virtuali in Italia già nel 2023, accompagnando le fiere tradizionali.
Poi procederà con l’organizzazione e l’avviamento delle prime filiali estere di WideExpo, tramite agenti e partner in Spagna, Inghilterra, Francia e Germania, individuati da Antonio Orpheu, che ha consolidato in 30 anni di esperienza nel settore fieristico.
Una volta affermato il mercato italiano e dopo aver aperto nuovi mercati, la missione del 2024 sarà l’espansione a Dubai, negli Usa e in Brasile con filiali e partner; fino a consolidare nel 2025, la propria posizione come leader e punto di riferimento per le fiere virtuali.
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